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Regioni e Province autonome unite: No agli Ogm, sì alla biodiversità

In Italia le Regioni e Province autonome hanno ribadito al ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan il proprio no alle coltivazioni Ogm. Un documento della commissione Politiche agricole è stato consegnato al ministro Galan durante il Comitato tecnico agricolo che si è svolto a Roma

 
10 dicembre 2010 | 17:47

Regioni e Province autonome unite: No agli Ogm, sì alla biodiversità

In Italia le Regioni e Province autonome hanno ribadito al ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan il proprio no alle coltivazioni Ogm. Un documento della commissione Politiche agricole è stato consegnato al ministro Galan durante il Comitato tecnico agricolo che si è svolto a Roma

10 dicembre 2010 | 17:47
 

Le Regioni ribadiscono al ministro Galan il proprio no alle coltivazioni Ogm in Italia. Occasione, la seduta del 9 dicembre della Commissione politiche agricole e il successivo Comitato tecnico agricolo, «nel quale - spiega il coordinatore della Commissione, l'assessore della Regione Puglia Dario Stefàno - il ministro Galan aveva arbitrariamente reintrodotto in discussione questo argomento». In una lettera indirizzata e consegnata al titolare del ministro delle Politiche agricole sono state spiegate le ragioni del no.

«Abbiamo ribadito - prosegue Stefàno - che l'intesa sulle linee guida sulla coesistenza è stata già ritirata dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome il 7 ottobre scorso. In più, in quella stessa sede fu approvato un ordine del giorno in cui si chiedeva ai Ministeri competenti di procedere all'attivazione della clausola di salvaguardia, a norma dell'art.23 della Direttiva CE 18/2001, nei confronti delle 'varietà geneticamente modificate. In analogia con quanto già fatto da altri Paesi quali Austria, Francia, Germania, Grecia, Lussemburgo e Ungheria».

«L'attivazione della clausola di salvaguardia - prosegue l'assessore Stefàno - rappresenta l'unico strumento che in modo inequivocabile può portare al raggiungimento dell'obiettivo di mantenere il territorio di tutte le Regioni italiane libero da coltivazioni transgeniche, risolvendo anche i contenziosi esistenti che, comunque, non possono essere imputati ad inadempienze da parte delle Regioni e Province Autonome».

«Il patrimonio del nostro Paese è nella biodiversità e nella sua tutela e valorizzazione. Già questo è sufficiente per evidenziare l'incompatibilità di coltivazioni Ogm in Italia. Siamo perplessi di fronte alle resistenze del ministro Galan ad accogliere e aderire ad una richiesta chiara e unanime delle Regioni».

«In ultimo - fa notare ancora Stefàno - il ricorso alla clausola di salvaguardia da parte del nostro Paese rappresenta anche quella alternativa alle linee guida sulla coesistenza, così da adempiere alla Sentenza del Consiglio di Stato n. 183/2010».

In Italia le Regioni e Province autonome, quindi, ribadiscono al ministro dell'Agricoltura Giancarlo Galan il proprio no alle coltivazioni Ogm. Lo scorso 18 novembre il Ministro aveva scritto al presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Vasco Errani, chiedendogli di adoperarsi affinché il dibattito sul tema delle linee guida di coesistenza tra colture convenzionali, geneticamente modificate e biologiche fosse ripreso al più presto. Il 7 ottobre, infatti, gli assessori all'Agricoltura avevano deciso all'unanimità di ritirare il documento sulle linee guida di coesistenza in discussione e contemporaneamente avevano chiesto al Ministro di procedere con l'attivazione della clausola di salvaguardia.

Nella seduta della Commissione politiche agricole, le regioni, in una lettera al Ministro, hanno spiegato le loro ragioni, segnalando tra l'altro che «il ricorso alla clausola di salvaguardia deve essere valutato nel contesto sociopolitico attuale quale l'unico strumento che in modo inequivocabile può portare al raggiungimento dell'obbiettivo di mantenere libero da coltivazioni transgeniche il territorio di tutte le regioni italiane».

«La fermezza e la compattezza delle regioni è un segnale chiaro della politica italiana sul tema Ogm: in un momento in cui nel Paese prevalgono le divisioni e gli scontri, anche all'interno degli stessi schieramenti, sui temi più disparati, in materia di Ogm si è andata consolidando fortemente la posizione di chi è convinto che la migliore opzione per l'Italia sia quella di rimanere libera da coltivazioni transgeniche» afferma il presidente di Slow Food Italia, Roberto Burdese. «è una posizione che vedeva già schierati fianco a fianco la grande maggioranza degli agricoltori e dei consumatori italiani: la politica ha dimostrato, in questa vicenda, di saper ascoltare e rappresentare gli interessi e il desiderio dei cittadini. è una buona notizia che accogliamo con ancor maggiore soddisfazione considerando che oggi è il Terra Madre Day, una grande festa che stanno celebrando centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo in nome del cibo buono, pulito e giusto per tutti».

Slow Food Italia continuerà a seguire il dibattito sul tema degli Ogm: nei prossimi mesi è prevista la pubblicazione degli atti del convegno scientifico organizzato nel luglio scorso dalla Task Force per un'Italia libera da Ogm. Già nelle prossime settimane verranno pubblicate alcune anticipazioni sul sito di Slow Food, assieme ad altri interventi dal mondo scientifico, dove sta crescendo di giorno in giorno il fronte di coloro che manifestano scetticismo rispetto agli organismi geneticamente modificati e alla loro effettiva efficacia.


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