Un nuovo capitolo si è aggiunto alla disputa sugli Ogm in Brasile. La sentenza di un tribunale proibisce ora alla Bayer di immettere sul mercato il suo mais, Liberty Link, resistente all'erbicida glufosinato, in ogni parte del paese, per la mancanza di un qualunque programma di monitorizzazione successiva al rilascio del mais nell'ambiente. Il Giudice federale, Pepita Durski Tramontini, del Tribunale ambientale di Curitiba, ha anche specificamente revocato l'autorizzazione al rilascio del mais nel Nord e nel Nordest del Brasile a causa dell'assenza di un qualunque studio sul potenziale impatto di questa tecnologia Ogm sugli ecosistemi regionali.
La sentenza stabilisce, con effetto immediato, una multa di 50mila dollari al giorno nel caso che la Bayer non sospenda la vendita, la semina, il trasporto, l'importazione e non proceda perfino all'eliminazione del mais Liberty Link. Inoltre la sentenza annulla l'approvazione, data dal Consiglio dei ministri (Consiglio nazionale sulla bio-sicurezza) alla commercializzazione del mais, poiché le decisioni del Consiglio erano state prese sulla base di procedure irregolari eseguite dal Ctnbio (Commissione tecnica nazionale per la bio-sicurezza).
La sentenza obbliga anche il Ctnbio, responsabile per l'approvazione al rilascio degli Ogm in Brasile, a garantire accesso totale alle procedure per il rilascio di Ogm e ad introdurre una norma che stabilisca un limite di tempo per le decisioni sulle richieste di informazioni riguardanti affari riservati, consentendo la pubblicazione di tutte le informazioni non segrete. Fin dal 2007 le organizzazioni per i diritti civili, avevano criticato il blocco dell'accesso alle procedure per il rilascio degli Ogm, il quale vìola il diritto di informazione ed è incompatibile con il libero accesso garantito ai documenti di pubblico interesse.
La sentenza del tribunale è relativa a una causa civile intentata nel 2007 dalle organizzazioni Terra de Direitos, As-Pta, Idec e Anpa, in cui si richiedeva alla Ctnbio di garantire una adeguata analisi dei rischi sanitari e ambientali, di assicurare accesso alle informazioni e di impedire la contaminazione genetica, tutti diritti basici dei cittadini. L'istanza di causa si opponeva al rilascio del mais Ogm a causa della mancanza da parte del Ctnbio di stabilire in precedenza un regolamento di biosicurezza e monitoraggio in relazione alla coesistenza di coltivazioni Ogm e non-Ogm, oltre all'assenza di studi di impatto ambientale per le regioni del Nord e del Nordest e all'impossibilità di accedere alla documentazione riguardante procedimenti di interesse pubblico.
Contaminazione
Malgrado la successiva pubblicazione da parte del Ctnbio della Risoluzione normativa, studi recenti svolti nel Paranà hanno dimostrato l'inefficacia delle regole di coesistenza stabilite per il mais. Questo fatto mette in pericolo l'intera società per la mancanza di adeguate misure precauzionali nelle coltivazioni Ogm. L'anno scorso le stesse organizzazioni hanno intentato un'altra causa civile, ancora in attesa di sentenza, mettendo in discussione l'adeguatezza dei regolamenti.
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