Niente mais Ogm in Austria e Ungheria: il Consiglio dei ministri dell'Ambiente dell'Ue ha respinto, con il voto anche dell'Italia, la proposta della Commissione per costringere Austria e Ungheria a permettere la coltivazione del mais geneticamente modificato. I ministri hanno sostenuto invece il diritto dei due Paesi di non coltivare il mais Ogm della Monsanto. Ad annunciarlo è la stessa Commissione Ue che avrebbe voluto che i ministri ordinassero ai due Paesi di togliere il divieto di coltivazione entro 20 giorni.
Per l'Ungheria, il divieto riguarda il mais Mon 810, sviluppato e commercializzato dalla Monsanto; l'Austria ha messo al bando anche la coltivazione del T25, prodotto dalla casa farmaceutica tedesca Bayer. Solo quattro dei 27 Stati membri - Gran Bretagna, Finlandia, Paesi Bassi e Svezia - si sono schierati con l'esecutivo europeo. Un portavoce della Commissione ha detto che l'esecutivo Ue terrà conto del voto degli Stati membri, ma che insisterà sulla sua strada: «Se la scienza dice che non ci sono prove sul fatto che il prodotto sia dannoso, non c'è ragione di proibirlo - ha detto la portavoce Barbara Helferrich. Si può invocare il principio precauzionale, ma si deve ad un certo punto dimostrarlo».
Soddisfazione per il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo: «Non sono mai stata una Ogm-scettica, quello di oggi è stato un voto sui rapporti istituzionali tra la Commissione e gli Stati membri per garantire la possibilità per ciascun Paese di avvalersi della "clausola di salvaguardia" espressamente prevista dalla Direttiva 18/2001 che consente a una singola nazione di vietare, se lo ritiene, la coltivazione di organismi geneticamente modificati. Non si tratta dunque di una pronuncia sulla autorizzazione alla coltivazione di prodotti transgenici, ma sui rapporti tra Commissione e Stati membri».
Legambiente: decisione a tutela della qualità
Anche per Legambiente la decisione del Consiglio dei Ministri Ue è sensata, «così come-– afferma il presidente Vittorio Cogliati Dezza - quella del governo italiano che ha dato prova di voler difendere l'agricoltura di qualità.
«Adesso è importante - continua il presidente dell'associazione - che il consiglio dei Ministri Ue e in particolare il nostro governo, mantengano questa posizione anche in occasione delle prossime decisioni che saranno chiamati a prendere nelle prossime settimane».
Coldiretti: popolazione europea vuole cibi sani
Secondo la Coldiretti, il no dei ministri dell'Ambiente della Ue e dell'Italia alla fine dei divieti nazionali di coltivazione del mais Ogm in Austria e in Ungheria risponde alle preoccupazioni espresse dai cittadini italiani ed europei sulla diffusione di cibi transgenici.
Il 67% dei cittadini italiani e il 63% di quelli europei ritengono che i cibi con organismi geneticamente modificati siano meno salutari di quelli tradizionali e ciò rappresenta una ragione in più per rispettare il principio della precauzione nei confronti dei consumatori, anche alla luce di recenti studi condotti circa gli effetti degli organismi geneticamente modificati sul sistema immunitario degli animali.
Non va poi dimenticato che le coltivazioni Ogm nel mondo non solo non hanno risolto il problema della fame, ma hanno anche aggravato la dipendenza economica dall'estero di molti Paesi in via di sviluppo. E l'Italia, con i primati conquistati qualitativi e nella sicurezza alimentare nell'agroalimentare ha peraltro una ragione in più per invocare cautela sulle ipotesi di diffusione degli organismi geneticamente modificati.
Il no dei ministri dell'Ambiente alla proposta della Commissione segue lo stop giunto dalla Corte di Giustizia dell'Unione Europea al segreto sulla localizzazione dei terreni dove vengono realizzate coltivazioni Ogm. Secondo il pronunciamento della Corte di Giustizia, gli Stati membri non possono invocare l'ordine pubblico per opporsi alla divulgazione del sito dell'emissione di organismi geneticamente modificati, a conferma del diritto di accesso del pubblico alle informazioni sulle emissioni di Ogm.
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