Dalla Corte di Giustizia dell'Unione Europea arriva uno stop al segreto sulla localizzazione dei terreni dove vengono realizzate coltivazioni Ogm, una informazione che va resa accessibile al pubblico in modo trasparente. è quanto afferma la Coldiretti nel riferire i contenuti della sentenza della Corte di giustizia emessa il 17 febbraio nella causa C-552/07.
Secondo la Corte di Giustizia gli Stati membri non possono invocare l'ordine pubblico per opporsi alla divulgazione del sito dell'emissione di organismi geneticamente modificati, a conferma del diritto di accesso del pubblico alle informazioni sulle emissioni di Ogm. Il pubblico interessato può chiedere la divulgazione di qualsiasi informazione trasmessa da parte di coloro che intendono emettere Ogm nell'ambiente nell'ambito della procedura di autorizzazione, compresa l'ubicazione del luogo. Di conseguenza non si può opporre alla comunicazione delle informazioni una riserva relativa alla protezione dell'ordine pubblico o di altri interessi tutelati dalla legge.
In Italia il decreto legislativo n.224/2003 stabilisce una particolare procedura di consultazione e informazione pubblica per quanto riguarda qualsiasi introduzione nell'ambiente di Ogm al fine di garantire un elevato livello di sicurezza e ciò tanto per scopi di ricerca quanto per scopi di coltivazione, sebbene ancora non risultano autorizzate sementi manipolate geneticamente.
Le informazioni che riguardano il rischio ambientale e gli effetti in particolare sulla salute umana debbono essere rese pubbliche mediante la creazione di un'apposita sezione dedicata nel sito web del ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare.
La consultazione pubblica intende offrire la possibilità a ciascun cittadino e organizzazione di ricevere informazioni o fornire indicazioni che saranno rese disponibili nella complessa procedura amministrativa di valutazione istruttoria e di scambio di informazioni con la Commissione europea ai fini di una eventuale autorizzazione di impiego.
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