NUOVA DELI (INDIA) - C'è una melanzana al centro della battaglia politica e commerciale che in questi giorni infiamma l'India. Si chiama Bt brinjal, ma non è una delle duemila varietà di melanzane coltivate da secoli nel sub-continente: è infatti la prima geneticamente modificata che potrebbe approdare sul mercato indiano. Ma ong, ricercatori e rappresentanti del mondo agricolo sono sul piede di guerra, accusando il ministro dell'Ambiente Jairam Ramesh - cui spetta la decisione finale - di cedere alle pressioni della Monsanto, la multinazionale leader nel campo degli Ogm.
Sabato 30 gennaio 2010, l'ultima audizione del comitato scientifico del ministero incaricato di valutare pro e contro della melanzana incriminata - modificata con il batterio Bacillus thuringiensis - è finita nel caos, con grida e accuse reciproche trasmesse in diretta tv. La decisione finale è attesa per il 10 febbraio, ma il fronte anti-Ogm ha diffuso - attraverso l'Institute for Science in Society - il rapporto del Committee for Independent Research and Information on Genetic Engineering (Criigen) che giudica la melanzana-Ogm inadattà al consumo umano.
All'origine della bocciatura, osservazioni sul fatto che questo tipo di melanzana provocherebbe una maggiore resistenza agli antibiotici: inoltre, la Bt brinjal avrebbe meno calorie di una melanzana normale e, nelle sperimentazioni su animali, avrebbe favorito casi di diarrea, di riduzione del fegato e diverse modifiche ormonali. Obiezioni contestate dagli esperti governativi che la definisco assolutamente sicura anche se, ammettono, non è stata ancora testata sulle persone.
Fino ad oggi gli alimenti modificati geneticamente non hanno avuto accesso al mercato indiano. Ma i sostenitori della Bt brinjal sottolineano i vantaggi della super-melanzana che sarebbe più resistente agli attacchi degli insetti, migliorando la resa del 50% e evitando il ricorso a pesticidi.
Ma contro l'introduzione della prima coltivazione Ogm - ricorda oggi il britannico Guardian - si è coagulato un vasto fronte che va dai partiti di sinistra agli estremisti Hindu, che chiedono al ministro di impedire la commercializzazione delle sementi, sviluppate da ricercatori indiani e commercializzate dalla Maharashtra Hybrid Seed Company, azienda locale che ha nel suo azionariato la Monsanto.
In prima fila nell'alleanza anti-Ogm c'è lo Stato meridionale del Kerala, a guida comunista, che ha bandito ogni coltivazione geneticamente modificata considerandola una minaccia alla bio-diversità e paventando la colonizzazioe del settore agricolo.
Fonte: Adnkronos