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Ogm, no unanime dall'Italia Vietato il mais transgenico

La commissione permanente sulle sementi ha detto all’unanimità “no” al mais transgenico. Si aspetta ora il decreto che sarà firmato dai tre ministeri. Soddisfatti il ministro Luca Zaia e la Coldiretti. Si aspetta ora il decreto firmato dai tre Ministeri (Politiche agricole, Salute, Ambiente)

18 marzo 2010 | 17:11
Ogm, no unanime dall'Italia Vietato il mais transgenico
Ogm, no unanime dall'Italia Vietato il mais transgenico

Ogm, no unanime dall'Italia Vietato il mais transgenico

La commissione permanente sulle sementi ha detto all’unanimità “no” al mais transgenico. Si aspetta ora il decreto che sarà firmato dai tre ministeri. Soddisfatti il ministro Luca Zaia e la Coldiretti. Si aspetta ora il decreto firmato dai tre Ministeri (Politiche agricole, Salute, Ambiente)

18 marzo 2010 | 17:11
 



Gli organismi geneticamente modificati non si possono coltivare in Italia. La commissione permanente sulle sementi - rappresentata da membri dei ministeri delle Politiche agricole, della Salute, dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, dalle Regioni Basilicata, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Toscana e Veneto - si è riunita questa mattina al dicastero di Luca Zaia e ha detto all'unanimità 'no” al mais transgenico. Si aspetta ora il decreto che sarà firmato dai tre Ministeri.

Luca ZaiaPer il ministro delle Politiche agricole Luca Zaia (nella foto a sinistra) la decisione presa dalla Commissione «di negare l'autorizzazione alla domanda di iscrizione al registro di un mais Ogm – si legge in una nota - appare particolarmente significativa perché presa all'unanimità da tutti i membri. Constato con soddisfazione che la posizione che in questi anni ha condiviso la stragrande maggioranza dei cittadini e dei contadini del nostro Paese, ha trovato, anche nelle diverse istituzioni rappresentate nella Commissione, una comunione di intenti che rassicura ulteriormente tutti i consumatori italiani. Già domani - promette Zaia - firmerò il relativo decreto che manderò ai ministri della Salute e dell'Ambiente».

Sergio MariniGrande soddisfazione anche per il presidente della Coldiretti Sergio Marini (nella foto a destra): «Ci sentiamo in buona compagnia essendo in Europa ben 21 su 27 i Paesi dove non si coltiva mais geneticamente modificato (Ogm) mentre in Italia - ha sottolineato Marini - non c'è sondaggio dal quale non emerga che tre italiani su quattro sono contrari e pertanto oggi plaudono a questa decisione. Per questo - continua il presidente della Coldiretti - esprimiamo forte apprezzamento per la tempestiva firma del Decreto da parte del Ministro delle politiche Agricole Luca Zaia. La decisione della Commissione sementi ha un valore ancora maggiore se si considera che in essa sono rappresentate, oltre ai Ministeri delle Politiche Agricole, della Salute e dell'Ambiente, le regioni italiane tra le piu' importanti dal punto di vista agricolo».

Giuseppe PolitiStessa opinione per il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi (nella foto a sinistra). «Non possiamo che esprimere la nostra soddisfazione per la decisione presa oggi dalla Commissione sementi che ha bocciato l'iscrizione dal registro di un mais Ogm. Questa decisione, che rispecchia la posizione della stragrande maggioranza dei consumatori italiani contrari alle manipolazioni genetiche in agricoltura, e' una risposta chiara all'orientamento che sta assumendo l'Ue che, dopo oltre dieci anni, con l'autorizzazione della patata transgenica Amflora ha messo la parola fine alla moratoria sugli organismi geneticamente modificati».

«In questi anni la nostra agricoltura - rileva il presidente della Cia - è riuscita a tutelare la sua inimitabile varietà sia grazie all'azione svolta dai produttori che a quella della scienza che, però, non ha avuto certo bisogno degli Ogm per andare avanti. La nostra ferma contrarietà agli Ogm non scaturisce, quindi, da una scelta ideologica, ma dalla consapevolezza che la loro utilizzazione può annullare la nostra idea di agricoltura. Annullare l'unico vantaggio competitivo dei suoi prodotti sui mercati: quello della biodiversità. Non si tratta di una posizione oscurantista. Tutt'altro. Noi chiediamo alla scienza di continuare a contribuire alla crescita di questo tipo di agricoltura. E questo lo puo' fare senza ricorrere agli organismi geneticamente modificati, come, del resto, e' avvenuto fino ad oggi con risultati eccezionali».


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