FANNA (PN) - Un migliaio di coltivatori della Coldiretti sono giunti a Fanna in provincia di Pordenone in Friuli dove sono state seminate illegalmente piante di mais geneticamente modificate (Ogm). Una vicenda venuta alla luce da lettere anonime recapitate anche all'assessore all'Agricoltura del Friuli Venezia Claudio Violino e contenenti sementi transgeniche e accompagnate da una mappa che si indicava un terreno in provincia di Pordenone dove tali semi sarebbero state utilizzate, sulla quale sono stati chiamati ad indagare i Carabinieri del Noe.
Il blitz per il rispetto della legge italiana è stato deciso dai coltivatori per difendere dalla contaminazione da Ogm le proprie coltivazioni biologiche e tradizionali, dopo aver atteso invano il sequestro e la distruzione delle piante geneticamente modificate, per effetto dell'esposto alla procura di Pordenone presentato dalla Coldiretti più di 2 settimane fa.
Ad oggi, dicono i manifestanti della Coldiretti che si trovano vicino al campo di calcio del Paese, non è giunta nessuna notizia è per questo è stato deciso di intervenire prima che sia troppo tardi per ripristinare una situazione di tranquillità e la certezza del diritto. In Italia è vietato coltivare organismi geneticamente modificati e le trasgressioni sono punite con la pena dell'arresto da 6 mesi a tre anni o l'ammenda fino a 100 milioni di lire più la sanzione amministrativa da 15 a 90 milioni.
Quasi tre italiani su quattro (72%) che esprimono una opinione ritengono che i prodotti alimentari contenenti organismi geneticamente modificati (Ogm) sono meno salutari rispetto a quelli tradizionali. è quanto emerge dell'ultima indagine annuale Coldiretti-Swg "Le opinioni di italiani e europei sull'alimentazione".
La scelta di vietare la coltivazione di Ogm in Italia è coerente con la stragrande maggioranza dei cittadini che è contraria al biotech nei campi e nel piatti. Una scelta in linea con le crescenti perplessità sugli ogm in Europa dove, dopo il divieto posto anche in Germania, si sono ridotti a soli sei, su ventisette, i Paesi che coltivano organismi geneticamente modificati con peraltro un drastico crollo del 12% delle semine nel 2009 che ha coinvolto tutti i paesi interessati (Spagna, Repubblica Ceca, Romania e Slovacchia), tranne la Polonia che ha mantenuto la stessa superficie coltivata, mentre solo per il Portogallo è aumentata, secondo una analisi della Coldiretti sul rapporto annuale 2009 dell'International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications (Isaa). Il drastico crollo nei terreni seminati con organismi geneticamente modificati in Europa nel 2009 conferma che nel coltivare prodotti transgenici, oltre ai rischi per la salute e per l'ambiente, non c'è neanche convenienza economica. Secondo i dati la coltivazione ogm in Europa riguarda solo il mais, la cui la superficie coltivata nel 2009 si è drasticamente ridotta da 107.719 ettari a 94.750 ettari, pari a molto meno dello 0,001% della superficie totale di 160 milioni di ettari coltivati in Europa.
La stessa Commissione europea con una svolta storica ha preso atto della forte opposizione dei cittadini europei e dà finalmente la possibilità agli Stati membri di decidere liberamente se coltivarli o meno, secondo quanto contenuto nella proposta presentata a Bruxelles dal commissario alla Salute John Dalli che ha fatto proprie le indicazioni del presidente della Commissione europea Jose' Manuel Barroso per una modifica dell'assetto normativo vigente in materia di coltivazione degli organismi geneticamente modificati, rispondente al principio di sussidiarietà nella logica di consentire a ciascun Paese membro la decisione in merito alla loro coltivazione.
L'adozione ufficiale di queste proposte dà valore alla scelta lungimirante fatta dall'Italia per un agricoltura libera da Ogm grazie all'impegno di un vasto schieramento che comprende Coldiretti, movimenti ambientalisti, consumatori e istituzioni in rappresentanza della maggioranza dei cittadini e agricoltori italiani. Una scelta giustificata dal fatto che il modello produttivo cui è orientato l'impiego di Ogm è il grande nemico della tipicità e della biodiversità e il grande alleato dell'omologazione che uccide l'agroalimentare italiano che fona il suo successo sulla distintività.
D'altra parte in Italia, per la conformazione morfologica dei terreni e le dimensioni delle aziende, in caso di semine Ogm non sarebbe possibile evitare le contaminazioni e sarebbe violata la sacrosanta libertà della stragrande maggioranza degli agricoltori e cittadini di avere i propri territori liberi dal transgenico.
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