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Ispettori di Galan sui campi Stop al presidio anti Ogm

La Coldiretti ha sospeso il presidio a Pordenone per protestare contro le piantagioni Ogm di Vivaro e Fanna dopo che sui campi sono arrivati gli ispettori del ministro Galan, per monitorare la situazione, prelevare campioni di mais e riscontrare eventuali tracce di Ogm oltre la soglia di legge

04 agosto 2010 | 14:25
Ispettori di Galan sui campi Stop al presidio anti Ogm
Ispettori di Galan sui campi Stop al presidio anti Ogm

Ispettori di Galan sui campi Stop al presidio anti Ogm

La Coldiretti ha sospeso il presidio a Pordenone per protestare contro le piantagioni Ogm di Vivaro e Fanna dopo che sui campi sono arrivati gli ispettori del ministro Galan, per monitorare la situazione, prelevare campioni di mais e riscontrare eventuali tracce di Ogm oltre la soglia di legge

04 agosto 2010 | 14:25
 

Tregua in Friuli Venezia Giulia sui campi Ogm della discordia di Fanna e Vivaro, in provincia di Pordenone. Ieri, infatti, sono arrivati gli ispettori inviati da Roma dal ministro delle Politiche agricole, Giancarlo Galan, per monitorare la situazione, prelevare campioni di mais e riscontrare eventuali tracce di Ogm oltre la soglia di legge (0,09%). Il presidente della Regione Fvg Renzo Tondo si è fatto garante del rispetto della legalità, mentre il governatore del Veneto Luca Zaia ha tuonato ancora contro chi non si muove e mette a rischio inquinamento la sua regione e rappresentanti istituzionali e politici di ogni livello si schierano a fianco di Coldiretti.



Così la Coldiretti ha sospeso il presidio (non la mobilitazione) organizzato da venerdì davanti ai campi incriminati e alla Prefettura di Pordenone, e che chiedeva la distruzione del campo in cui sono state seminate illegalmente piante di mais geneticamente modificate, dopo una conferenza stampa nella sede di Pordenone alla quale sono intervenuti anche il presidente del Consiglio regionale del Fvg Eduard Ballaman, il consigliere regionale Renzo Colussi, il presidente nazionale dell'Aiab Andrea Ferrante e il vice presidente nazionale Slow Food Silvio Barbero.

«è un segnale di ulteriore fiducia e rispetto che vogliamo dare alle istituzioni, specie al ministro delle Politiche agricole – ha spiegato il presidente di Coldiretti Fvg Dario Ermacora - ma ci aspettiamo tempestività e alla prova dei fatti attendiamo in primis il ministro Galan e il governatore Tondo».

Quindi stop al presidio della Coldiretti e dei volontari delle altre associazioni contro gli Ogm che comprende tra gli altri Legambiente, Wwf, Aiab, Greenpeace e Slow-food, ma la tensione resta alta. La 'Task force” anti-ogm ha fatto sapere di aver provveduto a effettuare un autonomo campionamento delle particelle sospettate di essere contaminate dagli Ogm nei comuni di Fanna e Vivaro «per poter avviare un'azione di richiesta di risarcimento danni nei confronti di chiunque in questa vicenda abbia responsabilità dirette o indirette» e ha chiesto «l'immediata distruzione dei campi Ogm individuati e l'avvio delle indagini giudiziarie - ancora inspiegabilmente ferme - anche per verificare eventualità che la rete di illegalità e connivenza tra agricoltori responsabili delle semine illegali sia più estesa di quanto oggi appaia».

«I soci - ha detto il direttore della Coldiretti Fvg Elsa Bigai - ci chiedono di intervenire per verificare ciò che è avvenuto: abbiamo un laboratorio certificato e 'rapido” a cui far pervenire i campioni e il lavoro è partito. Mapperemo i siti e, in presenza di contaminazioni, scatteranno le azioni legali contro chi le ha determinate».

Coldiretti sta anche costituendo un pool di legali per dare l'assistenza necessaria ai coltivatori che, avendo subito danni, chiederanno risarcimento. «Non accetteremo che chi ha rispettato le leggi? - continua la Bigai - debba essere costretto a pagarne le spese».

«Nel frattempo – ha concluso Dario Ermacora - ci attendiamo che la Regione, come ha assicurato il presidente del Consiglio Ballaman, voglia approvare la proposta di legge presentata da Coldiretti e dalle associazione che aderisco alla task force sulle ''norme in materia di tutela della biodiversità e dei prodotti agroalimentari di qualità e tradizionali del territorio regionale dall'emissione deliberata in ambiente di organismi geneticamente modificati (Ogm)», proposta alla quale hanno aderito tutti i capi gruppo in Consiglio regionale Fvg.

Intanto due esponenti della Lega Nord, i senatori Gianpaolo Vallardi ed Enrico Montani, esprimendo «netta contrarietà all'indagine conoscitiva condotta sugli Ogm con particolare riguardo alla ricerca e ai riflessi sul settore agroalimentare da parte delle commissioni Agricoltura e Istruzione del Senato» hanno avanzato la richiesta di una moratoria. « è arrivato il momento di fermarsi a ragionare e a riflettere sul fatto che, se si decide di dare l'avvio agli Ogm, poi non si può più tornare indietro in quanto non puoi sullo stesso terreno ricoltivare al biologico o alla coltura tradizionale e ciò sarebbe un disastro», hanno sottolineato i due esponenti del Carroccio.

Francesco Sala, docente di Botanica e biotecnologia delle piante all'Università di Milano, che di ricerca biotech si occupa da almeno vent'anni anche per conto di Stati Uniti, Francia e Cina afferma che i luoghi comuni non aiutano a fare chiarezza. Così, prova a spiegare che il vero rischio è la disinformazione. «Il mais geneticamente modificato non fa male alla salute – esordisce – e non dimentichiamo che il 92% della soia e il 55% del mais che importiamo in grandi quantità e che finisce nei nostri piatti è Ogm».

«In Italia la coltivazione è bandita e la ricerca ha le mani legate – precisa Sala – ma importarli non è illegale. E proprio per rispettare le leggi sono controllati in modo più stringente, quindi sono anche più sicuri. Senza contare che il mais biotech rende il 30% in più, per cui, giustamente, molti agricoltori si chiedono perché devono perdere in competitività rispetto ai loro colleghi spagnoli e francesi che invece possono coltivarli».

Gli ambientalisti di Greenpeace, che hanno tagliato, isolato e messo in sicurezza la parte superiore delle piante di mais Ogm nei campi del Friuli, invece sostengono che proprio in questi giorni le piante Ogm sono in fioritura e che il loro polline sta contaminando il mais dei campi circostanti. «Americani e spagnoli – continua Sala - hanno investito fior di quattrini, anche in Italia, per verificare i rischi di contaminazioni in campo. E hanno appurato che il polline di mais può interessare piante Ogm-free non oltre i 5-10 metri. è stupido sostenere che ci siano contaminazioni oltre queste distanze. Il mais è già fiorito. E gli attivisti anti-Ogm si sono fatti riprendere dalle telecamere tagliando la parte aerea delle piante, quella maschile, che ha già fecondato quella sottostante, femminile. Una dimostrazione inutile e faziosa. Loro, e non solo, invocano il rispetto delle leggi. «La legge non la voglio infrangere nemmeno io. Però non si possono lasciare le 'brigate bianche” libere di fare dimostrazioni plateali. Gli ispettori del Mipaaf prendano i campioni, possibilmente almeno mille, e vadano ad analizzarli in laboratorio per verificare se nove o più di quelli sono contaminati. Solo così verrebbe infranta la legge, giusta o sbagliata che sia».

Sulla vicenda dei campi contaminati del Friuli Venezia Giulia è intervenuto dalle colonne di Repubblica anche il fondatore di Slow Food Carlo Petrini il quale ha chiesto l'immediata distruzione dei campi. «Ci sono le analisi, ci sono le certezze: almeno due campi di mais, uno a Fanna e l'altro a Vivaro, in provincia di Pordenone, sono stati seminati con mais Mon810. E questo in Italia è illegale. Il procuratore della Repubblica di Pordenone ha messo sotto sequestro il campo di Fanna (come mai l'altro no?) in attesa delle analisi per stabilire se è Ogm o no. Analisi – scrive Petrini - che richiedono 8 ore, ma lui si è dato oltre due mesi di tempo (..) Mettere sotto sequestro una villetta abusiva serve a proteggere la prova di un reato. Mettere sotto sequestro un campo di mais è come aiutare chi lo ha seminato. Perché il campo intanto cresce prosperosamente e se l'intento era quello di contaminare tutto il territorio circostante con i pollini Ogm, il provvedimento del procuratore va esattamente in questa direzione. Occorre agire subito: perché qui non c'è solo da verificare il reato, c'è anche da limitare i danni. Non stiamo rischiando una procedura di infrazione da parte della Unione Europea, che pure sarebbe grave. Stiamo rischiando tutto, e ogni ora d'inutile temporeggiamento si traduce in un'ora di connivenza con chi ha violato la legge».

A Petrini ha replicato il vice presidente di Futuragra, Silvano Dalla Libera il cui ricorso perché gli fosse consentito di coltivare Ogm è stato accolto, a gennaio,  dal Consiglio di Stato. «Noi siamo i primi a volere il rispetto della legalità, ma respingiamo al mittente la criminalizzazione sistematica fatta da Petrini di chi è a favore degli Ogm. è  inammissibile che il nostro lavoro di tre anni e mezzo e che ha portato alla sentenza del Consiglio di Stato sia così banalizzato, ridicolizzato e liquidato in maniera semplicistica dal presidente di Slow Food».

Intanto dal Veneto l'assessore all'agricoltura Franco Manzato è insorto contro le ultime dichiarazioni del ministro Galan: «In Italia c'è un ministro dell'agricoltura che fa finta di non capire che l'opposizione agli Ogm è economica e per nulla ideologica. Sembra quasi che stia facendo da sponda a chi (leggete pure: le multinazionali straniere), dopo che finalmente nel nostro Paese i contadini si sono appropriati della terra che lavoravano, vuole togliere loro la proprietà della materia prima, cioè della semente, 'costringendoli” a produrre non ciò che può dare loro più reddito, ma ciò che viene determinato da interessi altrui. Per una miniera di sapori come il Veneto e l'Italia questo è un suicidio, cui non non vogliamo assistere in silenzio».

«Lui stesso ricorda che le leggi vietano in Italia di coltivare gli Ogm, ma poi spalanca la porta a falsità economiche che possono interessare solo chi di terra ne possiede tanta e la coltiva per telefono e a illusioni che hanno spinto qualcuno a commettere reati fidando in una impunità, questa sì, ideologica. Equiparare gli ogm alla questione latte, rispetto alla quale un rapporto dei Carabinieri (cioè di un organo dello Stato non ancora smentito) mette in dubbio che la produzione nazionale sia eccedentaria, è un gioco di parole per sembrare al di sopra delle parti».

«In questa occasione - ha concluso Manzato - il ministro si sta rivelando centralista in assoluto quando vuole imporre alle regioni di presentare piani di coesistenza come li vuole lui: l'Unione europea ha demandato le scelte ai singoli Paesi membri. Per quanto ci riguarda, il nostro piano di coesistenza, quello del Veneto, è presto fatto: qui gli Ogm non si piantano. Non vogliamo correre il rischio di contaminare e di devalorizzare un'agricoltura di qualità e di territorio che crea ricchezza alle imprese soprattutto con 33 Dop e Igp, oltre 450 prodotti tipici, 25 Dop e 8 Docg.
E la si smetta di minacciare sanzioni di Bruxelles, che in questo caso non ci sono proprio: questa sì è una grossa balla. Come è una grossa balla, anche questa ideologica, tacciare di essere contro la ricerca e l'innovazione chi punta a creare reddito alle aziende con una agricoltura Ogm free».


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