Un no secco alla rinazionalizzazione dei paesi dell'Unione europea per quanto riguarda la questione Ogm. E che a decidere 'sia Bruxelles”. Al Consiglio europeo dei ministri dell'Agricoltura, il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Giancarlo Galan non ha dato spazio a dubbi: «Quello degli Ogm è un tema troppo importante per poter essere lasciato alla decisione dei singoli Paesi. L'Unione europea deve continuare ad avere il ruolo che ha avuto fino ad oggi nelle decisioni che riguardano gli organismi geneticamente modificati. Una posizione che ora, Italia, Francia e Germania, porteranno in Consiglio europeo. L'agricoltura europea, secondo il ministro italiano, «si deve confrontare con le grandi agricolture del pianeta e lo deve fare unitariamente. Inoltre, vorrei che si approfondissero gli aspetti che riguardano i trattati internazionali sul commercio».
Ora si aspetta l'incontro degli assessori regionali il prossimo 30 settembre per decidere se dare il via libera ai piani di coesistenza oppure no. E intanto le multinazionali del biotech scappano dall'Europa e disinvestono in Italia.
Ma la posizione presa da Galan non è piaciuta ai componenti della task force per una Italia libera da Ogm composta da 27 organizzazioni del mondo produttivo, del consumo e dell'ambiente: «Come Ponzio Pilato il ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan continua un giorno si e l'altro pure a parlare di Ogm senza però ancora averci fatto capire come la pensa è ben diversa la posizione di chi come la Francia e la Germania si appella ad una decisione Europea avendo già scelto il no alla coltivazione del mais transgenico con l'attivazione della clausola di salvaguardia, da chi come Galan non avendo il coraggio di dire la sua spera che l'Europa decida anche per l'Italia. Se Galan è favorevole agli Ogm se ne assuma fino in fondo, da Ministro, la responsabilità, si faccia dare l'ok dal Parlamento e Regioni e poi porti la posizione in Europa. Fino a quando gli agricoltori e i cittadini europei non potranno essere sicuri che i pericoli delle colture geneticamente modificate saranno affrontati a fondo, Galan e i Ministri dell'Ue dovrebbero richiedere una moratoria sulle nuove autorizzazioni».
Intanto in Italia il Gip del Tribunale di Pordenone, Piera Binotto, tramite un decreto penale di condanna nei confronti di Giorgio Fidenato, presidente dell'Associazione ''Agricoltori Federati'', che lo scorso aprile aveva utilizzo sementi transgeniche ha disposto venticinquemila euro di multa, confisca e distruzione dei prodotti del campo di Fanna (Pn) dove è stato seminato mais Ogm.
La decisione del Gip è stata anticipata oggi dai quotidiani Il Messaggero Veneto e Il Piccolo che citano fonti della Procura. L'avvocato difensore di Fidenato, Francesco Longo, ha riferito di non aver ancora ricevuto alcun provvedimento. Fidenato ha auspicato che almeno la distruzione del mais possa essere impedita attraverso l'opposizione al decreto. «Mi auguro - ha detto - che, in attesa che si concluda l'iter giudiziario, il mais possa essere raccolto e stoccato in un deposito».
Ma con la decisione del gip del tribunale di Pordenone la vicenda può dirsi però tutt'altro che conclusa. La battaglia di diritto prosegue così come quella politica e di principio. Sul tavolo c'è una normativa europea che contrasta con quella nazionale, ci sono i piani di coesistenza che dovrebbero far capo alle Regioni (così dice una sentenza della Corte Costituzionale) e che secondo recenti interpretazioni la normativa europea stessa starebbe rivedendo.
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