BRESCIA - Fiepet-Confesercenti interviene nuovamente sul tema delle sagre e feste popolari estive ribadendo la necessità di un sistema regionale di regolamentazione di questa tipologia di eventi, che assicuri maggiore sicurezza nei confronti dei consumatori e pari condizioni operative per tutti coloro che somministrano alimenti e bevande, anche in termini di controlli amministrativi, igienico-sanitari e in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro. Si avverte sempre più l'esigenza di uno strumento normativo che consenta di distinguere tra quelle che sono le attività realizzate da Onlus e partiti politici e quelle iniziative, ormai il 65% delle sagre e feste popolari, che hanno tutt'altro che natura benefica e rappresentano di fatto vere e proprie 'aziende” della ristorazione.
Siamo alla nuova tappa di un percorso avviato alcuni mesi fa dalla Confesercenti di Brescia con la stesura di una proposta di regolamento, una raccolta di firme tra gli operatori del settore e l'invito formale a tutti i sindaci bresciani a una maggiore attenzione in questo ambito. L'iniziativa, che risponde all'esigenza di chiarezza avvertita da tutti i pubblici esercizi, ha presto riscosso successo in tutte le province lombarde con l'adesione di migliaia di operatori, raggiungendo il livello regionale. Lo scorso 14 luglio Fiepet-Confesercenti ha inoltre presentato ufficialmente all'Assessore regionale al Commercio, turismo e servizi Stefano Maullu la proposta di regolamentazione delle manifestazioni denominate 'sagre e feste popolari”.
«Le manifestazioni in oggetto - afferma il presidente di Confesercenti Brescia, Pier Giorgio Piccioli - hanno ormai assunto il carattere di permanente offerta commerciale, in aperta e sleale concorrenza con le regolari attività di somministrazione alimenti e bevande, arrivando a rendere precario, soprattutto nel periodo estivo e nei fine settimana, l'attività delle aziende della ristorazione lombarda».
«L'istanza di Fiepet-Confesercenti - osserva il direttore Alessio Merigo - è rivolta a ottenere un Provvedimento regionale che si integri alla normativa vigente. Si tratta di regolamentare quel coacervo di eventi, che per semplicità abbiamo chiamato 'sagre e feste popolari”, che hanno raggiunto nella nostra provincia la considerevole quantità di 1.600, occupando messi in fila l'uno con l'altro ben 5.800 giorni, vale a dire 16 anni ogni anno».
In particolare, Confesercenti:
- sottolinea la necessità di programmare gli eventi nell'ambito di una politica territoriale attuata dal Comune di pertinenza, che tenga conto di tempi, modalità e frequenza nell'organizzazione delle cosiddette sagre e feste popolari. La programmazione va effettuata di concerto con le associazioni di categoria, consultando sia gli operatori dei pubblici esercizi sia i consumatori;
- ritiene che gli enti locali debbano assegnare una corsia privilegiata, nella realizzazione delle manifestazioni, a quei soggetti che perseguono chiaramente finalità benefiche o comunque non commerciali, come organizzazioni Onlus (o anche partiti politici), riconoscendo una priorità per coloro che si impegnano realmente a favore della comunità, documentando la propria attività in modo serio e concreto.
Tutti gli altri soggetti rinuncino ai privilegi ed esercitino, al pari di tutti i pubblici esercizi autorizzati e nel rispetto delle normative vigenti, una regolare attività di impresa. Ovviamente resta indispensabile, affinché si realizzi uno svolgimento trasparente e corretto di tutte le manifestazioni, che la Regione adotti una specifica normativa in materia.
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