Sul tema delle troppe feste di piazza e sagre che fanno concorrenza ai ristoranti italiani si è parlato lo scorso fine settimana durante la trasmissione 'Il Gastronauta” di Radio24 condotta da Davide Paolini (nella foto).
Una trasmissione, quella di sabato mattina andata in replica domenica, che ha colto nel segno lo spirito della polemica, fin dagli esordi sostenuta da Italia a Tavola, sollevata da Ruggero Bonometti, segretario Arthob (l'associazione dei ristoratori bresciani) e vicepresidente del consorzio Cuochi di Lombardia, scaturita dalle oltre 1500 sagre e feste di paese che nel bresciano vengono organizzate ogni anno.
Il merito della messa a fuoco va certo a Paolini che ha saputo, con indiscussa professionalità, arrivare al nocciolo della questione: il problema italiano non è di certo legato a quelle sagre che, negli ultimi decenni, sono nate per valorizzare un prodotto tipico, ma in quelle generiche, del 'ranocchio” come le definisce il conduttore, legate a piatti non tradizionali come le 'grandi grigliate”.
Paolini, autore di un libro che ogni anno presenta le sagre italiane, ha anche sottolineato che i veri eventi enogastronomici hanno anche avuto il merito di mantenere vivi territori che e prodotti che sarebbero, diversamente, scomparsi. E tutto questo, va detto, ha contribuito, in diversi casi, anche al mondo della ristorazione. Un caso esemplare è in Abruzzo, a San Stefano di Sessanio con un prodotto particolare: le lenticchie hanno salvato questo borgo dalla cancellazione. Così come la Patata Rossa di Cetica in Toscana.
Un caso esemplare è quello di Gorgonzola: qui l'ente promotore della sagra si occupa di presentare il tipico formaggio lombardo e di valorizzarlo lasciando ai ristoratori il compito di proporre, con menu tematici, piatti della tradizione o rielaborati.
Quello che serve è una disciplina, una normativa che distingua le sagre. « Una domanda secca – ha dichiarato intervenendo un ristoratore pisano -: questi organizzatori di sagre rispettano la legge 865, i piani di autocontrollo e la tracciabilità del prodotto? A me risulta di no. In Toscana si vede di tutto e di più».
Claudio Nardocci, da 13 anni presidente dell'Unpli (Unione Nazionale Pro Loco d'Italia) è intervenuto precisando che da tempo l'associazione da lui diretta diffonde ai propri aderenti direttive, attraverso un manuale approvato anche dalla Comunità Europea, per il rispetto delle norme igienico sanitarie. Ma è chiaro che non sono sempre e solo le Pro Loco a promuovere eventi di piazza. Spesso si cela, dietro il concetto di 'sagra”, un fine unicamente commerciale a vantaggio di pochi.
I pareri ovviamente sono molteplici e, giustamente, discordanti: tra i vari interventi telefonici è emerso che c'è chi si approccia alle sagre distinguendole sulla base della qualità che queste offrono così come chi sottolinea che le stesse sono sempre e in ogni caso utili al territorio oppure chi denuncia la triste tendenza degli italiani ad accorrere alla sagra della patata fritta o dei funghi a volte neppure italiani. Fausto Fratti, ristoratore patron dell'Osteria Povero Diavolo a Torriana ed anche ideatore della "Scorticata, la collina dei piaceri", è intervenuto dichiarandosi contrario a tutte quelle manifestazioni di poca qualità, che non danno nulla al partecipante. «La nostra è una sagra che fa arrivare grandi professionisti da tutta Italia - ha commentato Fratti - dando la possibilità all'anziano, a chi non può spostarsi, di assaggiare piatti tipici di territori diversi dal nostro preparati da grandi chef».
Paolini ha inoltre ricordato che il tema verrà discusso anche in occasione di 'Territori in festival”, la manifestazione da lui stesso ideata, in programma a Montecatini Terme (Pt) dal 25 al 27 Settembre prossimo. L'argomento è stato affrontato anche questa mattina, a quanto sembra con una netta presa di posizione a favore del dilagare di sagre e feste, durante la puntata estiva di Uno Mattina andata in onda su RaiUno.
PER ASCOLTARE LA PUNTATA DEL GASTRONAUTA DEL 01 AGOSTO CLICCA QUI
Articoli correlati:
Troppe sagre e tavolate Il caso si fa nazionale
Sagre e ristoratori, anche nelle Marche si attende un cambiamento
Ora è davvero tempo di regolare le sagre Da Governo e Regioni servono atti concreti
La Fipe scende in campo: Ristoratori penalizzati dalle sagre
Anche i ristoratori italiani all'estero prendono posizione sulle feste di piazza
Ora i ristoratori alzano la testa. Anche da Bergamo 'no” alle sagre
Ristorazione vs sagre di piazza Da Brescia un primo spiraglio
Troppe sagre nelle piazze italiane Solo nel bresciano oltre 1500 nel 2008
Nella Leonessa d'Italia scoppia la battaglia della salamina
Feste popolari e di piazza I ristoratori bresciani dicono "no"