BRESCIA - Nel bresciano, così come in tutta Italia, con l'arrivo della bella stagione fioriscono eventi e manifestazioni di piazza. La cittadina lombarda si prepara, per i prossimi tre mesi, ad accogliere oltre 150 eventi quasi sempre accompagnati da tavolate a base di grigliate, spiedo, pizza e casoncelli.
L'obiettivo, secondo gli organizzatori, è di riportare la gente all'aperto: «La parola d'ordine - ha dichiarato alla stampa locale Marco Stellini, presidente di Brescia In - è "riappropiarsi della città". Il tutto attraverso le grandi tavolate che animeranno le sere a prezzi ridottissimi dai 2 ai 6 euro (bibite comprese). Siamo popolari e ne fiamo felici. Il nostro obiettivo è riportare la gente in strada».
Un punto di vista che non piace però ai ristoratori bresciani che criticano la scelta dell'Amministrazione comunale di autorizzare tutti questi eventi. Ad alzare la voce in merito è l'Arthob, l'Associazione ristoranti trattorie hostarie bresciane, che riunisce oltre 200 locali bresciani di cui una settantina in città e che ha deciso di lanciare un appello per regolamentare il tema.
Un malessere che si ripresenta ogni anno e che non trova, stando a quanto riporta la stessa associazione, accoglimento dai sindacati di categoria (Confcommercio e Confesercenti) in quanto gli stessi rappresentano anche gli ambulanti o le varie società di ristorazione collettiva che operano soprattutto in questo periodo.
«Arthob non è contenta di queste manifestazioni - dichiara Ruggero Bonometti (nella foto), segretario Arthob e vicepresidente del Consorzio Cuochi di Lombardia - perchè tolgono lavoro ai nostri associati. I clienti che frequentano la città già sono pochi, in modo particolare d'estate. Per questo invito i ristoratori a far sentire la propria voce alle rispettive amministrazioni comunali. Inoltre va detto che noi siamo costantemente, e giustamente, controllati dalle Asl per il rispetto delle norme igienico-sanitarie, mentre questi che si prodigano in ristorazione all'aperto con una finta tutela».
Il dibattito è dunque aperto nell'ottica di trovare una soluzione che possa accontentare tutte le parti chiamate in causa.
«Se queste sono le idee per rilanciare il centro storico - ha proseguito Bonometti - non ci siamo proprio, per noi ristoratori è una vera mazzata che ci piomba addosso. In questo periodo, cominciano le varie sagre di paese in paese, feste politiche, feste varie e manifestazioni di ogni genere. Questo genera un calo delle presenze nei nostri ristoranti con il fatto che non possiamo congelare i dipendenti e scongelarli quando ci servono. Di conseguenza ci troviamo comunque a pagare le spese di gestione. Vogliamo che venga messo un freno a queste manifestazioni».
La situazione non riguarda ovviamente solo Brescia ma tutta Italia. Il tema coinvolge le troppe sagre e le feste in cui, quasi sempre, i vincoli ed i controlli igienico sanitari, e quelli fiscali, sono allentati. Ed i primi a pagarne le conseguenze sono i ristoratori che le regole le devono invece rispettare tutti i giorni. E devono anche fare quadrare i loro bilanci e pagare gli stipendi ai dipendenti...
Spesso queste iniziative sono affidate ad ambulanti o società di catering che anche da un punto di vista sindacale godono di tutele forse superiori a quelle dei ristoratori. Ed è qui che, fose, si dovrebbe aprire un dibattito serio coinvolgendo le istituzioni ed i sindacati più rappresentativi, a partire da Fipe e Confesercenti.
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