Nei giorni scorsi la politica italiana ci ha mostrato un po' tutti i suoi volti, che non sono purtroppo tutti belli. E lo possiamo affermare anche da un osservatorio di settore quale il nostro, attento per sua natura a quello che riguarda l'Horeca e la filiera agroalimentare. Il primo, quasi inaspettato e perciò degno di maggiore attenzione, riguarda la 'responsabilità”:
con le modifiche sostanziali apportate al testo sulla sicurezza stradale, che hanno ridimensionato l'inutile peso affidato ai pubblici esercizi per scoraggiare l'abuso di alcol, sono state accolte le osservazioni della Fipe e di 'Italia Tavola”, facendo un servizio al Paese. Dopo tanta demagogia, in Parlamento è prevalso il buon senso e di ciò va dato atto ai politici coinvolti in commissione Trasporti.
La politica italiana non finisce però mai di stupire, ed ecco che dopo uno scatto che ci dovrebbe rendere solidali con la classe politica assistiamo invece a un altro volto: quello del 'disinteresse”. In questo caso l'oggetto è
l'intesa, per molti versi storica, fra la Fipe e le Pro loco per cercare di regolarizzare quella piaga gravissima delle sagre tarocche che pesano sulla qualità del turismo e dell'offerta enogastronomica nazionale. Di fronte a una svolta a cui l'associazione di categoria (in questo caldeggiata e sostenuta da 'Italia Tavola”) ha dato un contributo determinante, suona assai preoccupante che non un solo politico di rango abbia apprezzato l'iniziativa o annunciato di volerla rafforzare anche sul piano legislativo. Eppure, al di là del ministro dello Sviluppo economico vacante (perché Berlusconi ne detiene l'interim) molti colleghi di Governo possono essere interessarti a questa novità. Ma tutti han fatto finta di nulla.
In ogni caso meglio politici disinteressati che conniventi con operazioni da 'vergogna”. Basterebbe pensare al
caso del neo Cavaliere del lavoro italo-australiano Sebastiano Pitruzzello, fra i cui meriti c'è la produzione di 'Parmesan” o di false mozzarelle. Dopo le giuste dichiarazioni di guerra contro i taroccatori, in attesa di diventare Governatore del Veneto, l'ex ministro Luca Zaia non si è certo preoccupato di dare un occhio alla proposta 'oscena”, ci si perdoni il termine, dell'Ambasciata italiana in Australia. Il successore Galan ha fatto lo stesso e ora sta zitto solo perché la proposta non era venuta da Zaia, altrimenti ci avrebbe polemizzato più che volentieri. E intanto la politica italiana segna una pagina decisamente di vergogna perché di tutto avevamo bisogno, meno che di portare sugli altari proprio il produttore tipo indicato dai politici come il nemico del Made in Italy...
E dopo responsabilità, disinteresse e vergogna c'è purtroppo un ulteriore volto che la politica italiana ci sta mostrando. Ed è forse quello più preoccupante: la falsità. E qui vogliamo denunciare senza se e senza ma l'arroganza di una classe politica che vuole mettere il bavaglio all'informazione. In linea con tutta la stampa libera italiana - che non guarda al colore di chi siede a Palazzo Chigi in questo momento - non possiamo che contestare la volontà di impedire ai giornalisti e agli editori di fare il loro mestiere con la scusa di mettere un freno alle intercettazioni di cui si è certamente abusato. Con la legge approvata per ora solo al Senato la 'casta” si garantirà per sempre l'impunità insieme agli imbroglioni e noi, per restare al nostro settore, non potremo nemmeno più denunciare i pur numerosi scandali che, fra adulterazioni e taroccamenti di alimenti, mettono a rischio la salute degli italiani. Tutto sembrerà più bello e più pulito in questo Paese, ma solo perché sarà ufficialmente falso.
Alberto Lupini
alberto.lupini@italiaatavola.netArticoli correlati:
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