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Sagre, sono tarocche 2 su 3 Servono regole per quelle buone

Il Gastronauta Davide Paolini lancia da “Territori in Festival di Montecatini l’idea di un manifesto per nuove norme. Pieno accordo del direttore di Italia a Tavola e di Aldo Mario Cursano, vicepresidente vicario della Fipe-Confcommercio. Le Pro Loco insistono sulla “convenienza” dell’offerta

26 settembre 2009 | 10:00
Sagre, sono <font color='red'>tarocche</font> 2 su 3 
Servono regole per quelle buone
Sagre, sono <font color='red'>tarocche</font> 2 su 3 
Servono regole per quelle buone

Sagre, sono tarocche 2 su 3 Servono regole per quelle buone

Il Gastronauta Davide Paolini lancia da “Territori in Festival di Montecatini l’idea di un manifesto per nuove norme. Pieno accordo del direttore di Italia a Tavola e di Aldo Mario Cursano, vicepresidente vicario della Fipe-Confcommercio. Le Pro Loco insistono sulla “convenienza” dell’offerta

26 settembre 2009 | 10:00
 

Davide PaoliniSe un'accurata indagine svolta dalla Provincia di Arezzo può essere utilizzata come campione del territorio nazionale (ma il condizionale è solo uno scrupolo professionale …), in Italia almeno due sagre su tre sono fasulle, tarocche e comunque da abolire.  Il dato, una vera e propria bomba, è stato presentato in occasione della tavola rotonda moderata dal gastronauta Davide Paolini (nella foto a sinistra) che ha aperto a Montecatini terme (Pt) 'Territori in festival”, la manifestazione che, giunta alla sua terza edizione, ha lo scopo di valorizzare le sagre 'buone” che promuovono territori, prodotti tipici e gastronomia abbinando cultura, tradizione ed economia. Un appuntamento che ha visto un confronto diretto fra i vari protagonisti di quella che quest'estate è stata definita un po' come 'la guerra della salamina” che, partita da Brescia su iniziativa dell'Arthob e del Consorzio Cuochi di Lombardia, ha coinvolto tutta Italia.

In Toscana si tengono in un anno un migliaio di sagre (durata media dai 4 giorni in su). Nel solo Aretino 37 dei 39 comuni della provincia ne organizzano almeno 170, ma solo una sessantina di queste si possono considerare autentiche, perché nelle altre 'false' sagre si propongono prodotti o piatti che non sono del territorio e non c'è alcuna attenzione alle questioni ambientali o di igiene. Si può quindi ben capire perché Davide Paolini (che delle sagre 'giuste” è uno dei maggiori esperti italiani)  ha scelto la tribuna di Montecatini per lanciare la proposta di preparare un manifesto in cui fissare regole e modalità per uno svolgimento corretto di questi eventi. Il progetto, che mira ad superare l'attuale situazione che vede danni crescenti per la ristorazione (colpita da una concorrenza sleale) e seri pericoli per la salute dei Aldo Mario Cursanoconsumatori (vista l'assenza di un minimo di controlli su ciò che viene portato in tavola o venduto …), ha trovato il convinto sostegno di Alberto Lupini, direttore di 'Italia a Tavola” e che da tempo chiede nuove regole per il settore, di Aldo Mario Cursano (nella foto a destra), vicepresidente vicario della Fipe-Confcommercio, e presidente della federazione toscana, deciso paladino e esempio della ristorazione seria (nella foto), di Michele Corti, docente universitario esperto di zootecnia di montagna e sostenitore delle sagre autentiche, e (sia pure con qualche distinguo) di Gugliemo Nardocci, addetto stampa dell'Unpli, l'associazione nazionale delle Pro Loco da cui dipendono le manifestazioni di almeno 6mila comuni. Di tutti i soggetti, in sostanza, che in questi mesi hanno dato vita al dibattito sulle sagre e che per la prima volta si sono confrontati pubblicamente a Montecatini.

Tradizioni e recupero di antiche produzioni che rischiavano di essere perse sono di fatto gli obiettivi  su cui si sono trovati tutti d'accordo, anche se forse un po' meno convergenza c'è su cosa fare. Lupini, Cursano e Corti non hanno dubbi:  non devono più trovare facilitazioni e addirittura sostegni economici tutte quelle iniziative che non valorizzano il territorio (dai produttori ai ristoratori) e che sono solo occasione di fare business (dai festival della Nutella a quelli delle patatine fritte, dalle sagre del pesce di mare in montagna alle feste dei motociclisti). Chi le vuole organizzare è libero di farlo, pagando però gli oneri per l'utilizzo degli spazi pubblici, sottoponendosi a tutti i controlli che valgono per gli esercenti e utilizzando personale preparato e non volontari. Per le sagre 'in regola”, invece, ponti d'oro e coinvolgimento di ristoratori,  commercianti e produttori del territorio nella loro organizzazione. Diverso il parere di Nardocci che, pur concordando con gli altri che il settore va regolamentato, ha ricordato il valore economico di iniziative che attirano gente, insistendo sull'aspetto della socializzazione e sulla convenienza in termini di tariffe dei menu presentati nelle sagre rispetto a quelli della ristorazione. Tesi contestata però dal direttore di Italia a Tavola che ha insistito sulla mancanza di requisiti minimi da un punto di vista igienico sanitario nella maggior parte delle sagre tarocche e dal vicepresidente della Fipe che ha parlato di concorrenza sleale di chi propone dei prezzi falsati dalla mancanza degli oneri che gravano sulla ristorazione che garantisce però ciò che offre.

Per fortuna ci sono tante sagre serie e di valore, spesso organizzate da volontari, e che proprio a Montecatini hanno l'occasione di una vetrina nei diversi hotel che le ospitano. Il tutto unitamente a proposte culturali ed economiche mirano a valorizzare l'autenticità e a salvaguardare quei prodotti  che sono rappresentanti genuini del luogo. Pensiamo al Gongorzola, al tartufo di Acqualagna, allo zafferano di Navelli, in provincia de L'Aquila, alla Panissa di Vercelli, e così via.


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26/09/2009 10:00:00
4) Basta con le pro loco che pensano al cassetto
è ora che si faccia un po' d'ordine nel feste e sagre paesane. Ricordo che la pro loco ha come obbiettivo promuovere il territorio e non quello di sostituirsi alle aziende ristorative. Vi siete mai trovati a feste o meglio 'bolge” del genere? Nella mia zona questa estate ogni giorno c'era una manifestazione. Addirittura nel mese di agosto c'è che mi ha chiesto di contribuire alla realizzazione di un opuscolo per promuovere il territorio in occasione del ritiro di una nota quadra calcistica. Bene! Aderisco io e parecchi ristoratori della zona pagando una quota, e non poco. Volete sapere come è andata a finire? è successo che quando sono arrivati i tifosi al seguito della squadra per una partita amichevole, circa 800 persone, i volontari della sportiva hanno avuto la felicissima idea di preparare polenta e spiedo a un prezzo 'popolare” 10,00 euro a persona. Morale? Tutti al campo a mangiare polenta e spiedo. E i ristoratori? A grattarsi le P…. Quindi oltre al danno anche la beffa !
Aver pagato la pubblicità sul'opuscolo e i clienti sono stati 'trattenuti” con la proposta gastronomica a basso costo. Ma… la vogliamo finire o no! Mi chiedo possono questi signori fare concorrenza, sì dico concorrenza, ai ristoratori. Evidentemente sì, visto che nessun organo di controllo interviene. Comunque è concorrenza sleale.
E poi non vedo assolutamente cosa centra la promozione turistica con il far "cassetto". In alcuni casi ho visto somministrare alcol a bambini dall'apparente età di 13/14 anni. Scusate se è poco.
Poi siamo sicuri che questi osservino le norme di igiene, pagano le tasse e sono in grado di manipolare gli alimenti in modo corretto. Basta!!! Le pro loco, alpini, sportive, gruppi politici ecc. che facciano, se vogliono, promozione turistica e non si mettano a somministrare alimenti e bevande al pubblico. Se proprio vogliono collaborare con i ristoratori e gli addetti ai lavori, si può stabilire assieme una linea di promozione turistica nella quale nessuno 'pesti” i piedi all'altro. Scusate lo sfogo. 


26/09/2009 10:00:00
3) Bravo Paolini che prende posizione
Il dibattito sulle sagre è stato vivo a luglio in provincia di Alessandria, dove ogni anno a giugno vado all'attacco sui giornali locali. Dal mio intervento ha preso spunto l'Ascom, si veda http://www.corriereal.it/?pos=003.0044
poi Massobrio si è schierato dalla parte delle sagre...
Mi fa piacere che Paolini ora (peraltro un po' tardi, visto che la stagione delle sagre è finita) venga sulle mie posizioni.


26/09/2009 10:00:00
2) Altro che volontariato, alcune Pro Loco hanno troppi soldi
Un tempo esisteva la festa patronale e la cosa finiva lì. Oggi ci sono pro loco che fanno anche 20 iniziative all'anno. A che pro, visto che sono no profit? A volte c'è qualcuno che ci mangia sopra ma in genere non è questo: è la mania di fare l'imprenditore, che contagia un po' tutti gli italiani. So di pro loco che hanno patrimoni assurdi in buoni del tesori. Secondo me bisognerebbe sequestrarglieli. Davvero bisogna però anche chiedersi perchè la gente spende soldi per mangiare male e non va nei ritoranti.


26/09/2009 10:00:00
1) Basta con le pro loco che pensano al cassetto
è ora che si faccia un po' d'ordine nel feste e sagre paesane. Ricordo che la pro loco ha come obbiettivo promuovere il territorio e non quello di sostituirsi alle aziende ristorative. Vi siete mai trovati a feste o meglio 'bolge” del genere? Nella mia zona questa estate ogni giorno c'era una manifestazione. Addirittura nel mese di agosto c'è che mi ha chiesto di contribuire alla realizzazione di un opuscolo per promuovere il territorio in occasione del ritiro di una nota quadra calcistica. Bene! Aderisco io e parecchi ristoratori della zona pagando una quota, e non poco. Volete sapere come è andata a finire? è successo che quando sono arrivati i tifosi al seguito della squadra per una partita amichevole, circa 800 persone, i volontari della sportiva hanno avuto la felicissima idea di preparare polenta e spiedo a un prezzo 'popolare” 10,00 euro a persona. Morale? Tutti al campo a mangiare polenta e spiedo. E i ristoratori? A grattarsi le P…. Quindi oltre al danno anche la beffa !
Aver pagato la pubblicità sul'opuscolo e i clienti sono stati 'trattenuti” con la proposta gastronomica a basso costo. Ma… la vogliamo finire o no! Mi chiedo possono questi signori fare concorrenza, sì dico concorrenza, ai ristoratori. Evidentemente sì, visto che nessun organo di controllo interviene. Comunque è concorrenza sleale.
E poi non vedo assolutamente cosa centra la promozione turistica con il far "cassetto". In alcuni casi ho visto somministrare alcol a bambini dall'apparente età di 13/14 anni. Scusate se è poco.
Poi siamo sicuri che questi osservino le norme di igiene, pagano le tasse e sono in grado di manipolare gli alimenti in modo corretto. Basta!!! Le pro loco, alpini, sportive, gruppi politici ecc. che facciano, se vogliono, promozione turistica e non si mettano a somministrare alimenti e bevande al pubblico. Se proprio vogliono collaborare con i ristoratori e gli addetti ai lavori, si può stabilire assieme una linea di promozione turistica nella quale nessuno 'pesti” i piedi all'altro. Scusate lo sfogo. 




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