Sarà perché la crisi ha colpito duro, o forse perché durante le ferie il mondo dell'ospitalità e della ristorazione gioca un ruolo centrale. Fatto sta che l'estate 2009 si è finora caratterizzata per vicende che hanno avuto per protagonisti i pubblici esercizi, con non poche ricadute anche a livello politico. Mai come quest'anno l'opinione pubblica si è infatti resa conto del ruolo che svolgono, o dovrebbero svolgere, gli operatori del settore e finalmente se ne discute non solo fra gli addetti ai lavori.
Il nostro network, attraverso il quotidiano online e la newsletter settimanale, ha tenuto costantemente alta l'attenzione su quattro temi che rappresentano emblematicamente altrettante gravi storture che limitano pesantemente il comparto e che non aiutano certo il rafforzamento della filiera agroalimentare: sagre, alcol e adolescenti, disinteresse degli enti locali per il turismo enogastronomico e garanzia dei prodotti alimentari. Questioni a cui nel mensile di settembre dedichiamo non a caso ampio spazio, convinti che non si tratta delle solite discussioni estive.
La questione più forte è quella delle troppe sagre, spesso senza senso e prive di legami con il territorio, che danneggiano i ristoranti. Sul tema sollevato dall'Arthob di Brescia e dal neonato Consorzio cuochi di Lombardia, e da noi portato alla ribalta nazionale, abbiamo registrato adesioni da tutta Italia, tanto che la Fipe è scesa formalmente in campo rilanciando la nostra richiesta alla politica per regolare una situazione ormai insostenibile per la concorrenza sleale ai ristoratori, per l'evasione fiscale e il mancato rispetto delle normative igienico sanitarie. Non meno importante è la delicatissima questione dell'abuso del consumo di alcol da parte degli adolescenti che ha portato il Comune di Milano ad adottare, primo in Italia, provvedimenti da tolleranza zero. E ciò, nonostante la colpevole negligenza di molti gestori di locali notturni, che non rispettano le leggi, e il patetico tentivo di copertura degli stessi da parte del sindacato dei locali da ballo, che parla di 'proibizionismo”.
Di non poco conto è poi la sostanziale assenza, salvo lodevoli eccezioni, di politiche coerenti degli enti locali per sostenere il turismo enogastronomico valorizzando e garantendo la qualità. Del resto non potrebbe essere altrimenti visto che la politica italiana continua a giocare su questi temi con un rincorsa per etichettare tutto, quasi questo fosse l'unico strumento, aprendo però al tempo stesso varchi devastanti come nel caso delle proposte di legge sulla grappa fai da te.
Alberto Lupini
alberto.lupini@italiaatavola.net
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