Dopo l'ordinanza di Milano che vieta ai giovani sotto i 16 anni di consumare e di acquistare alcolici in strada o nei locali, sono in molti, tra psicologi, opinionisti, esperti di problematiche adolescenziali, politici e lavoratoti del settore, che decidono di esprimere la propria opinione al riguardo. Pubblichiamo la lettere aperta di Antonio Flamini (nella foto), vice presidente nazionale, responsabile comunicazione Silb-Fipe (Associazione imprenditori locali da ballo e di spettacolo).
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Qualunque tentativo di sensibilizzare i giovani contro i comportamenti negativi a favore di quelli positivi è corretto e lodevole. Come rappresentante di una categoria di esercenti che vive ogni sera a stretto contatto con le nuove generazioni ho tutto l'interesse che i nostri giovani siano sani e consapevoli delle loro azioni. Per questo, prendendo come spunto la questione del consumo degli alcolici, mi permetto di fare alcune riflessioni di carattere più ampio.
Il proibizionismo e i divieti fanno parte di un sistema di scarso successo e servono solo a lavare la coscienza alle famiglie che sembrano non avere più nessuna capacità (o voglia) di controllo sui giovani. Proibizionismi e divieti non creano educazione. I giovani sono 'materia” delicata e la gestione della loro vita non può essere lasciata in mano a chi è troppo distante da loro. Informazione, prevenzione ed educazione fatte in maniera seria sono l'unica soluzione per responsabilizzare i giovani. Per questo sosteniamo con ogni sforzo iniziative come 'Guido con prudenza 2009” intrapresa con il ministero dell'Interno e l'Ania.
Non c'è nessun tentativo di capire i motivi che sono alla base delle tendenze e dei comportamenti giovanili e con tali divieti si rischia solo di alimentare la trasgressione e quindi ottenere l'effetto contrario. Non c'è nessun tentativo di proporre delle alternative valide che possano aiutare i nostri giovani a crescere in un modo consapevole protagonisti delle loro decisioni responsabili, scongiurando comportamenti autodistruttivi e dannosi alla salute.
La verità è che stiamo togliendo ai giovani la speranza nel futuro e quindi la voglia di approfondire qualunque cosa per capire cosa è giusto o sbagliato, cosa serve veramente e cosa è inutile. Stiamo creando una generazione di confusi, di giovani che non sanno 'chi sono, che cosa fanno e dove devono andare”.
Tutti insieme dobbiamo rimboccarci le maniche e percorrere il faticoso cammino dell'educazione della responsabilizzazione e dell'autocontrollo che consenta ai giovani di essere padroni della loro vita.
Antonio Flamini
Vice presidente nazionale, responsabile comunicazione Silb-Fipe (Associazione imprenditori locali da ballo e di spettacolo)
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