Milano torna ad essere la capitale morale d'Italia. Almeno per quanto riguarda il problema dell'abuso di alcol (e non solo) da parte dei minorenni e della gestione dei locali notturni sembra che il capoluogo lombardo voglia fare sul serio. Grazie all'ordinanza del Sindaco Letizia Moratti, Milano diventa il primo Comune d'Italia ad avere un codice anti alcol e nessuno avrà più alibi. Dai ragazzini under 16 ai loro genitori che troppo spesso rinunciano al loro ruolo scaricando le colpe sulla società. E senza dimenticare quei commercianti e gestori che in nome di un facile guadagno troppo spesso hanno rinunciato a rispettare la legge che, pure, vieterebbe di somministrare bevande al di sotto di una certa età.
Certo qualcuno già si lamenta che con questo atto (che speriamo vada ben oltre il periodo sperimentale dei 120 giorni iniziali) si procede lungo la strada dei divieti e non su quella, certamente più efficace sui tempi lunghi, della convinzione e del coinvolgimento. Per la quale si sono peraltro già attivate numerose iniziative in tutta Italia in nome di quel 'Bere responsabile” che resta la via maestra. Ma vista la gravità del problema e la assoluta irresponsabilità che sembra prevalere su questo tema, non si può non plaudere all'iniziativa della Moratti. E ai soliti perbenisti che già parlano di proibizionismo ci sarebbe da chiedere se non si rendono conto che alcune loro osservazione scientificamente ineccepibile offrono però una copertura non dovuta , quasi una connivenza, ad alcuni gestori di locali notturni (discoteche in primo piano) che dal giro di vite di Milano temono un colpo ai loro facili guadagni. Una lobby potente che ha finora tirato le fila dettando le 'regole” degli esercizi pubblici a livello di istituzioni e di sindacati, infischiandosene della salute dei giovani cittadini. E anche di quelli più grandi...
Anzi, se ora si è arrivati allo stop dello sballo dei minorenni è anche perchè si è in piena Tangentopoli nella Milano notturna, dopo gli avvisi di garanzia per le licenze facili nelle discoteche che hanno coinvolto, fra gli altri, il Comandante della Polizia locale, Emiliano Bezzon, e Rodolfo Citterio, presidente del Silb, il sindacato dei locali da ballo e dirigente nazionale della Fipe. Certo non c'è alcuna relazione formale fra l'inchiesta della Procura di Milano sulle licenze dei locali notturni e l'ordinanza del Sindaco, ma è indubbio che se la Moratti ha deciso di usare il pugno di ferro è perchè il 'sistema” aveva superato ogni livello di sopportabilità e c'era l'obbligo, anche morale, di dover chiamare a maggiore responsabilità i baristi e i proprietari di quei locali meta della movida dei giovani milanesi.
Certo i divieti non bastano. La questione è molto più seria di quel che appare. Se da un lato c'è di mezzo un comportamento non proprio cristallino ed al limite della legalità di alcuni locali (che non sono certo la maggioranza per fortuna...), su cui i controlli e le sanzioni (magari da inasprire se necessario) potranno risultare efficaci, dall'altro lato va detto che l'ordinanza poco potrà fare sul piano delle famiglie dove spesso genitori e figli parlano linguaggi diversi.
Il vero punto debole di questa ordinanza è in ogni caso la sua reale applicazione ed i controlli. Così come abbiamo già osservato a proposito del più blando (ma pure significativo) intervento di Gianni Alemanno a Roma (che punta più sulla collaborazione dei commercianti che non sulle sanzioni...), se non ci saranno vigilanze e sanzioni immediate il provvedimento della giunta milanese non servirà a nulla e i ragazzini ne approfitteranno. E il banco di prova, al di là dei bollettini delle multe inflitte, non potranno che essere i luoghi della movida: se si continueranno a vedere under 16 sdraiati per terra incoscienti e tappeti di bottiglie di birra o vodka anche la signora di ferro milanese dovrà ammettere di avere perso una battaglia che, invece, le auguriamo di poter vincere alla grande, così da obbligare tutti i primi cittadini d'Italia ad imitarla in nome del Bere responsabile. Un invio che è stato rilanciato anche dal presidente del consiglio Silvio Berlusconi e che di buon grado abbiamo riproposto, non senza osservare però che le leggi vanno rispettate da tutti e che questew sono tanto più efficaci se dall'alto viene il buon esempio.
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