«Ottima iniziativa quella della Moratti, che potrebbe essere estesa a tutta Italia. Io sono estremamente preoccupato per l'uso sconsiderato che i giovani fanno dell'alcol, e infatti da tempo avevo in mente di agire per mettere rimedio ad una grave emergenza. Per questo, ben vengano altre ordinanze da parte di sindaci di tutta Italia, avranno tutto il mio appoggio». Lo afferma il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in una intervista al 'Corriere della Sera' sul divieto di bere alcolici per gli under 16. Berlusconi non esclude neppure una legge di carattere nazionale.
Una posizione che si spera ora possa aprire davvero un nuovo corso nazionale, a cui dovrà fare seguito però un comportamento coerente da parte di tuti i politici visto che non si può "vietare" ciò che ci si concede...
Per il momento ci sono già dei segnali interessanti. La nuova giunta di centrodestra di Pavia potrebbe ad esempio presto seguire l'esempio di Milano. A confermarlo è il sindaco, Alessandro Cattaneo: «martedì prossimo, durante la riunione di giunta, decideremo se adottare l'ordinanza. In linea di principio sono favorevole al provvedimento. Bere alcol sotto i 16 anni non è educativo». Della sua idea è anche Rodolfo Faldini, assessore alle Politiche giovanili. «Condivido l'ordinanza della Moratti. A mio avviso, serve un'educazione sin dalle scuole elementari per sensibilizzare sui danni che l'alcol può creare con il passare degli anni». Anche il sindaco di centrodestra di Bergamo, Franco Tentorio guarda con attenzione all'ordinanza ma, almeno per il momento, non ha intenzione di seguirne l'esempio. «Effettueremo un censimento delle normative in vigore negli altri Comuni e dei loro effetti - ha detto Tentorio - per vedere se e come possano essere importabili anche nella nostra città». «La questione - ha fatto sapere per parte sua l'assessore alla Sicurezza Cristian Invernizzi - sarà affrontata dalla giunta la prossima settimana».
In attesa di vederne gli effetti a Milano nei prossimi 40 giorni, si propone intanto di chiedere il parere sull'ordinanza al Prefetto, al Sert, al servizio Politiche Giovanili, ma soprattutto ai Presidi delle scuole il sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci (Pd). mentre il sindaco di Ancona, Fiorello Gramillano non si preclude alcuna strada: «credo piùnella formazione che non nella repressione. Un'azione formativa e informativa per dissuadere i minori dall'abusare di alcol, già sarebbe un grosso deterrente. Comunque martedì, in giunta, affronteremo la questione». La soluzione milanese a Brescia non sembra, invece, destinata per ora ad essere ripresa. Il vice sindaco Fabio Rolfi pensa, per ora, ad incontrare le associazioni di categoria, dai baristi ai gestori di locali, per «affrontare con loro la questione e approvare iniziative comuni». Tra queste sembra piacere quella di «steward che si occupino di mediare tra i ragazzi e i baristi nei luoghi della città maggiormente frequentati». n'idera un po' bislacca in uan città la cui amministrazione per ora si è fata notare in Italia per la "guerra della salamina" che ha opposto i ristoratoi agli amministratori accusati di essere troppo lathi di cncessioni con le sagre e le feste in piazza...
Intanto il deputato dell'Udc Saverio Romano ha annunciato la presentazione di un disegno di legge che introduca il divieto di acquisto e consumo di alcolici per i ragazzi sotto i sedici anni. E c'è chi, sempre a livello politico, comincia a volersi distinguere, magari esagerando anche un po' perchè un conto è evitare le sbronze dei minorenni...ed un'altra vietare anche il Bere responsabile.
Vediamo un caso emblematico che parte dal fatto che, come nei bar di tutta Italia, alle 6 del pomeriggio scatta ad esempio nelle buvette di Camera e Senato l'ora dell'aperitivo, con prosecco e spritz accompagnati da patatine e mandorle salate. Ma per la senatrice del Pdl Maria Ida Germontani è venuto il tempo che dal 'palazzo' parta il buon esempio e, sulla falsariga di quanto deciso a Milano per gli under-16, si vieti la vendita di alcol nei bar del parlamento.
«Ha ragione il presidente Berlusconi quando plaude all'iniziativa del comune di Milano che ha deciso di vietare la vendita degli alcolici ai minori - ha spiegato la Germontani in una nota - una decisione importante e che punta a intervenire su un fenomeno che sta diventando sempre più preoccupante e che mette in pericolo la salute e la vita di migliaia di giovani. In questo senso farebbero bene anche le altre città ad adeguarsi ad una normativa restrittiva, che appunto freni o quantomeno scoraggi le giovani generazioni all'uso delle sostanze alcoliche». Ma non solo.
«è evidente che in questa battaglia il mondo della politica non puo' rimanere a guardare e anzi deve dare un segnale concreto partendo per esempio dal divieto di vendita di alcolici all'interno delle buvette di Camera e Senato», ha sottolineato. Un divieto, ha tenuto a precisare, «che peraltro non suonerebbe come 'fondamentalismo', visto che negli Stati Uniti da anni vige questa restrizione, ma piuttosto un messaggio significativo verso quei tanti ragazzi che ogni giorno sempre di più rovinano la loro vita attaccati al collo di una bottiglia».
Una proposta che francamente ci sembra semplicemnte bislacca. Il buon esempio che i politici devono dare è quello di non ubriuacarsi e non assumere coca (pratica che secondo una nota inchiesta delle Jene sarebbe invece assai diffusa...). Nè in parlamente, nè in luoghi pubblici, nè in quelli privati. Ma da qui a vietare consumi che se, corretti, fanno anche bene alla salute ce ne passa. L'esempio che deve venire dalla buvette semmai, è quello di non avere prezzi di favore (e su questo tema a Palazzo Madamna avevano fatto retreomarcia dopo le prese di posiuzione della stampa, fra cui "Italia a Tavola") e di oreferire nei consumi prodotti italiani. Metodo Classico o Prosecco invece dello Champagne, grappa invece che vodka...
Per il resto cerchiamo di essere seri e di sostenere sul serio la scelta della tolleranza zero per gli under 16. Sarebbe già un successod ell'intero Paese.
a.l.
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