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Alcol e minori, per la psicologail rigore può aumentare il senso di sfida

La psicologa Anna Oliverio Ferraris esprime la sua opinione sulla questione alcol e minori: «Non è detto che le nuove norme servano a contenere quella che è una emergenza tra i giovani. Anzi in alcuni casi il divieto può aumentare il senso di sfida alle autorità, tipico dell’adolescenza»

 
21 luglio 2009 | 15:02

Alcol e minori, per la psicologail rigore può aumentare il senso di sfida

La psicologa Anna Oliverio Ferraris esprime la sua opinione sulla questione alcol e minori: «Non è detto che le nuove norme servano a contenere quella che è una emergenza tra i giovani. Anzi in alcuni casi il divieto può aumentare il senso di sfida alle autorità, tipico dell’adolescenza»

21 luglio 2009 | 15:02
 

Anna Oliverio FerrarisMILANO - A seguito della decisione presa dal sindaco di Milano e dalla giunta, inerente il divieto di vendere alcool ai ragazzi con meno di 16 anni e di consumarlo, molte diverse e variegate le opinioni. Tra le tante una autorevole, quella della psicologa Anna Oliverio Ferraris (nella foto), in un'intervista rilasciata al quotidiano Il Giorno di domenica 19 luglio, raccolta da Elisa Buson. Questo il suo parere e commento al riguardo. Proibire non sempre paga, molto meglio educare i giovani a un corretto stile di vita. è questo in sintesi il pensiero di Oliverio Ferraris, docente di psicologia dello sviluppo dell'università La Sapienza, riguardo alle nuove norme anti alcol del comune di Milano.

«Proibire l'alcol ai teenager è sicuramente un segnale dell'attenzione che le istituzioni vogliono dedicare a questo problema - spiega la psicologa - ed è utile che in questi giorni si sia innescato un dibattito sui media, che serve a sensibilizzare il pubblico, insegnanti e genitori compresi. Ma alla fine dei conti non è detto che le nuove norme servano a contenere quella che ormai è una emergenza tra i più giovani. Anzi in alcuni casi il divieto può addirittura andare nel senso opposto a quello auspicato, aumentando il senso di sfida alle autorità, che è tipico dell'adolescenza».

«Il fatto è che l'alcol è diventato una moda per i ragazzi, un modo per stare insieme e per socializzare. Nei comuni Italiani organizzati con dei pulmini notturni per riportare i ragazzi a casa dopo la discoteca,  gli stessi autisti confermano che i ragazzi non ubriachi si possono contare sulle dita di una mano. Per questo sarebbe necessario educare i giovani in modo che sappiano regolarsi nei consumi e che imparino a dire no pure quando sono in mezzo agli amici. Fondamentalmente è quindi il ruolo di educatori e genitori ma anche dei rivenditori di alcolici».

«è giusto multare i gestori di questi locali che per i ragazzi rappresentano una vera tentazione. Una altra misura che sarebbe opportuna adottare è quella della loro chiusura anticipata».

La psicologa non condivide del tutto il tipo di pena che verrà inflitta ai teenagers sorpresi con il bicchiere in mano. Una multa cioè, con verbale da 450 euro notificato a mamma e papà: «La multa verrà pagata dai genitori, e in questo modo i ragazzi non verranno responsabilizzati , in quanto la vera punizione la subiranno mamma e papà. Meglio sarebbe punire i baby bevitori e rieducarli obbligandoli a eseguire dei lavori socialmente utili».

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