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Stop a sagre, alcol e castelli di sabbia Scatta l'estate dei divieti

Sono 556 gli atti approvati dai Comuni, per la maggior parte del nord. I sindaci fanno quasi a gara per emanare l’ordinanza più “originale” e restrittiva, dal consumo di alcolici nelle ore notturne all’uso delle panchine, dal bon-ton “balneare” al divieto di assembramento nei parchi pubblici

 
03 agosto 2009 | 15:31

Stop a sagre, alcol e castelli di sabbia Scatta l'estate dei divieti

Sono 556 gli atti approvati dai Comuni, per la maggior parte del nord. I sindaci fanno quasi a gara per emanare l’ordinanza più “originale” e restrittiva, dal consumo di alcolici nelle ore notturne all’uso delle panchine, dal bon-ton “balneare” al divieto di assembramento nei parchi pubblici

03 agosto 2009 | 15:31
 

Sono 556 gli atti approvati dai Comuni, per la maggior parte del nord. I sindaci fanno quasi a gara per emanare l'ordinanza più 'originale” e restrittiva, dal consumo di alcolici nelle ore notturne all'uso delle panchine, dal bon-ton 'balneare” al divieto di assembramento nei parchi pubblici, fino ad arrivare al divieto dei divieti: a Trento, infatti, è vietato protestare contro gli ormai familiari cartelli sbarrati di rosso. Di seguito la notizia riportata dal Corriere.it.

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 Ce ne sono per tutti i gusti. I sindaci fanno ormai a gara a chi sforna l'ordinanza più originale e restrittiva. In tema di vita notturna e consumo di alcolici come di recente Milano e Roma, ma anche di bon-ton 'balneare”, uso e abuso delle panchine, costumi religiosi o etichetta cimiteriale. Tutto è cominciato con una legge dell'anno scorso che dà carta bianca ai Comuni. E i primi cittadini non si sono fatti pregare. I divieti emanati per delibera sono ad oggi 556, partoriti in larga parte al Nord (330). Ne esistono di curiosi, altri che si imitano a vicenda. Ma su certe questioni non tutti i sindaci-sceriffo la pensano allo stesso modo.

L'alcol proibito. Milano e Roma, che impongono serate analcoliche ai minori di sedici anni, hanno ispirato decine di altri Comuni in tutt'Italia. Ravenna, Bergamo, Pavia, presto Napoli e Palermo. Ieri l'ondata di sobrietà ha raggiunto la punta della penisola, e anche Pizzo Calabro si è allineato alla linea dell'astemia per legge. In tema di proibizionismo la medaglia spetta però a Bologna, dove chi vende alcol deve chiudere i battenti tassativamente entro le 22. Tuttavia per gli amanti di vino e affini (anche se maggiorenni e vaccinati) c'è una minaccia molto più subdola: si tratta della direttiva comunitaria sul consumo di alcolici in «spazi e aree pubbliche senza licenze». In parole povere, addio alle feste paesane. Ve l'immaginate la sagra dello gnocco fritto senza lambrusco?

Le ordinanze balneari. Il sole estivo solletica l'estro sanzionatorio degli amministratori. E così, in certe località liguri, la mise concessa alle bagnanti di ordinanza in ordinanza è diventata sempre più austera e coprente, avviandosi pericolosamente verso il burqa (peraltro vietato nella leghista Azzano Decimo). A Capri e Positano sono banditi gli zoccoli (ma solo perché disturbano la pennichella), nel golfo di Amalfi stop ai fuochi e sotto gli ombrelloni di alcune spiagge dell'Oristanese non si può più fumare. Ad Eraclea ha fatto storia la delibera vagamente surreale di qualche anno fa che vieta di costruire castelli di sabbia. E se a Eboli non ci si può baciare in auto, a Forte dei Marmi costa molto caro prendersi cura del giardino: su taglia-erbe e motosega pende una taglia di 500 euro.

Parchi e panchine. Il proibizionismo selvaggio dilaga poi nei parchi pubblici. E così le panchine sono negate ai minori di 70 anni nei parchi di Vicenza. Non si fuma in quelli di Napoli, Bolzano e Verona; a Pordenone e Novara vietano gli assembramenti e a Voghera dopo le 23 nei giardini comunali non si può neppure entrare. L'elenco potrebbe continuare a volontà, vale la pena segnalare solo qualche caso. Nella solita Sanremo dell'iperattivo sindaco Maurizio Zoccarato non è consentito stendere i panni, passeggiare in costume, parcheggiare il camper, vendere fiori o giocattoli per strada, per non parlare della chincaglieria da ambulanti. Nei cimiteri napoletani d'estate i fiori vanno deposti col contagocce, mentre a Lugo di Romagna un regolamento dispone cosa scrivere sulle lapidi. Multe salate puniscono chi la fa per le strade di Trieste, ne sa qualcosa un turista polacco che ha osato innaffiare la statua di Sissi. Ma il divieto dei divieti è stato escogitato a Trento. Qui in pratica è vietato protestare contro tutta questa foga proibitoria. E chi si permette di toccare gli ormai familiari cartelli sbarrati di rosso pagherà 428 euro di multa.
Antonio Castaldo
Corriere.it


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