Ristoratori,
agenzie di viaggio e
gestori di spiagge e spazi demaniali. E forse non è ancora finita. Mano a mano che si scoprirà cosa c'è realmente dentro il
Codice del turismo qualcuno dovrà chiedersi da dove arriva tutta questa farina guasta che c'è in quel sacco... Non possiamo pensare che sia frutto solo del pensiero del ministro Michela Vittoria Brambilla, anche se finora non ne ha azzeccate molte nei suoi interventi. Preoccupa in particolare che un sacco di stupidate siano passate nonostante il pur obbligatorio filtro dei funzionari ministeriali che, pure, su questo provvedimento avrebbero dovuto dare il meglio di sé. Così purtroppo non è stato, e uno dei settori cruciali per la ripresa del Paese si trova invischiato in polemiche e contrapposizioni che non fanno il bene di nessuno.
E non si dica che il nostro è un pregiudizio. Se così fosse saremmo almeno in buona compagnia considerando che la
Fipe ha sparato palle chiodate contro questo Codice, arrivando al punto (chissà perché lo ha fatto) di minacciare ripercussioni politiche su Milano. Uno scontro che nasce dalla scelta della Brambilla di autorizzare di fatto la ristorazione ovunque senza prevedere l'applicazione delle regole che valgono per i ristoranti. Una guerra che finora è stata però solo minacciata. Pare infatti che la Confcommercio stia cercando contrastare il Ministro per ridurla a più miti propositi. Cosa che potrebbe essere ora facilitata dal fatto che è stata mezza azzoppata proprio a Milano dove il suo impegno in prima linea a fianco di Berlusconi per sostenere Letizia Moratti non è servito a molto. Anzi, per qualcuno è servito a favorire lo sfidante e probabile nuovo sindaco Giuliano Pisapia. Un po' come le sparate di un'altra pasionaria dell'ex polo dei moderati, la
Santanchè.
Ma le disavventure politiche della Brambilla potrebbero non finire qui. In attesa di vedere se la Fipe darà seguito sul serio alle minacce visto che c'è ancora l'appuntamento del ballottaggio a Milano, grossi guai potrebbero arrivare dagli alleati. La lega, che già ha pagato un prezzo salato a Milano, potrebbe finalmente accorgersi che il Codice del turismo è un'aperta violazione della Costituzione là dove fissa che in materia di turismo ed esercizi pubblici le competenze sono delle Regioni. Realtà che il Governo ha invece stravolto. E spingere per il federalismo ripristinando un centralismo superato sembra un po' un controsenso.
Per fortuna dal fronte del Governo vengono anche notizie buone. Come l'ammissione da parte del ministro della Salute,
Ferruccio Fazio, della stupidità fatta un anno fa con il famoso
decreto-vergogna che vietava senza vietarli gli additivi al ristorante. Purtroppo non si sa bene quanto abbia prevalso la ragionevolezza piuttosto che la lobby delle industrie che sapeva bene che non sarebbe stato possibile continuare a vietare in cucina l'uso di prodotti che invece sono liberi (e in alcuni casi assolutamente pericolosi...) in fabbrica. Fazio si è impegnato a non fare più decreti o ordinanze su questa materia in occasione di un incontro coi vertici della Fipe a Tuttofood. Per un verso ci sentiamo soddisfatti perché avevamo da tempo denunciato la stupidità di quel provvedimento nato sull'onda di '
Striscia la notizia”. Per un altro verso siamo invece delusi che il Ministro abbia perso l'occasione di dare una dimostrazione di stile cancellando quel provvedimento da analfabeti, sostituendolo con un elenco in cui indicare quali additivi possono essere pericolosi se usati in maniera sbagliata. Di questo avrebbero davvero bisogno i ristoratori e i consumatori.
Alberto Lupini
alberto.lupini@italiaatavola.netArticoli correlati:
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