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Che pasticcio, ministro Clini! Il Carnaroli non è un Ogm

Dopo l'uscita del ministro dell'Ambiente Corrado Clini, che ha citato una delle varietà più pregiate di riso fra quelle che avrebbero subito modificazioni genetiche, non si è fatta attendere la risposta di agricoltori e Consorzi di tutela per dire che il Carnaroli non c'entra nulla con gli Ogm

 
19 marzo 2012 | 09:44

Che pasticcio, ministro Clini! Il Carnaroli non è un Ogm

Dopo l'uscita del ministro dell'Ambiente Corrado Clini, che ha citato una delle varietà più pregiate di riso fra quelle che avrebbero subito modificazioni genetiche, non si è fatta attendere la risposta di agricoltori e Consorzi di tutela per dire che il Carnaroli non c'entra nulla con gli Ogm

19 marzo 2012 | 09:44
 

Infelici le dichiarazioni di giovedì 15 marzo, dettate dalla non conoscenza dell'argomento, del ministro dell'Ambiente Corrado Clini sull'ingegneria genetica applicata ad alcuni dei prodotti agroalimentari più rappresentativi del nostro Paese. Lasciamo da parte le giuste indignazioni delle associazioni degli agricoltori e dei consorzi di tutela e le scuse o le smentite ufficiali, gradite sì, ma tardive. Adesso occorre far comprendere certi concetti, già difficili per gli addetti ai lavori, figuriamoci per il consumatore. E queste ombre rimangono, anche se l'informazione non manca.

E al Carnaroli, prodotto emblema di un comparto risicolo in crisi mancava ancora di essere considerato Ogm! La varietà di riso Carnaroli è stata ottenuta nel 1945 dall'incrocio tra Vialone nano, con alto contenuto di amilosio che garantisce la tenuta in cottura e il Lencino, riso lungo, grosso e molto perlato, di cui la responsabilità della conservazione in purezza è dell'Ente nazionale risi, che peraltro tace sull'argomento.

Il presidente del Consorzio di tutela e valorizzazione varietà tipiche di riso italiano, Piero Vercellone, è rimasto sconcertato «il nostro consorzio dal 1997, anno della sua fondazione, si è prodigato nel tutelare le varietà storiche del nostro riso rispettando dei parametri agricoli di tradizione e i nostri agricoltori sono i veri custodi di questa biodiversità. I concetti affermati dal Ministro hanno gravi ripercussioni sull'opinione pubblica e l'agricoltore che con sacrifici economici continua a coltivare il Carnaroli, proprio per salvaguardare una tipicità del nostro territorio, si trova ancor più svantaggiato con una perdita in termini di prestigio e valore del prodotto stesso».

Altri Consorzi che tutelano queste tipicità hanno reagito alle parole del Ministro: uno per tutti, citiamo quello del Basilico genovese Dop che in questi giorni ha organizzato il Campionato mondiale del Pesto al mortaio: «Il basilico genovese Dop è il frutto dei fattori naturali e umani della zona di origine, ovvero delle condizioni pedoclimatiche e delle conoscenze tecniche dei coltivatori locali. Affermazioni di questo genere non riservano il dovuto rispetto al frutto del lavoro di generazioni di agricoltori che hanno reso famosa nel mondo una produzione straordinaria e vanificano il lavoro di informazione capillare e seria portato avanti dal Consorzio di tutela. Dimostra purtroppo l'approssimazione con la quale vengono trattati e diffusi argomenti che meriterebbero grande attenzione».

E adesso è opportuno incontrare il ministro Clini per fargli conoscere sforzi e impegno di questi enti.


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