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Tavolo di confronto tra i cuochi? Dal Gvci un no secco a Esposito

Il presidente del Gruppo virtuale cuochi italiani Mario Caramella certifica la divisione esistente fra i professionisti che operano all'estero. Cadono nel vuoto gli appelli del cuoco Emanuele Esposito per un'unità d'azione fra le berrette bianche che lavorano in Italia e nel mondo

10 agosto 2011 | 10:17
Tavolo di confronto tra i cuochi? Dal Gvci un no secco a Esposito
Tavolo di confronto tra i cuochi? Dal Gvci un no secco a Esposito

Tavolo di confronto tra i cuochi? Dal Gvci un no secco a Esposito

Il presidente del Gruppo virtuale cuochi italiani Mario Caramella certifica la divisione esistente fra i professionisti che operano all'estero. Cadono nel vuoto gli appelli del cuoco Emanuele Esposito per un'unità d'azione fra le berrette bianche che lavorano in Italia e nel mondo

10 agosto 2011 | 10:17
 

Al presidente del Gruppo virtuale cuochi italiani Mario Caramella (nella foto a sinistra) non interessa il tavolo di confronto tra i cuochi italiani che lavorano in Italia e all'estero proposto da Emanuele Esposito (nella foto a destra), general manger de Il Villaggio di Jeddah (Arabia Saudita). Anzi con una lettera inviata a Italia a Tavola, boccia senza termini la proposta del collega.

Mario Caramella ed Emanuele Esposito

Il cuoco Emanuele Esposito, che da tempo ormai porta avanti con determinazione una battaglia per la tutela del Made in Italy e della categoria dei cuochi e ristoratori, aveva, anche attraverso le pagine di Italia a Tavola, chiesto per il bene di tutto il settore nonché dell'intero Paese la creazione di un unico, grande gruppo invece delle tante (spesso inutili) associazioni. Esposito chiedeva un tavolo di confronto con il ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla per valorizzare la cultura enogastronomica italiana a 360°. L'obiettivo è essere più forti nel mondo: un'esigenza dei cuochi italiani che serve alla nostra filiera produttiva.

Ci stupisce, invece, che su una proposta, che può essere anche discutibile, Mario Caramella sia così duro con un collega e parli di disinformazione… Forse perché Esposito ha amici oltre che nel Gvci anche nel gruppo virtuale concorrente di Cuochi italiani nel mondo (Cim)? Ci spiace rilevare che il difetto tutto italiano delle divisioni e degli orticelli sia praticato anche fra i cuochi...


Ecco il commento del presidente Mario Caramella.

'
Sfascismo, piagnisteo e vittimismo. Capita troppo spesso di leggere in Italia commenti sullo stato della cucina italiana nel mondo, del made in Italy alimentare e soprattutto dei cuochi e culinary professional che vi lavorano, basati su questi toni pessimisti e disfattisti. In genere provengono da incompetenti, ma lasciano il segno. Io li trovo ingiustificati e non perché sono un ottimista. Perché allora? Perché i cuochi e i ristoratori che lavorano nella cucina italiana nel mondo sono esempi di successo professionale, nella stragrande maggioranza dei casi. Presentarli come vittime e orfani di chissà quali abbandoni da parte di istituzioni italiane, e una cretinata propalata da masanielli da strapazzo o da chi non conosce il settore. Alla lunga, forse, a danneggiare l'immagine vincente (si vincente!) dei culinary professional italiani nel mondo, sono più queste stupidaggini che altro. In quanto al Made in Italy, l'Italia rimane una delle superpotenze alimentari del mondo, sia in senso culturale che commerciale. E lo è da decenni, senza l'aiuto della politica, ma grazie a produttori capaci e tenaci che non a caso sono grandi alleati dei cuochi italiani all'estero. Non so veramente a chi giovi il catastrofismo e il piangersi addosso di alcuni mezzi di (dis) informazione. Questo non significa che non si debba essere critici o impegnarsi a fare meglio: noi come Gvci per esempio abbiamo denunciato molte volte l'assenza delle istituzioni nella promozione della cucina italiana all'estero, facciamo battaglie contro i taroccamenti della stessa, siamo in costante campagna per elevare il profilo professionale dei nostri cuochi, perché la competizione è forte. Ma questo fa parte della sfida professionale di ogni giorno di chi lavora all'estero in cucine e dintorni. E che in genere è molto soddisfatto di come vive! Altro che vittime! per favore quando fate queste polemiche inutili tenete il Gvci fuori.


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24/08/2011 15:27:00
4) Non interessa a nessuno salvaguardare la tradizione italiana
L'Italiano non si metterà mai d'accordo, io sono meglio di lui, è questo il pensiero, poi ci troviamo le insegne dei ristoranti con la nostra bandiera in giro per il mondo tipo "Bella Napoli" o Cucina Italiana, gestita da orientali ed altri che non sanno nemmeno da dove si inizia a fare un soffritto, quello che ho visto in America è raccapriciante, ristoranti con nomi italiani, gestito da Italiani/americanizzati che non sanno nemmeno loro cosa vuol dire dieta mediterranea, spaghetti scotti che nemmeno una persona senza denti mangerebbe, e noi siamo qui a discutere di metterci in una tavola rotonda come Re Artù? Con quello che ho letto deduco solo una cosa, non interessa a nessuno salvaguardare la nostra tradizione, i nostri sforzi, la nostra cultura, interessa solamente l'associazione, la mia è piu forte e me la tengo, tanto che il ministero dell'agricoltura si è svegliato con dei nomi alquanto stupidi, che non hanno nulla a che fare con la vera cucina Italiana e nemmeno con i prodotti italiani. Basta andare fuori dall'Italia per vedere delle castronerie nel piatti e sentirsi dire questo lo facciamo arrivare dall'Italia, olio di semi spacciato per olio extravergine Italiano, Mozzarella che sa di emmental svizzero nelle pizze, Pelati che solo dio sa da che parte del mondo arrivano, ma non certo dalla nostra amata Italia, queste discussioni le vedo poco costruttive, come quelle che ho letto in Facebook, infatti, solo poche decine di persone hanno risposto, qui si rispondono in 3, ma il mondo culinario non è fatto di 3 o 10... ma di migliaia di cuochi che si svegliano presto la mattina per preparare la nostra tradizione che certamente non è fatta di 3 primi e 3 secondi da hotel... ma di decine di succulenti piatti fatti con amore e professionalità nelle nostre cucine ITALIANE.


11/08/2011 10:32:00
3) Buttiamo via le vecchie ruggini!
Ringrazio Marco Medaglia per la sua disponibilità. Cerchiamo se è possibile di non scendere nelle polemiche, parliamo di Unione, se poi qualche collega non ritiene il tavolo di confronto e l'eventuale gruppo di non partecipare, il tempo darà le risposte, voglio credere ancora una volta nel Gvci e credo comunque che i margini di apertura ci siano ancora. Il commento di Caramella, non piace a nessuno, ma dobbiamo anche sentire la voce di tutti, anche quando si critica, diamogli tempo e sono certo che anche lui cambierà opinione, poi per dirla tutta, siamo tutti sulla stessa barca, tutti vogliamo migliorare e dare maggior voce alla categoria e valorizzare sempre più il Made in Italy, nessuno mai, ha parlato contro o offeso qualche collega, invito quindi tutti placare gli animi e se possibile buttare dietro le vecchie ruggini, le polemiche non aiutano certamente alla costruzione dell'unità, l'unità si costruisce solo se tutti siamo convinti e usiamo moderazione.


11/08/2011 10:14:00
2) Siamo tutti sulla stessa barca! Proviamoci!
Divisione, pianto, vittima, tre parole che non fanno parte per mia fortuna del mio vocabolario. Il mio vocabolario inizia dalla lettera R= rispetto, è quello che per 37 anni ho cercato con insistenza e abnegazione di tener fede. I miei articoli non hanno né una vena polemica e né tanto meno vittimismo. Il commento di Caramella non credo che sia rivolto a me direttamente. Voglio solo ricordare agli amici del Gvci che io mi ritengo una persona professionale, rispettosa dei ruoli e cerco nel mio piccolo di contribuire alla crescita del nostro marchio più qualificato, la Cucina italiana. Io non ho mai messo in discussione il lavoro dei colleghi, e mai lo farò. Io sono un CUOCO e per il cuochi lavorerò sempre. Il lavoro costante che il Gvci ha fatto e continua a fare non è in discussione, si possono discutere i modi, i tempi ma non le iniziative, e su questo che voglio rispondere a tutti voi, in Italia come all'estero ci sono tante associazioni e gruppi, mi ripeto per l'ennesima volta per non equivocarci, e sappiamo benissimo tutti che c'è uno sperpero di risorse economiche e anche umane. Per dare una slancio maggiore e credibilità a tutto io credo che si debba creare un organismo unitario, i, problemi del settore ci sono, questo non intacca minimamente la professionalità degli individui, sappiamo tutti quanti sia difficile in alcune zone Italiane e nel Mondo fare cucina italiana con prodotti di qualità, ma pur con tutte queste difficoltà riusciamo ogni giorno a portare sulle tavole dei nostri clienti il mio cibo. Possiamo discutere di tutto, e io sono aperto a tutto, ma non trasciniamoci in polemiche inutili che portano solo odio e distacco, sediamoci intorno a un tavolo e discutiamo di questa eventualità, non possiamo esimerci da questo confronto tra tutte le parti, cosa ci si perde, una giornata, questo non vuol dire intaccare la programmazione e la filosofia di ogni singola associazione o gruppo. Lasciamo da parte le polemiche vecchie, siamo tutti sulla stessa barca, se continuiamo con questo atteggiamento non gioverà a  nessuno, si creano ancor più divisioni io non vorrei che si creino le fazioni, ce ne sono già abbastanza. Invito ancora un a volta gli amici della Gvci a riconsiderare la mia offerta, il mondo è già pieno di polemiche inutili, cerchiamo di essere uniti, come lo furono i mille di Garibaldi, si è fatta l'Italia Unita è mai possibile che non si possa fare un gruppo unito? Chi in un modo e chi in un altro vogliamo la stessa cosa, il problema che ogni gruppo o persona confonde le cose personali con quelle sociali, siamo la categoria più vecchia al mondo, a parte le buone donne, non polemizziamo, non serve a nessuno, l'unità porterà a tutti benefici e una voce in capitolo a livello politico e a livello sociale. Se la Gvci a detto no a questo progetto, non lo ha detto a me ma a tutti i colleghi, ma non credo che Caramella intende dire no, andrebbe contro i suoi principi e contro la filosofia del Gvci. Io non lavoro contro, e non ho mai pensato di fare danno alla categoria, e non cerco in nessun modo le luci della ribalta, siamo tutti sulla stessa barca e lavoriamo tutti i santi giorni in difesa della Cucina italiana nel mondo, ma credo che sia giunto il momento di fare squadra e far sentire la nostra voce ancor più forte e più determinata, e sono certo che il Gvci non si tirerà indietro forte anche delle vostre battaglie. Lasciamo le polemiche e lavoriamo per il bene comune, l'unione ha portato sempre buoni frutti, nessuno mai, io per primo ha mai pensato di rubare il posto a nessuno, non sono quel tipo di persona e chi mi conosce sa benissimo che sono sempre dietro alle quinte. Non perdiamo questa occasione, cerchiamo una via di intesa con tutte le parti e vediamo cosa ne esce fuori, cosa ci costa provare?!


10/08/2011 17:22:00
1) Il Cim con Emanuele
Caro Alberto, volevo fare una piccola precisazione ho letto con attenzione i diversi articoli che la tua rivista ha dedicato alle problematiche della Cucina italiana nel Mondo. Come potrai immaginare la cosa interessa moltissimo me e il Cim e la proposta di Emanuele (che come giustamente dici è anche nostro socio oltre che amico) ha trovato ampia e favorevole eco sul nostro forum. Dalla risposta dello chef Caramella mi pare che non ci sia la volontà di collaborare ponendosi sullo stesso piano da parte di Gvci. Pazienza, un matrimonio si fa se ambedue gli interessati dicono sì. D'altra parte il mondo è grande e può essere che sia meglio che ci siano diverse organizzazioni, NON in concorrenza, ma che percorrono vie diverse. Poi ciascuno seguirà le sue strategie nel comune scopo di promuovere l'autentica cucina italiana e di tutelare la figura del cuoco. Comunque da parte nostra non c'è alcuna preclusione, né inimicizia, tanto che lo stesso chef Caramella è tuttora iscritto al nostro Social Network. Per quanto mi riguarda, ammetto che sono un po' rimasto deluso quando, dopo l''intervista che mi hai dedicato, mi sono trovato sbattuto fuori dal Gvci ma pazienza. Sopravvivrò continuando a impegnarmi in quello che faccio. Cordiali saluti




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