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L’olio italiano è il nostro petrolio Ritorniamo alla terra

L'olio d'oliva è un ingrediente fondamentale all'interno della dieta mediterranea. Se un tempo l'Italia era il primo produttore dell'oro giallo, oggi è costretta ad importarlo dall'estero. Dobbiamo tornare a puntare sulla ricchezza che la nostra terra ci offre, contro le logiche del profitto

 
28 luglio 2011 | 18:12

L’olio italiano è il nostro petrolio Ritorniamo alla terra

L'olio d'oliva è un ingrediente fondamentale all'interno della dieta mediterranea. Se un tempo l'Italia era il primo produttore dell'oro giallo, oggi è costretta ad importarlo dall'estero. Dobbiamo tornare a puntare sulla ricchezza che la nostra terra ci offre, contro le logiche del profitto

28 luglio 2011 | 18:12
 

L'olio è la risorsa più ricca che noi italiani abbiamo. Oltre ad essere la base della cucina mediterranea, senza l'olio extravergine d'oliva non può esistere la Cucina mediterranea italiana. Eravamo il primo produttore nel mondo di questo 'oro” in tavola. Spaventosamente per logiche comunitarie e per la mancanza di manodopera siamo costretti ad importare l'olio dai Paesi vicini, alterando così sia il vero gusto della nostra tradizione ma vendendo una cosa per un'altra. Il ministero delle Politiche agricole non ha ancora capito la ricchezza agroalimentare che abbiamo e che dobbiamo salvaguardare, siamo poco incisivi a livello comunitario, non si può e non si deve scendere a patti quando la nostra economia è in bilico e vogliono stravolgere la nostra vera identità.



Dalle quote latte al tonno e altri parametri imposti al nostro Paese hanno praticamente distrutto la nostra vera risorsa, in cambio di cosa? Di qualche contributo a fondo perduto, quanto in realtà abbiamo guadagnato e quanto abbiamo perso, tutto ciò siamo certi che ha portato ad un miglioramento della nostra economia? Perché ci ostiniamo a non capire e a non accettare che noi italiani siamo un Paese venuto dalla terra e dalla terra abbiamo costruito la nostra identità, siamo cresciuti, almeno fino alla mia generazione, nelle campagne. Oggi pochi sanno come piantare una piantina di pomodori, pochi sanno che per avere un buon olio deve essere raccolto non prima e non dopo, ma la momento giusto altrimenti si rischia di avere o un olio troppo dolce e con molta acidità o un olio praticamente come l'acqua. è il nostro petrolio, da sempre, e noi stupidamente non diamo peso e importanza a questo ingrediente che continua ancora oggi a far crescere milioni di persone.

Se facciamo un giro per l'Italia, anche attraverso le grandi autostrade, ci rendiamo conto che è come guidare nel deserto: da ambo i lati dell'autostrada, in particolare verso il Sud, ci renderemo conto delle centinaia di chilometri di terreno abbandonato a se stesso, quelle terre che fino a mezzo secolo fa ci hanno sfamato attraverso il sudore della fronte dei nostri nonni. Oggi noi tutti siamo laureati, tutti con giacca e cravatta, uno spuntino al volo. Le giovani generazioni non sanno nemmeno cosa mangiano, ci stiamo distruggendo. Un giorno non poco lontano, mangeremo cibi fatti in un laboratorio, dimenticandoci i sapori, gli odori: questa è la vera fine del mondo...

Ritorniamo alla terra, il ministero delle Politiche agricole, invece di regalare fondi a Tizio e Caio, faccia una campagna di sensibilizzazione e programmi seri per il ripristino delle nostre terre, creando delle aziende agricole sotto il controllo dello Stato. Non è socialismo, è Unità d'Italia e salvaguardia della nostra identità. La nostra terra, che ci ha sfamato e non ci ha mai abbandonato, è lì che aspetta di essere amata, coltivata. La natura, come gli animali, non si rivolta mai contro l'uomo se la si rispetta. Il problema è che forse noi abbiamo perso anche il rispetto di noi stessi. I giovani di oggi basta che abbiano un telefonino, un palmare, un paio di occhiali e una sigaretta e credono che il mondo sia loro. Non è così che si educano le nuove generazioni. Dalla scuola alla famiglia bisognerebbe rivedere un po' tutto. Quando io andavo alle elementari, se la maestra mi bacchettava e andavo da mia madre a piangere, lei mi dava anche il resto. Oggi si va in tribunale. Oggi si mangia la merendina, un tempo al massimo una fetta di pane con la Nutella.

Salviamo la nostra nazione, salviamo l'olio italiano e tutti nostri ingredienti, torniamo alla terra.

* General manager de Il Villaggio, Jeddah (Arabia Saudita)


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03/08/2011 09:56:00
1) Pane e nutella? Meglio la marmellata...
Buon giorno, ho letto l'articolo sull'olio e sulle nostre origini e abitudini alimentari; sono d'accordo su tutto e magari fosse che il Governo aiutasse a far rinascere l'agricoltura in Italia, ma non sono d'accordo su "pane e nutella"; a mio avviso un veleno puro per il nostro apparato cardio vascolare, poiché contiene grassi saturi e aromi finti. Meglio pane e marmellata o confettura di frutta (1 kg di frutta + 500 grammi di zucchero e una spremuta di limone, cottura di circa 1 ora ed è bella e pronta). Io sono forse l'unico pasticcere in Italia a produrre i cornetti all'olio extra vergine di oliva: una chicca per pochi intenditori. La saluto e spero qualcuno delle politiche agricole legga questo articolo: è ora di tornare alle origini, per noi e per inostri figli.




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