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Cuochi e divisioni nella categoria Caldana: Fic aperta al dialogo

Il presidente della Federazione italiana cuochi risponde alla lettera aperta di Emanuele Esposito. Caldana ricorda che l’associazione ha sempre tenuto vivo e aperto il dialogo. Ad esempio tramite organismi come “Solidus”, che vede unite tutte le figure che ruotano intorno alla ristorazione

20 luglio 2011 | 16:13
Cuochi e divisioni nella categoria Caldana: Fic aperta al dialogo
Cuochi e divisioni nella categoria Caldana: Fic aperta al dialogo

Cuochi e divisioni nella categoria Caldana: Fic aperta al dialogo

Il presidente della Federazione italiana cuochi risponde alla lettera aperta di Emanuele Esposito. Caldana ricorda che l’associazione ha sempre tenuto vivo e aperto il dialogo. Ad esempio tramite organismi come “Solidus”, che vede unite tutte le figure che ruotano intorno alla ristorazione

20 luglio 2011 | 16:13
 



La divisione interna alla categoria dei cuochi e ristoratori è un tema che sta facendo sempre più discutere. E come in molte altre occasioni il network 'Italia a Tavola” si pone come arena di dibattito annullando qualsiasi distanza geografica. Infatti, il presidente della Federazione italiana cuochi Paolo Caldana (nella foto sotto a destra) ha scritto, rivolgendosi al direttore della nostra testata, una dettagliata risposta alla lettera aperta in cui il cuoco Emanuele Esposito (nella foto sotto a sinistra) dall'Arabia Saudita, dove vive e lavora da molti anni, metteva in discussione il ruolo svolto dalle innumerevoli associazioni di categoria. Si domandava qual è il ruolo delle innumerevoli associazioni, enti, federazioni, accademie, ecc., e a che cosa serve pagare una quota associativa se poi non c'è coesione, spirito d'iniziativa e capacità di intervenire concretamente. Chiedeva in definitiva come possono fare cuochi e ristoratori per far sentire la propria voce.

Qui di seguito riportiamo la replica punto per punto del presidente della Fic Paolo Caldana.

'
Egregio Direttore,
Paolo Caldanaho letto con attenzione l'ultimo numero della sua rivista (n. 193 - giugno 2011, ndr), come faccio di solito, ed essendo stato chiamato in causa l'Ente che ho l'onore di presiedere, credo sia doverosa una mia risposta alla lettera dello chef Emanuele Esposito riportata a pag. 48. Non entro in merito alla discussione sul perché lo chef in questione debba ritornare a 'pagare una tessera che non serve a molto” perché lascio la risposta ai numeri; se in Italia e all'estero circa 20mila cuochi hanno deciso di accordare, e rinnovare anno dopo anno, l'iscrizione e quindi la loro fiducia al nostro Ente, qualche motivo buono ci sarà pure.

Posso solo dedurre che lo chef Esposito, quando era iscritto alla sua associazione territoriale di riferimento, forse, e ribadisco forse, non ha vissuto a pieno l'esperienza della vita del sodalizio. In Italia, così come nelle delegazioni estere, ogni anno i sodalizi realizzano decine e decine di appuntamenti che vanno dalla solidarietà all'aggiornamento professionale. A queste si aggiungano le iniziative organizzate dalla Federazione, di cui si potrà prendere nota dal sito. Aggiungo, prima di entrare nel merito, che per quanto poi riguarda 'il giornalino della parrocchia” è fin troppo evidente che lo chef Esposito non legge la nostra rivista da molto tempo, forse a causa del suo lavoro in Arabia Saudita. Se avesse avuto modo di sfogliare la nostra rivista, infatti, si sarebbe accorto che 'Il cuoco”, giunto al numero 300, da tempo ha subito una profonda rivisitazione in grafica e contenuti, avvalendosi per gli articoli delle professionalità di valenti professionisti e chef di rinomata fama. Se vorrà, e non può che farci piacere, senza impegno, gli invieremo qualche copia. Basterà comunicarci l'esatto indirizzo.

Ciò premesso, senza polemica alcuna verso il collega, voglio affrontare il motivo del contendere della sua missiva. è d'obbligo, prima di tutto, una premessa; la Federazione italiana cuochi non è mai stata un'associazione con scopi di tipo sindacale; a questo crediamo che, nel bene o nel male, possano e debbano provvedere le rappresentanze sindacali di settore. Nonostante questo, il nostro Ente, quando richiesto dagli Associati, non si è mai sottratto dal fornire consulenze, avvalendosi di stimati professionisti, con il fine di aiutare chi è in difficoltà. Sulla proposta di realizzare un sindacato, che è poi il nodo del contendere, siamo comunque pronti a confrontarci con tutti.

Emanuele EspositoA tal proposito voglio informare che da qualche anno è stato dato vita a 'Solidus”, organismo che vede unite tutte le figure che ruotano intorno alla ristorazione. 'Solidus” è nata anche, e soprattutto, con l'intento di fare squadra e occuparsi delle problematiche del settore. Purtroppo, come tutte le nuove istituzioni, anche questa sconta dei ritardi che gli organi rappresentativi e assembleari stanno provando a superare. Sono il primo ad auspicare, anche per il peso non indifferente di iscritti che rappresento, che 'Solidus” possa al più presto adempiere a tutti gli scopi per cui è nata, ad iniziare dalla rappresentanza unitaria del settore.

Per quanto attiene le cause e le problematiche dovute alla frammentazione degli enti e delle associazioni di rappresentanza dei cuochi italiani, posso solo dire che noi abbiamo sempre dialogato con chi voleva fare altrettanto. Solidus ne è l'esempio pratico. Purtroppo, non è semplice farlo quando ci si scontra con chi preferisce gli interessi particolari a quelli generali. Aggiungo che è un dato di fatto che in molti casi siamo in presenza di organismi nati da chi si è chiamato fuori dalla Federazione italiana cuochi. Sul come e perché ci sarebbe un libro da scrivere. Ovviamente, ribadiamo, siamo pronti al confronto con chiunque.

Non ultimo, per quanto attiene l'Albo professionale, da anni abbiamo avviato un discorso in merito con le istituzioni politiche; in sede è disponibile una copiosa documentazione. Purtroppo la politica ha i suoi tempi e i continui cambiamenti di riferimenti istituzionali non ci hanno consentito fin qui di concretizzare il discorso.

In questa ottica, è notorio che questo Ente ha istituito da diversi anni L'Ordine dei Maestri di Cucina ed Excutive Chef. Si tratta di un primo passo che mira a garantire in tutto le 'eccellenze” professionali che l'Italia vanta nel nostro settore. Vi assicuro che l'iscrizione all'Ordine richiede una trafila fatta di selezioni di alto profilo. Aggiungo: come unico Ente italiano riconosciuto dalla Wasc, in questi ultimi mesi abbiamo avviato la procedura per ottenere il programma 'Master Chef”. Tale programma sarà ancora più selettivo e controllato direttamente dalla Wasc.

Per quanto riguarda il contratto nazionale, le leggi in materia di sicurezza alimentare e del lavoro, ed aggiungo della formazione, vorrei precisare che, da qualche tempo siamo stati inseriti e forniamo pareri, purtroppo non ancora vincolanti, a commissioni parlamentari e ministeri. Un lavoro, questo, ancora in essere visto che, in qualche ministero non abbiamo ancora nostri interlocutori fissi e rappresentanze.

Mi scuserete per aver sottratto qualche spazio in più, ma sono certo che a nome della Federazione Italiana Cuochi, era doveroso un contributo di chiarezza su tutta la discussione che si è avviata sulla vostra rivista.
Con stima,

Paolo Caldana
Presidente della Federazione italiana cuochi



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27/07/2011 15:23:00
2) Le buone intenzioni non sono nulla senza l'appoggio della politica
Caro Emanuele, seguo con interesse da tempo i tuoi interventi che trovo estremamente utili e motivati per il benessere della categoria (e non solo)...ma desidero aggiungere un mio personale pensiero a quanto sin quì scritto. In primis desidero sottoscrivere punto per punto quanto espresso dal Presidente Caldana che mi rappresenta in quanto socio "ATTIVO" (e più sotto speigo il perchè) FIC. Troppi tesserati di ogni associazione, dai fotografi agli infermieri, ai piloti di kart ai pasticcieri pensano che la titolarità di una tessera comporti automaticamente chissà quali possibilità di vedersi risolti ed affrontati i più ampi problemi di categoria (o molte volte anche personali) pur restando ai margini dell'associazione stessa ed accontentandosi di viverla da tesserati riceventi la rivista mensile e basta... salvo poi lamentare di non sentirsi rappresentati dall'associazione stessa. Comodo, certamente... ma tutt'altro che intelligente e serio.

Se davvero si crede nell'associazione essa va vissuta, eventualmente combattuta se il caso... ma vissuta seguendone ogni passo ed azione apportando ogniuno il suo contributo. Nella fattispecie del nostro ambito di cuochi, troppi credono che un concorso di cucina sia nulla più che un modo per mettersi in mostra ed una pedita di tempo sottratto alle proprie attività quotidiane, e pochissimi si rendono conto quanta preparazione tecnica, allenamenti, test di tecniche e prodotti, capacità di comunicazione e merketing di se stessi implichi ciò (e quindi crescita professionale). Troppi tesserati di associazioni credono che le varie "cene o serate associative" siano fine a se stesse e nulla più che un modo per mangiare e bere tutti insieme... E troppo pochi sanno cogliere quanto legame sociale, quante opportunità di contatti umani e professionali queste rappresentino, quanti posti di lavoro e notizie affini possano scaturirne. Tu citi anche i corsi a vario titolo organizzati. Molti di essi sono anche gratuiti... ma chissà per quale "strana" ragione in molti casi vanno deserti o sottofrequentati. Ti sei mai chiesto quanti sono i cuochi che considerano la frequentazione di un corso di aggiornamento una perdita di tempo e di incasso certo al proprio ristorante se titolari? Io invece ho sempre chiuso il mio ristorante per frequentarli... ed anche grazie ad essi ed alle associazioni che li organizzano ho acquisito competenze e capacità che oggi mi portano ad avere una preparazione decisamente sopra la media. Solo che bisogna saperle cogliere queste opportunità....e quì forse sta il punto di tutta la questione.

Quanti sono gli associati che hanno le capacità e sensibilità di sapersi e sopratutto volersi davvero mettere in gioco pur consapevoli che come loro ci sono altre decine di teste non necessariamente in sintonia con essi? da che mondo è mondo la vita associativa, politica e istituzionale la si cambia "da dentro"... altrimenti i casi sono due: o si è degli isolati,...o,..peggio,...si può diventare dei terroristi, I "Contro" a forza! Io da molti anni faccio parte di più associazioni, e buonaparte della mia preparazione professionale la debbo ad esse ed alle opportunità che esse mi hanno concesso... in quanto socio "Attivo". è vero,....anche a me piacerebbe che qualcuno o qualcosa facesse di più per me,....oggi io sono uno chef e pasticciere free lance e non riesco ad ottenere una partita IVA per la mia attività perché ufficio delle entrate e camera di commercio rifiutano la mia iscrizione in quanto,...banalmente,.....non è contemplato legalmente l'esistenza di una categoria di "Cuoco libero professionista"!! Ma caro Emanuele...non penserai mica che Fic o chiunque altro possa andare dal ministro pincopallino ad imporre ciò? Sono almeno 15 anni che FIC si batte per questo cercando di costituire un'albo professionale,...ed i risultati sono quelli sopra descritti. Quindi quando scrivi che non serve il politico di turno...dimostri davvero scarsa conoscenza dei meccanismi che in Italia muovono le attività legali ed amministrative. Né il buonsenso, neppure la logica...e men che meno le azioni di forza da te paventate tipo "boicottare i prodotti italiani" potrebbero nulla.

Lo spazio mi è qui tiranno, e colgo anche l'occasione per ringraziare con un caloroso abbraccio il Direttore Lupini che con la sua ospitalità e sensibilità straordinarie concede questo ed altri dibattiti così indispensabili al nostro magico mondo...ma desidero concludere con un'ultimo appunto. Tu, ultimo di una sterminata lista,..auspichi una sorta di tavola rotonda con i vari attori protagonisti, associazioni e quant'altro, per riunirsi ecc ecc. Caro Emanuele...amo il tuo entusiasmo e la tua passione, e spero un giorno potertela dimostrare di persona quanto apprezzo ed approvo le tue parole...ma...purtroppo e con profonda amarezza...debbo dirti che sei un'illuso...od un sognatore (che di solito è la stessa cosa) al pari di chi auspica soluzioni od interventi per la messa in ordine delle fantamiliardarie sagre di paese, o di chi ambisce a risolvere le questioni della preparazione degli allievi all'interno delle scuole alberghiere ecc ecc ecc. Per tutte queste cose ci vuole solo ed esclusivamente la politica, ma essa si muove solo ed esclusivamente dove ci sono soldi, o potere o voti (che poi è la stessa cosa) e noi, fortunatamente...non possediamo nulla di tutto ciò, solo una grandissima, smisurata passione per il nostro lavoro...e tante parole, e con la passione o poco più sosteniamo la cucina e la cultura italiana nel mondo, con le parole...beh,..con le parole...


20/07/2011 18:37:00
1) Ma cosa si fa realmente? Serve più unità fra le associazioni

Caro Caldana, mi fa piacere che dopo un mese ha trovato il tempo per rispondere. è vero quello che dice su il rinnovo della mia tessera, non l'ho più fatta perché non ritenevo in quel momento come adesso di poter far parte di un'associazione dove si organizzavano solo cene e qualche corso o concorso. Non è una critica: io ritengo il ruolo associativo diverso, partecipazione si, ma anche impegno al fine di migliorare le condizioni degli iscritti e della categoria. Io non ho mai parlato di sindacato, ma certamente che sia la FIC che le altre associazioni possono avere un ruolo diverso e più incisivo sulle decisioni Governative è scontato. Per quanto riguarda l'albo dei cuochi, mi fa piacere che la FIC se ne stia occupando, peccato che nessuno lo sapeva, ma sopratutto queste iniziative serie si discutono con tutti.

Lei dice che collaborate con delle commissioni Ministeriali, dando dei pareri. Che tipo di parere avete dato sul testo dell'apprendistato? Non ho letto nessun vostro commento al riguardo. Se avete dato dei pareri secondo me non sono stati incisivi. Ci sono tanti modi per partecipare alla vita pubblica e al bene della categoria, non c'è bisogno del politico amico di turno, siamo un grande gruppo, una grande famiglia e categoria, scendere in piazza per sostenere le nostre ragioni può essere un'ipotesi, boicottare i prodotti italiani all'estero etc... lei ritiene giusto il contratto della categoria? ritiene giusto il testo sul apprendistato? ritiene giusto le targhe, le medaglie etc.? Cosa ne pensa la FIC di tutto questo? Non basta un giornale e 4 chiacchiere o un sito web, un corso di cucina o una medaglia, di titoli ce ne sono tanti, ogni associazione e gruppo ne ha uno.

Facciamo una tavola rotonda con tutte le associazioni e gruppi esistenti insieme a questa testata, ragioniamo e mettiamoci a confronto sui problemi e sulle idee comuni, lei ci sta?

Io credo che la categoria abbia bisogno di ben altro di un corso di cucina e di qualche serata di gala... partiamo dal contratto, albo professionale, e testo apprendistato...che ne dice?





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