Ristoratori e cuochi, con la giusta differenziazione fra chi è patron e chi è un professionista dipendente, sono sempre più insoddisfatti del mancato riconoscimento della loro funzione sociale e di una più concreta rappresentanza dei loro interessi. A dare voce a un malessere diffuso (che registriamo ogni giorno) sono stati due amici,
Matteo Scibilia ed
Emanuele Esposito che, in modo assolutamente autonomo, a distanza di poche ore l'uno dall'altro, hanno evidenziato tutti i disagi della categoria con due lettere aperte su 'Italia a Tavola”.
Dopo l'esito del primo turno delle
elezioni amministrative, il patron Matteo Scibilia, dalla sua cucina milanese, ha raccontato alcune delle difficoltà che incontrano tutti i giorni i ristoratori, spiegando perché a suo giudizio il ceto moderato, a cui appartiene, apparentemente sembra non aver votato la parte politica più vicina alle imprese, quel centrodestra franato nei consensi proprio nella capitale del berlusconismo.
Delle vere e proprie grida di dolore e di denuncia di una solitudine imprenditoriale che vale per tutta l'Italia e che hanno centrato a pieno il bersaglio, almeno a giudicare dalle risposte (assolutamente generali, per carità) con cui il centro destra ha cercato di reagire alla smacco elettorale. Non pensiamo certo che Tremonti abbia letto il grido di dolore di Scibilia quando racconta del comportamento di Equitalia, però questi giudizi sono talmente condivisi che il ministro dell'Economia non poteva non fare ammenda proprio su questo tema. Con la speranza che non sia solo un gadget elettorale.
Anche sul fronte milanese, dopo le critiche all'Ecopass, il sindaco Letizia Moratti è stata veloce nel promettere una revisione dello stesso strumento da lei voluto. E su un tema come questo lei e lo sfidante quasi neo sindaco Pisapia sono invitati a chiarire come pensano di regolare l'accesso nel centro di Milano.
Due esempi che ben dimostrano come sia cresciuto il distacco fra la politica e i cittadini e cosa ci sia alla base di un voto che, almeno in alcuni casi, è stato certamente sintomo di una protesta che toglie consenso ai partiti e rappresentanza ai sindacati e alle organizzazioni di categoria, che forse non hanno saputo svolgere al meglio (almeno in certe zone) il loro ruolo di intermediazione di fronte a problemi di sempre oggi accentuati dalla crisi. Come dire che alle piccole imprese familiari non resta che l'arma del voto per farsi sentire. E a Milano come a Napoli è utile che la sappiano usare con accortezza. Ricordiamo, ad esempio, che nel capoluogo lombardo c'è anche il 'bubbone” dei locali notturni. Non ci convince che ora il
Silb (la federazione della Fipe di quel settore) dica che ci sarà l'espulsione di chi dà alcolici ai 12enni. Ma dove sono stati i dirigenti di quel sindacato o gli amministratori di Milano fino a quel giorno? E che dire di Napoli, dove fra gli insulti dei candidati l'emergenza rifiuti è usata solo come arma per colpire l'avversario senza capire che risposte concrete si vogliono dare al problema...
Una chiamata di responsabilità che Emanuele Esposito, con la sua passione e generosità, ha esteso ad un tema più generale che è quello del 'peso” e della rappresentanza di una categoria che è spesso sopravvalutata o sotto considerata, ma quasi mai valutata nella sua complessità di specialisti dell'alimentazione che possono dare un contributo fondamentale a tutta la filiera dell'agroalimentare in Italia e nel mondo.
Senza dare enfasi più del dovuto a queste elezioni, ci attendiamo qualche svolta positiva, indipendentemente da chi vincerà nelle diverse città. Le molte promesse fatte, a volte demagogiche, dovranno andare all'incasso subito. Fra i molti impegni presi, ci piacerebbe sentire anche quello del ministro Michela Vittoria Brambilla. Dopo i molti danni fatti con l'annuncio del suo
Codice del turismo, servirebbe un impegno formale a favore di una ristorazione che abbia alla base una somministrazione qualificata e certificata, capace di essere sempre più un biglietto da visita per il Made in Italy e non già un assemblaggio di autorizzazioni senza vincoli o garanzie di professionalità.
Alberto Lupini
alberto.lupini@italiaatavola.netArticoli correlati:
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