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Food e turismo, quali prospettive? Istituzioni a tu per tu con Italia a Tavola

Dalla valorizzazione dei prodotti made in Italy alla lotta contro l'italian sounding, dall'educazione alimentare al turismo: tanti i temi affrontanti ad Alzano Lombardo dal Ministro Gian Marco Centinaio insieme all'assessore lombardo Fabio Rolfi e al presidente della Coldiretti Lombardia Ettore Prandini.

di Marco Di Giovanni
31 agosto 2018 | 18:29
Food e turismo, quali prospettive? 
Istituzioni a tu per tu con Italia a Tavola
Food e turismo, quali prospettive? 
Istituzioni a tu per tu con Italia a Tavola

Food e turismo, quali prospettive? Istituzioni a tu per tu con Italia a Tavola

Dalla valorizzazione dei prodotti made in Italy alla lotta contro l'italian sounding, dall'educazione alimentare al turismo: tanti i temi affrontanti ad Alzano Lombardo dal Ministro Gian Marco Centinaio insieme all'assessore lombardo Fabio Rolfi e al presidente della Coldiretti Lombardia Ettore Prandini.

di Marco Di Giovanni
31 agosto 2018 | 18:29
 

Dalla valorizzazione dei prodotti made in Italy alla lotta contro l'italian sounding, dall'educazione alimentare al turismo: tanti i temi affrontanti ad Alzano Lombardo dal Ministro Gian Marco Centinaio insieme all'assessore lombardo Fabio Rolfi e al presidente della Coldiretti Lombardia Ettore Prandini.

L'occasione è stata la Berghém Fest, che in diverse sere propone incontri con amministrazioni, istituzioni ed esponenti politici. A moderare l'incontro il direttore di Italia a Tavola, Alberto Lupini, che, in linea con una testata che da oltre 30 anni è attenta e scrupolosa verso dettagli e novità che interessano questo settore, ha indirizzato la “discussione a tre” attraverso una sorta di circolo tematico, dal settore primario a quello terziario, così, per semplificare.

Fabio Rolfi, Alberto Lupini, Gian Marco Centinaio ed Ettore Prandini (Food e turismo, quali prospettive? Istituzioni a tu per tu con Italia a Tavola)
Fabio Rolfi, Alberto Lupini, Gian Marco Centinaio ed Ettore Prandini

Prendendo spunto da una notizia di attualità, vale a dire la condanna del Savini, il celebre ristorante in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano, per menu non sufficientemente esaustivo circa i dettagli degli alimenti serviti, Lupini ha aperto la strada ad un Gian Marco Centinaio fin da subito agguerrito: «Oggi siamo in un momento storico favorevole, in cui i cittadini vogliono sapere, conoscere, avere più informazioni possibili circa quello che mangiano. Ed è giusto così, perché come io dico sempre - e come prima di lui, nell'800, diceva il filosofo tedesco Feuerbach - “Noi siamo quello che mangiamo”. Ci vuole coesione tra istituzioni ed enti affinché le leggi in vigore» siano aggiornate e capaci di far stare i consumatori «consapevoli e tranquilli». Ma a fronte di norme vecchie e da cambiare (quella sui surgelati) il Ministro ha anche contestato il fatto che la magistratura abbia impiegato ben 6 anni per una sentenza che interessava la salute dei cittadini...

Poco ci vuole per spostarsi dal menu del ristorante all'etichettatura dell'alimento: si parla sempre di informazione, si parla sempre di trasparenza. Ed è su quest'ultimo valore che la grinta di Ettore Prandini ha preso piede: «Dopo tutti questi anni, ancora non ci siamo». Il problema, per Coldiretti Lombardia, qui rappresentata dall'energico presidente, sta nei prodotti che provengono dall'estero, «perché è impossibile che nel 2018 in Italia venga ancora segretato il dato sull'import e su chi impiega questi prodotti». Prandini sa di cosa parla, è una battaglia che la Coldiretti porta avanti da anni, basti pensare alla sua influenza sulle leggi circa l'obbligo di origine in etichetta per grano, pasta e pomodoro.

Il presidente prende il suo pubblico con la concretezza: «Entra una cagliata dalla Lituania. Sappiamo quanta ne entra, ma non sappiamo dove va, come viene trasformata e come viene venduta. Ora, nessuno mi vieta di importarla, tuttavia poi devo prendermi la briga di informare il consumatore».

Gian Marco Centinaio (Food e turismo, quali prospettive? Istituzioni a tu per tu con Italia a Tavola)
Gian Marco Centinaio

Rincara la dose Fabio Rolfi, introducendo quindi il tema più vasto della sicurezza alimentare, che non può partire solo dalla singola etichetta del singolo prodotto, ma deve abbracciare una più ampia cultura alimentare: «Educare i giovani alla corretta alimentazione a me sta molto a cuore; in Lombardia già lo facciamo e stiamo lavorando per fare ancora meglio». E una buona cultura alimentare all'italiana, per Rolfi, non può prescindere dalla valorizzazione del prodotto locale: «L'agricoltore non deve solo produrre bene, ma preoccuparsi che il suo prodotto venga capito, trasformato e valorizzato. E magari portato nelle vicine mense scolastiche, o in quelle degli ospedali. Perché cultura alimentare significa anche dare il giusto valore al cibo che produciamo in casa nostra».
 
Ma qual è davvero la cultura alimentare media di un italiano? Una domanda molto generica, forse un po' provocante, quella che pare giungere immediatamente dopo il discorso dell'assessore: il direttore di Italia a Tavola prende l'esempio dell'olio extravergine d'oliva, quello che tra gli scaffali dei centri commerciali costa 3,50 euro al litro. Quanti sono gli italiani che, leggendone il prezzo, si domandano come sia possibile che quel prezzo sia realistico, quando appena basterebbe a coprire le spese per il vetro, il tappo, l'etichetta, la commercializzazione e la pubblicità? Cos'è quell'olio? «Una schifezza». Risponde prontamente Centinaio.

Ettore Prandini (Food e turismo, quali prospettive? Istituzioni a tu per tu con Italia a Tavola)
Ettore Prandini

Dopo una dichirazione forte, il Ministro chiarisce: non ha preso di mira quello specifico olio, ma il prezzo al ribasso, conseguenza di svariate ragioni a monte, dalla più ovvia del prodotto industriale a scapito dell'artigianalità alla bassa cultura sull'olio rispetto al vino da parte degli italiani fino, chiaramente, alle contraffazioni. Qui si apre il capito dell'italian sounding e della lotta all'agropirateria. Dopo i classici "must" quali Parmesan e simili, Centinaio se ne esce con un esempio forse meno calzante ma di certo nuovo e quindi efficace: «Ricordate la campagna europea "Frutta nelle scuole" alla quale lo scorso Ministero ha aderito?», domanda retoricamente al suo auditorio. «Ecco, le albicocche servite nelle nostre scuole erano spagnole». Il desiderio di rilancio del Made in Italy sommato a qualche lieve avversità rispetto alle scelte politiche dello scorso Ministero porta Centinaio all'esclamazione istintiva: «O si controlla quello che si distribuisce ai figli oppure si va a giocare a burrako». Tanta convinzione, retorica d'effetto, appeal assicurato.

L'appeal lo riscuote anche Prandini, ricordando con due differenti esempi perché, a prescindere da un "nazionalismo agroalimentare", facciamo bene a promuovere, convinti, le nostre eccellenze da tavola. Prima di tutto «negli anni abbiamo lavorato - si riferisce a sé e a tutto il gigantesco mondo di Coldiretti - anche remando contro gli interessi dei nostri associati, gli imprenditori, ma per una buona ragione: dare al consumatore la massima qualità»; in secondo luogo «noi in Italia puntiamo alla massima trasparenza, ma già ora ne forniamo molta. Si pensi alla Polonia che distribuisce nell'Ue uova provenienti dall'Ucraina, Paese extra-comunitario, spacciandole per sue così da sfuggire ai controlli».

Tutti d'accordo, insomma. Il cibo italiano è di qualità, è un nostro valore, è il nostro biglietto da visita. Tanto che, negli ultimi anni, statisticamente dimostrato è l'aumento del turismo enogastronomico. Visitatori da tutto il mondo vengono in Italia per provarne le eccellenze, o, per dirla alla Centinaio, «per una vacanza a mangiare e bere bene, soprattutto bere». Qui il Ministro non si tiene: dopotutto è il suo campo d'azione, lui specializzato principalmente nel settore turistico, non ha esitato a ricordare quando il tour operator presso il quale lavorava durante Expo diede dei biglietti gratuiti alla parrocchia vicino, perché tanto i tour operator esteri l'Italia la vendevano ai propri clienti per il mangiare e il bere bene «che non era quello dell'Esposizione universale».

Fabio Rolfi, Alberto Lupini e Gian Marco Centinaio (Food e turismo, quali prospettive? Istituzioni a tu per tu con Italia a Tavola)
Fabio Rolfi, Alberto Lupini e Gian Marco Centinaio

E guai a contraddirlo, chi l'ha fatto è stato Franceschini, quando Centinaio "gli ha strappato" il Turismo dal Ministero dei Beni culturali per accorporarlo a quello delle Politiche agricole: «A me i commenti di Franceschini scivolano addosso. Mentre lui parlava io ero al G20, dove è stato firmato un documento all'unanimità secondo cui il turismo nelle campagne aiuta la crescita dell'agricoltura». Sicuro di sé, Centinaio non si placa, e anzi, rilancia con un dato bello e pronto che dà ragione ad ogni sua precedente affermazione: «Solo nel luglio del 2018 i turisti russi che hanno scelto l'Italia per l'enogastronomia sono aumentati del 50% rispetto all'anno precedente». Con enogastronomia non s'intende però il ristorante tristellato o quel susseguirsi di locali nel centro città: ad attirare sono itinerari appositamente creati che spaziano nei territori più piccoli ma più autentici, con prodotti genuini e cucina semplice ma tipica e di gusto.

La ricordano un po' tutti, questa degli itinerari enogastronomici, tra la platea. Riporta alla memoria quell'Anno dei borghi medievali, e subito l'associazione con l'Anno del cibo italiano 2018. Figuriamoci, Centinaio lo dice subito: «Qui è facile come segnare un rigore», e subito dopo «Posso non commentare? Perché non sono abituato a commentare il nulla». Sicuramente, un Centinaio schierato, di parte, ed avversario di quelli che sono i suoi predecessori, gioca bene con le parole, come buon politico deve sempre fare. Su questo argomento in particolare, però, i fatti gli danno una mano: una commissione per l'iniziativa creata solo a febbraio 2018; pochi contatti con gli enti locali e le Regioni... e una notte bianca del cibo italiano il 4 agosto che - Centinaio l'ha chiesto chiaramente senza ottenere risposta - in sala nessuno, nessuno sapeva esistesse.

Fabio Rolfi e Alberto Lupini (Food e turismo, quali prospettive? Istituzioni a tu per tu con Italia a Tavola)
Fabio Rolfi e Alberto Lupini

«Le cose cambieranno». Deciso, sicuro di sé, dei suoi programmi: «Posso dire che ogni 4 agosto di ogni anno, quando siamo nel clou del turismo, ci sarà la notte del cibo italiano. È fattibile, bisogna però organizzarsi con le associazioni di categoria, essenziali per portare a casa dei risultati». Un altro argomento fondamentale, un altro tassello della scaletta nella testa del Ministro pavese. Le associazioni di categoria diventano essenziali nel momento in cui si fa promozione. Va bene usare testimonial, ma «solo qualche manciata di cuochi stellati», come ricorda Alberto Lupini, allora no. «Esperienza, competenza, voglia di dimostrare e far capire sono fattori essenziali della mia politica. Per portarli avanti io e i miei collaboratori vogliamo la consulenza e l'affiancamento delle associazioni di categoria. Quando facciamo promozione, se un cuoco famoso vuole mettersi a disposizione, ben venga; se un cuoco straniero che ha investito in Italia vuole dare una mano, ben venga, ma le associazioni restano fondamentali, perché hanno più esperienza e competenza di noi. Io accanto a me voglio gente che mi sappia consigliare». Un bel discorso, un tono efficace, un buon progetto di partenza (concluso con la frecciata politica «I saccenti erano con Renzi», qui riportata per il gioco slogan-assonanza che, a prescindere dalla condivisione o meno, suona bene).

Lo stesso discorso vale per cuochi e ristoratori italiani all'estero, sul cui fondamentale ruolo finora trascurato il Ministro Centinaio concorda con il direttore Lupini, che ne chiede una valorizzazione per rendere loro i veri ambasciatori del Made in Italy a tavola.

Ma in tutto questo frangente, come si sviluppano i punti a livello capillare in Italia? Per meglio dire, qual è in sostanza lo svilupparsi di un'iniziativa nel rapporto Stato-Regione? «Una regione - spiega Rolfi - può far convergere tante diverse politiche nell'interesse del territorio e viceversa». Interessante e pertinente l'esempio proposto subito dopo: «Un'agricoltura più sostenibile? Una maggior valorizzazione del prodotto Dop e Igp? La regione Lombardia , per assecondare queste politiche ministeriali, ha fatto una legge che contrasta l'abuso del suolo. Abbiamo litigato anche con i sindaci lombardi, ma abbiamo messo un freno ad un abuso di terreno esagerato: questa mossa è strategica nell'interesse nazionale. O ancora, la Lombardia si è presa carico dello smaltimento del 40% dei fanghi prodotti in tutta Italia. Si parla di un milione di tonnellate l'anno. Si capisce che questo ha a che fare con la sostenibilità e con la qualità di ciò che mangiamo».

Alberto Lupini, Gian Marco Centinaio, Fabio Rolfi ed Ettore Prandini (Food e turismo, quali prospettive? Istituzioni a tu per tu con Italia a Tavola)
Alberto Lupini, Gian Marco Centinaio, Fabio Rolfi ed Ettore Prandini

Ciò su cui lo Stato non può invece intervenire, come ha specificato Centinaio, perché è piena giurisdizione delle Regioni, anzi, dei comuni addirittura, è il fenomeno "sagra". «Noi ne abbiamo abusato - specifica Alberto Lupini - in Trentino ti trovi alla sagra degli scampi, mentre in Emilia a quella della Nutella. Le sagre dovrebbero essere tipiche sempre, perché così sono fonte importante di turismo». Tutti d'accordo su questo tema: «La sagra di paese che propone il prodotto tipico è vincente», chiarisce Centinaio; «Bergamo è un bell'esempio perché fa sistema e valorizza le eccellenze e le ricchezze del territorio», aggiunge Rolfi, ricordando l'esempio dell'area agricola della Bassa, messa in rete dall'ex sindaco di Spirano Giovanni Malanchini.

Altra cosa invece, è il discorso sull'agriturismo, e qui è Prandini ad alzare la voce: «Gli agriturismi devono essere agriturismi, devono proporre a tavola esclusivamente prodotti del territorio, non ha senso mi propongano alimenti fuori dalla regione d'appartenenza. Se lo fa allora non è un agriturismo, ma un ristorante». Cogliendo la palla al balzo, Prandini si lega anche al prodotto tipico per definizione, marcando le tradizioni singolari di ogni regione ed esaltando infine il concetto di biodiversità: «Il 70% della biodiversità mondiale ce l'abbiamo noi. Per ogni regione abbiamo sapori diversi e ognuno è un arricchimento del nostro Paese. Se questa biodiversità ce l'avessero avuta Germania o Francia, io scommetto che ne avrebbero fatto già il loro biglietto da visita!».

(Food e turismo, quali prospettive? Istituzioni a tu per tu con Italia a Tavola)

Un buon sunto e un incontro ben articolato non fanno un programma politico, ma le premesse ci sono: un Ministero solido e determinato, un buon asset strategico che non prescinde dall'aiuto e dall'autorità delle Regioni e che fa affidamento sull'esperienza e la competenza delle associazioni di categoria. Dal 4 settembre Centinaio è all'opera per un 2019 volto a rilanciare i temi finora trattati. Italia a Tavola, come sempre, sarà pronta ad informare, ricordare e contribuire per un settore che è determinante per l'economia del nostro Paese. Ricordiamo, per chiudere, la mission che Centinaio si è dato: «Non dico raggiungere i 50 miliardi come qualcuno aveva promesso - altra frecciata politica, stavola a Renzi - ma passare dai 41 miliardi di euro di export a qualche miliardo in più, con un buon piano, è possibile». Che sia la volta buona...

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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