Il Ministro Centinaio è stato chiaro: i turisti stranieri vengono in Italia anche per la buona cucina. Può essere una vera svolta la ricostruzione del ministero del Turismo legato a quello delle Politiche agricole.
Il segnale è davvero forte. Per qualcuno persino eccessivo. Ma se il
Governo giallo-verde voleva dare un segnale vero di
cambiamento, quello della
rinascita del ministero del Turismo - attraverso un
passaggio delle competenze da quello dei Beni culturali a quello delle Politiche agricole - va sicuramente nella direzione giusta. Si potrà disquisire sulle modalità, ma è indubbio che l’obiettivo è chiaro e va in quella direzione che avevamo da tempo, e finora inutilmente, auspicato: gestire in modo forte e coordinato quello che può essere un incredibile fattore di sviluppo virtuoso per il Paese.
Gian Marco Centinaio (foto: italiaambiente.it)
È stato lo stesso ministro delle Politiche agricole, il leghista
Gian Marco Centinaio, ad indicare la volontà di
ricostruire il ministero del Turismo (a suo tempo cancellato da un referendum) ricordando come il settore si basi su «due cavalli di battaglia», cioè sul fatto che «gli stranieri vengono in Italia sia per le sue bellezze storiche, architettoniche, naturalistiche, sia per l’enogastronomia». Concetto che
da sempre è sostenuto da Italia a Tavola e che ora potrebbe finalmente essere
realizzato.
Il Ministro Centinaio sembra avere già predisposto anche un piano per risolvere il problema vero di questa scelta politica: il rapporto fra Ministero e Regioni (che hanno risorse e competenze) sulla gestione del turismo, e fra Ministero e privati. Fra i temi più urgenti ci sono certamente quello della promozione all’estero del nostro Paese (ancora oggi frammentata fra iniziative spot delle singole regioni) e quello dei criteri di classificazione e offerta dei vari livelli di ospitalità, oggi all’insegna di una babele di contraddizioni e variabili degne di Bisanzio fra una provincia e l’altra. Un hotel a 4 stelle di Roma potrebbe averne a mala pena 3 a Bolzano... Se a ciò aggiungiamo i guasti dell’
abusivismo alberghiero, dei portali web con
classificazioni farlocche come
TripAdvisor o la scarsa professionalità di certi tour operator, si può ben capire quanto lavoro urgente ci sia da fare.
E su tutto questo c’è il tema centrale della
formazione, dove sollecitiamo interventi a tutto campo, a partire dalla riforma degli istituti alberghieri e l’istituzione di
corsi di laurea di hospitality (
#laureaccoglienza). Chissà che su questa spinta ci sia davvero la possibilità di un lavoro di squadra. Per il momento vogliamo sperarlo...