Dietro l'apparenza della libertà di opinione garantita da internet, a volte ci sta una realtà fatta di imbrogli, concorrenza sleale e interessi economici nascosti che spesso non viene colta dall'utente. Un caso evidente è quello di Tripadvisor, e dei molti siti simili, dove quel che conta è il numero dei presunti contati (che fanno business) senza però alcun rispetto della verità che viene anzi deformasta senza alcun controllo. Un mondo sempre più contiguo con quello del 'pizzo” e della criminalità, perché non vengono rispettate regole di correttezza e si rinvia a controlli che solo a parole sarebbero difficili.
A fare un po' di chiarezza su questo mondo di taroccamenti ai danni della ristorazione seria ci ha pensato Umberto Rapetto (nella foto), già colonnello del Nucleo speciale frodi telematiche e attualmente docente di investigazioni digitali e sicurezza nelle telecomunicazioni, che - in occasione dell'incontro fiorentino in cui la Fipeè scesa in campo contro TripAdvisor - ha approfondito l'argomento dei doveri e degli obblighi dei siti web, ovvero la vigilanza sui contenuti pubblicati, sulla loro attinenza, sulla loro liceità.
Il dato di partenza è che «Il pretesto addotto dai responsabili di diversi portali dell'impossibilità di controllare ogni singolo contenuto - dice Rapetto - è smentito dall'esistenza di software idonei». Rapetto ritiene altresì importante «generare una nuova cultura d'impresa in tema di reputazione online e di promozione via web».
Rapetto parla del cosiddetto 'web collaborativo”, dove gli utenti sono i veri produttori di contenuti. Parliamo cioè di Social network, siti di informazione e di e-commerce, blog e portali tematici. E TripAdvisor è fra questi.
Il problema è che ci sono contesti online dove i visitatori, registrati o meno, possono interagire con le pagine web e, in assenza di controlli, c'è la la possibilità di un utilizzo improprio. Come dire che i portali tematici 'liberi” possono offrire spazi di azione a nuove forme di racket e di criminalità. Il bersaglio dei tanti malintenzionati, professionali e occasionali, nel caso di TripAdvisor e siti simili, è la reputazione di alberghi e ristoranti.
Un licenziamento ritenuto ingiusto, invece che una mancata fornitura di merce, può innescare decine e decine di commenti negativi. Come pure il rifiuto di uno sconto o di una agevolazione non prevista, tradursi in spietate recensioni. Praticamente ovunque sul web (dove non ci sono controlli) l'apparente libertà di espressione e un presunto diritto assoluto di critica hanno alimentato, second Umberto Rapetto, fiumi di informazioni infondate. L'anonimato, l'utilizzo di nickname o nomi falsi, nonchè un'errata applicazione della legge sulla privacy hanno fatto il resto.
Eppure in tutti i siti web la vigilanza sui contenuti pubblicati, sulla loro attinenza e sulla loro liceità è un dovere del gestore. Così come l'identificazione degli utenti che immettono contenuti (testi, foto…), così da ricondurre a loro eventuali responsabilità. La conservazione dei dati di 'log” per la ricostruzione degli eventi avvenuti sulle pagine web è del resto un obbligo a cui non ci si può esentare.
Stiamo parlando di un dovere per ogni sito di controllare periodicamente la correttezza dei contenuti pubblicati rispetto la propria linea editoriale. Analogamente si deve essere in grado di fornire segnalazioni ai soggetti 'interessati”, siano essi Autorità giudiziaria o eventuali terzi. E a ciò si collegano i temi della rimozione sollecita (anche a titolo meramente precauzionale) dei contenuti oggetto di lamentela, della storicizzazione dei contenuti oggetto di potenziale contenzioso civile o penale.
Per i gestori dei siti web c'è il dovere di adottare tutte le precauzioni di tipo organizzativo e di tutte le misure tecniche di sicurezza per garantire 'tutti”. Fra le responsabilità inderogabili c'è che i contenuti pubblicati non devono violare i diritti di terzi (compresa quelli di proprietà intellettuale). La pubblicazione di contenuti di terzi deve essere autorizzata dagli aventi diritto e i contenuti non devono avere natura offensiva, calunniosa, diffamatoria nei confronti di alcuno. E ciò indipendemente dal fatto che non sono in ogni caso ammessi contenuti di carattere pedopornografico, blasfemo o comunque contrari alla legge.
è ben vero, ricorda Rapetto, che la responsabilità del contenuto grava in prima battuta sull'autore, ma non si può dimenticare che l'impossibilità di identificare l'autore del contenuto ritenuto lesivo indirizza la parte offesa verso il gestore del sito. Da qui, ed è proprio il caso di TripAdvisor, ne deriva che chiunque ospiti sul web contenuti pubblicati da terzi è responsabile solidalmente per i danni cagionati. Il titolare del sito è responsabile insieme all'autore del contenuto per il principio generale previsto dall'art. 2043 del codice civile ('Qualunque fatto doloso o colposo che cagiona ad altri un danno ingiusto obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno”).
Ed è questo il punto che mette con le spalle al muro TripAdvisor e gli altri portali simili: a nulla vale infatti l'esclusione di responsabilità indicata nelle condizioni di utilizzo del sito web. E neppure sta in piedi il pretesto dell'impossibilità di controllare ogni singolo contenuto, perchè questo - ricorda con forza Umberto Rapetto - è smentito dall'esistenza di software idonei.
Una corretta identificazione dei soggetti che pubblicano commenti (escludendo l'anonimato) consente di fatto l'attribuzione delle responsabilità, mentre la presunta esigenza di tutelare la privacy dell'utente collide con l'interesse ad individuare il vero responsabile di informazioni false, tendenziose o ingiuriose.
In tutto questo contesto di mancanza di trasparenza Umberto Rapetto ipotizza un concorso nel reato di diffamazione o favoreggiamento. E ciò senza considerare l'interesse del sito ad avere il maggior numero di utenti (che portano pubblicità) anche a rischio di 'inquinamento”. La libertà di scrivere quel che si vuole, senza essere identificati, rende oggettivamente il sito 'appetibile” per chi vuole agire per interessi illeciti. E d'altra parte il volume di visitatori aumenta l'interesse degli inserzionisti pubblicitari e incrementa il valore del sito web.
In molti casi è vero che le regole del sito prevedono la possibilità di segnalare contenuti lesivi, ma spesso non viene dato corso alle lagnanze. E di questo sono piene le cronache e le contestazioni anche per TripAdvisor.
Ciò che è necessario ad un utente di internet è sempre la completezza e l'aggiornamento delle informazioni oggetto della sua vita sul web. L'affidabilità del sito utilizzato e l'attendibilità dei dati pubblicati dovrebbero essere quindi l'obiettivo principale, che non può essere scambiato col numero dei contatti... L'univocità (o similitudine) delle metriche di valutazione e certezza dei valori riportati, ricorda Umberto Rapetto, offrono la possibilità di confronto immediato o rapido tra differenti classificazioni presenti online. La certificazione dei contenuti (caratteristiche, immagini, prezzi…) e riferimento ad origine e momento sono tutti elementi che offrono la possibilità di scegliere con serenità assoluta l'esercizio pubblico corrispondente a quanto desiderato
Non è vero che questi elementi non posso essere offerti sul web. è quello che fanno ad esempio molte testate giornalistiche (e Italia a Tavola fra queste, ndr). Quel che serve è un'impostazione del sito web secondo precisi criteri di efficacia, efficienza e sicurezza, nonché l'installazione di strumenti di controllo degli accessi e di identificazione degli utenti. Basta predisporre archivi elettronici in cui abbinare i dati di 'chi-cosa-quando”. L'attivazione di software specialistico mirato all'individuazione di anomalie nella condotta degli utenti è oggi alla portata di tutti i siti con investimenti modesti. Basta solo voler essere trasparenti e credibili.
Un sito che vuole dare informazioni corrette e non taroccate può creare uffici o articolazioni dedicate alla verifica dei contenuti avvalendosi anche dei software di controllo ed analisi esistenti. L'individuazione di procedure e tempi di trattazione di reclami e segnalazioni riguardanti i contenuti è un elemento da inserire nella progettazione del sito, così come l'applicazione di regole di riscontro della totale conformità delle procedure alle leggi vigenti. In tal senso ci sono molte esperienze importanti in tutto il mondo, anche in Italia, e non volerle considerare è una precisa scelta gestionale.
Al momento la cosa più importante che si può fare su una questione così delicata, per Umberto Rapetto, è sensibilizzare l'opinione pubblica e le Autorità sulla pericolosità del perdurare della situazione odierna e assumere le iniziative legali ritenute maggiormente idonee per le differenti situazioni venutesi a creare. Sul versante dei siti web, a partire da TripAdvisor, è invece urgente, se vogliono uscire dalla situazione di contiguità con le iniziative criminali in atto, individuare modalità di 'validazione” di giudizi/commenti/voti espressi dagli utenti. Per chi vuole avviare iniziative nuove basta progettare e realizzare un portale competitivo ed affidabile con risultanze certificate e generare così una nuova cultura d'impresa in tema di reputazione online e di promozione via web.
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