Il vaso di Pandora di TripAdvisor è ormai stato aperto, e ora, dopo le denunce, portate avanti anche da Italia a Tavola contro le recensioni false e i ricatti di TripAdvisor e la class action chiesta dai ristoratori, come più volte auspicato dalla nostra testata, la faccenda si sta spostando anche fuori dal confine nazionale e stanno scendendo in campo anche cuochi del calibro di Massimo Bottura (nella foto a destra), tre stelle Michelin, dell'Osteria Francescana e Amerigo Capria (nella foto a sinistra) del Baccarossa di Firenze che al El Paìs hanno affidato le loro aspre critiche contro il colosso americano e contro una situazione che rischia di danneggiare pesantemente i ristoratori e l'immagine del made in Italy.
Dopo la condanna pesante come è successo a Parigi o Londra (dove sono state elargite multe e censure nei confronti di TripAdvisor, Expedia e Hotels.com), e dopo che Italia a Tavola ha più volte chiesto l'intervento anche al Governo e alle autorità, anche in Italia qualcosa si muove e a casi sporadici di piccoli ristoratori coraggiosi si stanno aggiungendo lo sdegno e la 'ribellione” dell'intero settore.
Capria ha sollevato il velo su un vero e proprio racket delle recensioni: «Non più una cassa di vino per 10 acquistate, ma 5 recensioni 'in regalo” sull'web. Ci sono agenzie che offrono pacchetti da 2mila euro per invadere la rete con recensioni degne di lode». Così Capria ha deciso di denunciare la pratica alla Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) scoprendo che ci sono altre vittime di questi raggiri. «I commenti su queste pagine sono diventati moneta di scambio» ha spiegato, infatti, Aldo Cursano, presidente regionale Fipe Toscana e vicario nazionale Fipe. Cursano ha deciso di combattere con una campagna per raccogliere testimonianze su Facebook. Una crociata che si sta diffondendo a macchia d'olio non solo in Italia ma anche in Francia e Germania e che ha lo scopo di intentare una causa contro TripAdvisor collettiva presso la casa madre degli Stati Uniti.
E mentre da tutta Italia, anche dalle pagine di Italia a Tavola, si levano le voci indignate di 'piccoli” ristoratori, anche il grande cuoco italiano Bottura racconta la sua esperienza con le false recensioni, che dimostra come spesso chi recensisce non abbia le competenze adeguate per giudicare: un cliente de La Francescana ha criticato il soufflé di panettone di Bottura dicendo che c'era troppa cannella, quando nel piatto non ce n'è nemmeno un pizzico.
Ma non è finita, in Italia intorno alla questione si aprono nuovi sconcertanti scenari con vere e proprie 'recensioni politiche”, come sono state definite al Corriere della Sera, da uno dei due protagonisti.
Il fatto è avvenuto ad Albisola (Sv): il consigliere comunale di maggioranza passato all'opposizione, Diego Gambaretto, ha dato su TripAdvior un voto scarso al ristorante La Meridiana dell'assessore del Turismo Ghigo Gaspari. Nella recensione Gambaretto ha scritto: «Non ci ritornerei più. Il posto è elegante ma non ho fatto una bella figura con la ragazza». Gambaretto dice di aver mangiato due pizze che «non ci sono piaciute» e critica aspramente i modi di quello che secondo lui è il padrone.
Immediata la reazione di Gaspari che dice: «Diego mi conosce benissimo, siamo insieme in consiglio comunale e sa perfettamente che il ristorante è il mio. E poi è mai venuto a cena. Quella recensione è tutta una bigia… se vuole attaccarmi politicamente faccia pure, ma non così, mi sono già rivolto a un avvocato».
Gaspari accusa poi Gambaretto di aver utilizzato uno pseudonimo e di aver inserito solo successivamente delle foto al suo profilo che l'avrebbero così reso riconoscibile al suo 'rivale”. Gambaretto si difende dicendo che tutti su internet usano uno pseudonimo e che lui ci ha sempre messo la faccia, anche perché sostiene «se avessi voluto fare una recensione fasulla non mi sarei fatto scoprire e avrei scritto cose terribili».
Italia a Tavola invita tutti i ristoratori, anche attraverso le pagine della nostra testata, a unirsi e denunciare questi fatti per poter portare la battaglia Oltreoceano e chiedere quantomeno l'introduzione della 'ricevuta fiscale” a dimostrare che il cliente ha effettivamente mangiato nel locale.
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