Ormai è solo una battaglia di civiltà. La correttezza contro l'imbroglio. La dignità del lavoro contro la falsità. La qualità contro il taroccamento. E soprattutto, la professionalità dell'accoglienza contro l'anonimato squallido e meschino. Nessuno mette in discussione la libertà di esprimere commenti o di scrivere critiche su un ristorante o un albergo: l'importante è farlo usando nome e cognome e documentando di essere stati, e quando, in quel locale.
Il braccio di ferro che sta impegnando la ristorazione italiana e TripAdvisor (ma anche tanti siti simili, da Expedia a Duespaghi...) è tutto in questi termini: basta con le calunnie dei concorrenti, con le recensioni pagate a blocchi per scalare classifiche virtuali di gradimento o per mettere in cattiva luce qualche collega più bravo. E che di false recensioni si tratti è la stessa TripAdvisor ad ammetterlo, quando per bocca del suo portavoce in Italia, Lorenzo Brufani, parla di un nucleo antifrode messo al lavoro. Una dichiarazione che, se non fosse ridicola di per sé, potrebbe rasentare la presa in giro ufficiale di una categoria che in questi ultimi mesi è stata letteralmente messa sottosopra da un uso scandalosamente criminale delle libertà di espressione offerte dal mondo web.
Eppure, e lo ricordiamo con assoluta serenità a TripAdvisor, le soluzioni c'erano e ci potrebbero ancora essere. Poiché non c'è nulla di più credibile di un commento in cui qualcuno ci mette la faccia (e dimostra di essere stato davvero in quel ristorante), basterebbe accettare commenti solo con nome e cognome accertati e in presenza di una fattura (intestata a chi mette la recensione). Si tratta di un mezzo con cui decenni fa Edoardo Raspelli aveva fatto scuola in Italia in campo giornalistico... Da tempo abbiamo lanciato questa sfida ai vari siti che in Italia hanno la pretesta di 'rappresentare” le opinioni e le tendenze dei consumatori. Al momento l'unica realtà che ha accolto, in parte, le nostre proposte è Oraviaggiando. Da parte della maggioranza degli altri portali o blog che affollano Internet c'è stata purtroppo solo la gara a inseguire TripAdvisor sulla strada dell'arroganza, incoraggiando attività illegali che del tarocco e della delazione fanno la loro regola di vita.
In attesa di avviare iniziative decisamente più importanti con la ripresa delle attività post ferie (a partire da una class action), ci uniamo all'appello del vicepresidente vicario della Fipe, Aldo Cursano, ed invitiamo a prendere posizione con noi e a cliccare 'mi piace” sulla pagina Facebook www.facebook.com/FipeToscana. Mai come in questo caso vale il motto: l'unione fa la forza.
Alberto Lupini
alberto.lupini@italiaatavola.net
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