L'attenzione di tutti noi è concentrata sulle difficoltà dei
terremotati di Emilia e Lombardia, a sostegno dei quali in tutta Italia ci si sta mobilitando con la consueta gara di
solidarietà che non vede divisioni geografiche o politiche. Sono per fortuna smorzate le polemiche sui soccorsi e al momento sembra evitato lo scontro fra istituzioni causa del disastro dell'
Aquila, che resta ferita e senza ricostruzione. L'ironia della sorte è che questa situazione sembra il classico 'chiodo schiaccia chiodo” per cercare di dimenticare per qualche giorno la drammatica evoluzione di una crisi economica che annaspa nella palude di un'Europa incapace di fare scelte politiche forti.
Ce le sollecita tutto il mondo, dopo che anche nell'area Bric (le nuove potenze economiche di Brasile, Russia, India e Cina) cominciano ad accusare i colpi delle diminuite esportazioni nel nostro continente. Eppure da Berlino si ostinano a voler dettare regole da ragionieri, quasi che la recessione potesse restare fuori dai confini della Germania. I tedeschi sembrano dimenticare che la loro riunificazione è stata fatta solo grazie al sacrificio di tutti noi europei che sostenemmo il cambio di allora del Marco, premessa dell'Euro che ne ha poi preso il posto.
Ma tant'è. Speriamo solo che il Governo Monti riesca a mantenere la determinazione con cui vuole escludere dal patto di stabilità le spese per la ricostruzione nelle zone del terremoto. Ma una determinazione ancor più grande deve essere presa al più presto per evitare che al dramma dei senza casa e senza lavoro lombardi ed emiliani si aggiungano ora gli sciacalli che cercano di
speculare sul terremoto per distrarre verso altri lidi il turismo straniero. I segnali di disdetta sulla riviera Adriatica sono tanti e non sono certo di aiuto le stupidaggini o gli allarmi alla Bruno Vespa su possibili scosse ondivaghe e che potrebbero prendere la strada del Garda o di Rimini.
Occorre mettere in campo una task-force decisa e urgente per spiegare che (salvo l'improbabile fine del mondo da calendario dei Maya) l'epicentro del sisma è localizzato e non è che tutta l'Italia stia tremando. è quasi una vergogna che nessun membro del Governo abbia stigmatizzato la notizia che l'economista americano Jeremy Rifkin non è andato ad un convegno a Venezia, dove era l'invitato principale, per paura dei terremoti... anche se la laguna è al grado più basso di pericolosità sismica in Italia. Perdere altri colpi sul turismo, dopo quelli dello
scorso anno, significherebbe davvero allontanare ogni possibilità di ripresa a breve. Tanto più che non stiamo facendo praticamente nulla dopo l'anarchia degli anni passati in cui ogni regione ha cannibalizzato le altre senza che i miliardi investiti in promozioni spesso sballate abbiano prodotto dei risultati positivi.
Certo resta la soddisfazione (a denti stretti) che l'Agenzia delle entrate si appresta a dare nuove stangate agli evasori con i già annunciati
blitz estivi in Sardegna, in particolare in Costa Smeralda. Plaudiamo ad ogni iniziativa capace di
rimettere in riga chi non rispetta la legge e non paga le tasse (e fra i possessori delle mega barche di Porto Cervo sono in tanti...) ma non vorremmo che, a furia di blitz più o meno annunciati, ad affondare fosse il turismo e non già l'evasione fiscale. Di tutto abbiamo bisogno meno che di altri terremoti economici.
Alberto Lupini
alberto.lupini@italiaatavola.netArticoli correlati:
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