Dopo il blitz della Guardia di Finanza sul Ponte Vecchio a Firenze, dove le Fiamme gialle e l'Agenzia delle Entrate hanno passato al setaccio le botteghe orafe di uno dei luoghi-simbolo della città toscana per le verifiche su scontrini e ricevute, interviene con una lettera a La Nazione Aldo Cursano (nella foto a sinistra), presidente di Fipe Toscana e vicepresidente vicario della Fipe nazionale che commenta: «Chi non paga le tasse ci fa anche concorrenza sleale Ma occorre equilibrio, non tutti siamo evasori». Riportiamo per completezza dell'informazione l'articolo de La Nazione di ieri, 2 aprile 2012.
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Parole che hanno il sapore di uno sfogo. Quello di «un imprenditore che come molti miei colleghi sta sul pezzo da mattina a sera, rischia in proprio, fa i salti mortali per combattere la crisi enorme che ci assedia. Un imprenditore che spesso si trova a ipotecare la casa, i beni di famiglia per tenere in piedi l'azienda pur di non mandare a casa collaboratori che ha visto crescere...». Aldo Cursano, il giorno dopo il blitz dell'Agenzia delle entrate e delle Fiamme gialle tra gli orafi di Ponte Vecchio, spedisce attraverso La Nazione un messaggio di rabbia e di orgoglio: «Non siamo tutti evasori. Il messaggio che esce da un'operazione come quella sul Ponte Vecchio, al di là delle intenzioni di chi l'ha eseguita, ci fa male. A chi lo pensa dico con forza: non è vero che commercio è uguale a evasione».
A scanso di equivoci Cursano, presidente regionale e vicario nazionale della Fipe, aggiunge che «le regole sono fondamentali in una società civile e vanno rispettate, anche se cominciano a diventare insostenibili... L'evasione fiscale è una piaga sociale e chi non paga le tasse svolge anche una sorta di concorrenza sleale nei confronti di colleghi imprenditori che le pagano, quindi siamo tutti consapevoli che la lotta all'evasione debba essere una priorità. Aggiungo però - prosegue Cursano - che bisogna stare attenti alla caccia alle streghe ed è indubbio che da questi blitz show si allunga di fatto un'ombra su una intera categoria del commercio, anche sulla stragrande maggioranza che si sforza di stare nelle regole. Sarebbe un danno per tutti, per il Paese, se si dimenticasse la responsabilità sociale di tante piccole imprese. E sarebbe uno sbaglio gravissimo se la figura dell'imprenditore commerciale fosse vista come un problema piuttosto che come una risorsa. Con tutto questo non dimentico - dice Cursano - di sottolineare comunque gratitudine, stima, rispetto per tutti gli organi di controllo, per il servizio che svolgono a favore della collettività. Nel merito aggiungo solo che raffrontare gli incassi del 31 marzo, fine settimana che precede la Pasqua, con i tre sabati precedenti di marzo, non è un metodo condivisibile. Il periodo prima della Pasqua da sempre è considerato alta stagione, con un rapporto di affari di 1 a 3 o di 1 a 4 rispetto ai periodi di bassa. Per avere un confronto più attendibile forse sarebbe meglio confrontare gli incassi con quelli del periodo precedente la Pasqua dell'anno scorso».
La Nazione Firenze
2 aprile 2012
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