Finalmente in Toscana qualcosa si muove. La battaglia contro le sagre tarocche, che anche Italia a Tavola sta conducendo da anni. sta ottenendo importanti risultati. Con la speranza che il buon esempio sia seguito da tutta Italia.
Il Comune di Borgo San Lorenzo (Fi) si dà nuove regole per sagre e feste. E saranno, d'ora in poi, "di qualità" e "ecologiche". è stato approvato dal Consiglio comunale nella seduta del 24 gennaio, col voto favorevole della maggioranza di centrosinistra, Pdl, Rifondazione comunista e Per Borgo e l'astensione di Libero Mugello, il nuovo "Regolamento per lo svolgimento delle manifestazioni con attività temporanea di somministrazione alimenti e bevande".
Si fissano criteri più rigorosi sul periodo di svolgimento delle manifestazioni di questo carattere durante l'anno, il numero delle manifestazioni e i soggetti promotori, i requisiti per l'assegnazione delle date nel calendario annuale, le modalità di organizzazione, la qualità degli alimenti e delle bevande somministrate, la raccolta differenziata dei rifiuti, il rispetto dei limiti per il rumore, specificando anche che «il termine 'sagra” deve essere riservato a manifestazioni in cui si intenda promuovere un prodotto o piatto tipico del territorio del Mugello. Tale prodotto deve caratterizzare in maniera prevalente il menu della sagra e, per quanto possibile, deve essere di provenienza locale» mentre «in tutte le altre circostanze deve essere usato il termine 'festa”».
«Di qualità ed ecologiche - commenta il sindaco Giovanni Bettarini (nella foto a destra) - così saranno d'ora in avanti le sagre a Borgo San Lorenzo. è un buon regolamento che aggiorna e migliora il precedente, ponendo un giusto equilibrio tra la promozione delle sagre, che sono una risorsa per il territorio, e l'attività di ristorazione tradizionale, con una spinta sulla qualità, i prodotti locali e un'impronta ecologica».
Cambia innanzitutto il periodo in cui potranno tenersi sagre e feste, che vengono concentrate dal 15 aprile al 30 ottobre, mentre le domande per poter chiedere l'inserimento di una manifestazione andranno presentate entro il 30 novembre al Comune che, previa concertazione con le parti sociali interessate, redigerà entro il 31 dicembre il calendario-programma annuale. Hanno titolo a presentare domanda per organizzare sagre e feste «associazioni ricreative, culturali, sportive, del volontariato, iscritte all'ambo comunale; organizzazioni politiche e sindacali stabilmente presenti e radicate nel territorio comunale».
Ognuna di esse «non potrà organizzare più di una manifestazione», che non può superare, come durata, «i 12 giorni consecutivi». Inoltre, le manifestazioni «non possono avere un fine di lucro e i fondi raccolti devono essere destinati allo svolgimento delle attività istituzionali dei soggetti promotori o alla beneficenza», nella stessa località non se ne potrà svolgere contemporaneamente più di una «ma sono comunque ammesse in zone diverse dello stesso territorio comunale», due al massimo, e nella loro organizzazione deve essere impiegato «personale iscritto all'associazione promotrice o riconducibile ad essa e non è ammessa la concezione in gestioni delle manifestazioni in forma di accordo tra le associazioni».
Ancora, si fissano criteri per sagre "di qualità" ed "ecologiche": nella preparazione di alimenti e pietanze ci si servirà di «materie prime di produzione prevalentemente locale» con menu «basati essenzialmente su piatti tipici della tradizione locale», mentre al posto di «stoviglie non riutilizzabili, di plastica e/o difficilmente smaltibili», adesso vietate, si dovrà adoperare piatti, posati, bicchieri e tovaglie «in materiale durevole o biodegradabile e carta riciclata e/o certificata». E diventa obbligatoria la raccolta differenziata dei rifiuti, compresi i grassi/oli di cucina e dei fritti.
«Siamo intervenuti per tutelare: dopo un confronto, anche serrato, sia in sede istituzionale sia con associazioni di categoria e il tessuto associativo locale - sottolinea l'assessore allo Sviluppo economico Paolo Francini - siamo arrivati ad aggiornare e migliorare la regolamentazione delle sagre, che risaliva al 2008, tendendo conto delle diverse esigenze, quelle delle tante associazioni presenti che con le sagre promuovono le proprie attività, spesso di volontariato puro, e insieme il territorio, e quelle delle attività di ristorazione, individuando dei criteri più precisi e ordinati, che sono anche a tutela del consumatore».
«Esprimiamo la nostra soddisfazione – ha commentato Stefano Bottai, presidente di Confcommercio - Imprese per l'Italia Toscana - per il successo ottenuto da Fipe sul territorio del Mugello, e auspichiamo che la vicenda faccia scuola. La nostra struttura e i nostri imprenditori sono da sempre in prima linea, spesso in sinergia con le istituzioni e gli enti locali, nelle iniziative legate alla promozione dell'enogastronomia toscana, perché essa è espressione di valori autentici e professionalità ampiamente riconosciute».
«Ci sono voluti anni – ha commentato soddisfatto Aldo Cursano (nella foto a sinistra), presidente di Fipe Toscana e vicepresidente vicario nazionale Fipe - è stata necessaria la minaccia di un ricorso alle vie legali, abbiamo dovuto lavorare molto. Finalmente dalla Toscana arriva un messaggio positivo a livello nazionale per il mondo della ristorazione ma anche per quello delle vere sagre, patrimonio dei territori e delle popolazioni. In estate noi di Fipe Toscana abbiamo incontrato i ristoratori del Mugello che, già alle prese sì con gli effetti della crisi, si sono trovati anche a fronteggiare la concorrenza sleale di ristoranti camuffati che, godendo delle agevolazioni previste dalla legge per le sagre, potevano fornire a prezzi stracciati pietanze e bevande di ogni genere».
Abbiamo voluto fare del Mugello – ha continuato Cursano - un simbolo nazionale per intraprendere una battaglia di giustizia ed equità. Era il 27 luglio, non dimentico che in quei giorni in cui ci sentivamo un po' isolati e il sostegno de La Nazione e di Italia a Tavola permettendo così di far emergere la posizione in favore della legalità e della libera concorrenza. Chissà se altrimenti ce l'avremmo fatta. Non è comunque ora il momento di mettere bandierine o rivendicare meriti. Adesso grazie al ritrovato spirito di collaborazione con le amministrazioni locali che hanno colto il senso della nostra inquietudine è arrivato il tempo in cui basterà semplicemente che venga rispettata la legge. E questo per il bene dei numerosissimi piccoli imprenditori che ogni giorno si ingegnano per mantenere aperto il ristorante, ma per il bene di chi promuove sagre autentiche, una ricchezza della Toscana che non deve sparire».
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