Sono già un migliaio gli allevatori e i coltivatori che dalle prime ore della mattina di oggi, 6 luglio 2010, hanno invaso la frontiera del Brennero tra Italia e Austria per la mobilitazione promossa dalla Coldiretti. Una protesta «dopo che lo scandalo della mozzarella blu contaminata prodotta in Germania e venduta in tutta Europa con nomi italiani - si legge in una nota dell'organizzazione - è stata la goccia che ha fatto traboccare un vaso pieno di prodotti alimentari stranieri di scarsa qualità spacciati come made in Italy, a danno dei consumatori e dei coltivatori che chiedono di fare definitivamente chiarezza».
Nel piazzale scelto come campo base all'area di parcheggio Brennero al km 1 dell'autostrada del Brennero, direzione sud (Austria-Italia), ci sono trattori e un centinaio di pullman che, nella notte, hanno già portato al valico gli imprenditori agricoli provenienti da tutta Italia. Emilia, Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli, Trentino, Toscana, Umbria, Marche, Puglia e Calabria arriveranno nella mattina mentre si attendono nel pomeriggio tra gli altri Abruzzo, Lazio, Campania e Basilicata.
Oltre ai pullman sono presenti alcuni trattori, una ventina di camper e numerosi furgoni che hanno portato prodotti tipici dalle diverse regioni per il vettovagliamento. è stata alzata dalla Coldiretti, infatti, una grande tenda con cinquecento posti alla volta sotto la quale potranno alternarsi gli allevatori per soddisfare le loro esigenze alimentari nei diversi turni di presidio della frontiera. Insieme a una cucina da campo attrezzata anche per le grigliate sono funzionanti ben trenta bagni chimici.
Gli allevatori e i coltivatori si sono schierati attorno al tracciato stradale, con la presenza dei carabinieri dei Nas, delle guardie di finanza e delle forze di polizia, hanno iniziato a verificare i camion per sapere cosa arriva e dove va a finire mentre sono sollevati cartelli, indirizzati agli automobilisti in transito, per chiedere di sostenere la proposta di etichettatura obbligatoria dei prodotti alimentari. Sono centinaia le bandiere Coldiretti, striscioni e cartelli. è già giunto alla frontiera anche il presidente della Coldiretti, Sergio Marini. L'obiettivo è scoprire il «finto made in Italy trasportato sui camion che passate le frontiere sono seguiti con auto "civetta" fino a destinazione».
«Sono salito al Brennero – ha detto il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Giancarlo Galan (nella foto sotto, a sinistra, con il presidente della Coldiretti, Sergio Marini) - per partecipare alla grande protesta della Coldiretti volta a far conoscere all'opinione pubblica italiana quali sono quantità e qualità di ciò che viene quotidianamente immesso nel sistema di distribuzione agroalimentare del nostro Paese. Non si può non rimanere impressionati osservando decine di tir che trasportano in Italia carne, pasta, prosciutti, formaggi ecc. importati nel nostro Paese secondo quanto previsto dalle normative comunitarie. Questa manifestazione però ha assunto un significato particolare, perché è di poche settimane fa lo scandalo delle cosiddette mozzarelle blu. Molte cose non hanno funzionato a dovere a questo proposito. Non hanno funzionato in Germania e non hanno funzionato in Italia, se è vero come è vero che l'allarme è stato dato da una nostra consumatrice. Davanti alla gente che vive e lavora di agricoltura e nell'agricoltura ho rinnovato l'impegno a far sì che sia approvata al più presto dalla Camera dei deputati la legge sull'etichettatura, strumento indispensabile se vogliamo tutelare la salute dei nostri concittadini e i nostri prodotti. è proprio di questo che ho parlato ieri con il presidente Silvio Berlusconi, da me rassicurato rispetto ai tempi di approvazione della legge, che di fatto è al centro della civile protesta in corso al Brennero».
Made in Italy, l'assedio del latte straniero: in Lombardia il record dell'import
è in Lombardia la 'quinta colonna” del latte e dei formaggi stranieri in Italia. I primi 5 importatori a livello nazionale operano infatti fra le province di Lodi, Bergamo, Milano e Cremona con 22 milioni di quintali, su un totale regionale di quasi 32 milioni che rappresenta più del 36 per cento a livello nazionale dove si raggiunge quota 88 milioni di quintali.
Sono i dati diffusi dalla Coldiretti mentre al Brennero e alle frontiere sono scattati i controlli sui carichi di materie prime alimentari straniere che arrivano nel nostro Paese e mentre le 'sentinelle del Made in Italy” sono in azione per organizzare i 'comitati di accoglienza” alle spedizioni destinate agli stabilimenti lombardi.
L'import dall'estero in Lombardia è gestito da 370 realtà fra aziende di logistica e trasporto e industrie di trasformazione (con caseifici più o meno importanti). Il nocciolo duro si trova proprio nel Lodigiano: fra Casaletto, Ospedaletto e Tavazzano.
«è un mare di prodotto straniero utilizzato per formaggi, yogurt, latte a lunga conservazione, semilavorati che poi finiscono sulle nostre tavole, magari con una presentazione e un nome italiani come è successo per alcune marche delle famigerate mozzarelle blu» afferma Nino Andena, presidente della Coldiretti Lombardia, affiancato dai due vice presidenti regionali della Coldiretti e da tutti i presidenti delle Federazioni provinciali.
I signori del latte straniero importano nella nostra regione soprattutto dalla Germania, 'patria delle mozzarelle blu” (12 milioni di quintali), dalla Francia (7 milioni di quintali) dal Belgio (3,4 milioni), dall'Austria (1,4 milioni)dall'Olanda (1,4 milioni), ma anche dalla Spagna, dal Portogallo e persino dall'Islanda (mille quintali). E poi c'è il 'gruppo di mischia” dei Paesi dell'Est che pesano per quasi 4 milioni e mezzo di quintali nelle importazioni di latte equivalente, principalmente dalla Polonia, Lituania, Ungheria, Slovacchia, Slovenia.
Non manca neppure la Svizzera che esporta in Lombardia oltre mezzo milione di quintali di prodotti lattiero caseari.
I produttori lombardi sono assediati da un esercito di 28 Stati che vendono di tutto di più: dal latte al burro, dalle cagliate al latte in polvere, dagli jogurt ai formaggi freschi e semi stagionati.
«Non si può certo continuare con questo andazzo che rappresenta una ferita alla nostra economia, alle nostre aziende e ai consumatori. Basta guardare in che modo questi prodotti vengono commercializzati, senza alcuna indicazione di origine delle materie prime utilizzate – commenta il presidente di Coldiretti Lombardia – e poi non sorprendiamoci se accadono casi come quello delle mozzarelle blu dove parte dei marchi richiamava paesaggi bucolici di montagna italiani invece che i fusti di metallo dell'azienda tedesca che le ha prodotte».
«Per questo - conclude Andena - ci stiamo battendo e lo facciamo ancora oggi per garantire che i veri prodotti italiani, non solo il latte, ma anche la carne, i salumi e la frutta e la verdura siano sempre riconoscibili da parte dei consumatori, che poi saranno liberi di scegliere. Noi non abbiamo paura della verità. Qualcun altro può dire la stessa cosa?».
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