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Nutella come le sigarette Per l'Ue nuoce alla salute

Allarme della Ferrero: l'Europarlamento potrebbe costringere a inserire la dicitura Favorisce l'obesità. Il Parlamento ha respinto a Strasburgo l'emendamento che chiedeva l'eliminazione dei profili nutrizionali dalla normativa con cui l'Europa punta a regolamentare l'informazione sulle etichette

17 giugno 2010 | 10:13
Nutella come le sigarette Per l'Ue nuoce alla salute
Nutella come le sigarette Per l'Ue nuoce alla salute

Nutella come le sigarette Per l'Ue nuoce alla salute

Allarme della Ferrero: l'Europarlamento potrebbe costringere a inserire la dicitura Favorisce l'obesità. Il Parlamento ha respinto a Strasburgo l'emendamento che chiedeva l'eliminazione dei profili nutrizionali dalla normativa con cui l'Europa punta a regolamentare l'informazione sulle etichette

17 giugno 2010 | 10:13
 

Nutella a rischio dopo il primo sì del Parlamento Ue all'introduzione, per ogni alimento, del miglior profilo nutrizionale. A lanciare l'allarme è stato il vicepresidente del gruppo Ferrero, Francesco Paolo Fulci, dopo il voto del Parlamento europeo con il quale verrebbe lasciata all'Europa la possibilità di decidere se un prodotto può essere pubblicizzato, che avverte: il voto, se confermato, potrebbe «mettere fuori legge la Nutella e la stragrande maggioranza dei prodotti dolciari».



Il Parlamento europeo in plenaria ha respinto, mercoledì a Strasburgo, l'emendamento dell'eurodeputata tedesca Renate Sommer (Ppe) che chiedeva l'eliminazione dei profili nutrizionali dalla normativa con cui l'Europa punta a regolamentare l'informazione sulle etichette alimentari al consumatore, e in particolare i messaggi promozionali. «La nostra grande preoccupazione per la Nutella, come per la stragrande maggioranza dei prodotti dolciari», ha spiegato Fulci, «è che oggi ci dicono di non fare messaggi promozionali, ma domani - e ci sono già alcune organizzazione di consumatori che spingono in questo senso - ci faranno scrivere come sulle sigarette: "Attenti è pericolosa, favorisce l'obesità", o magari ci metteranno delle tasse fortissime come hanno previsto di fare in Romania». Questo modo di procedere, ha aggiunto, «mette veramente in ginocchio l'intera industria dolciaria, piccola, media e grande, e per questo dobbiamo continuare la nostra battaglia che è una battaglia di libertà per il consumatore».

«Abbiamo perso la prima battaglia ma non la guerra», ha detto Fulci, sottolineando comunque che una decisione di questo genere rischia di «mettere fuori legge la Nutella e la stragrande maggioranza dei prodotti dolciari, mettendo in ginocchio l'intera industria, piccola, media e grande». l consumatore dovrebbe essere lasciato libero di scegliere, mangiando di tutto, senza eccedere e mantenendo un sano stile di vita. La Commissione europea sta definendo, ricorda Fulci, un profilo nutrizionale generale per la grande maggioranza degli alimenti secondo cui per ogni 100 grammi di prodotto, non ci possono essere più di 10 grammi di zucchero, quattro grammi di grassi saturi e due milligrammi di sale. «Ma non esistono dolci - sbotta Fulci - con meno di 10 grammi di zucchero ogni 100 grammi di prodotto».

A questo profilo generale Bruxelles ha fatto una serie di eccezioni per frutta, pesce, miele, chewingum, biscotti e pastiglie per la tosse, dove è accettata una presenza maggiore di zucchero, sali o grassi. La posta in gioco è elevata in quanto se queste soglie dovessero essere introdotte non sarebbe più possibile - in base alla proposta - pubblicizzare con dichiarazioni sulla salute o sulle sostanza nutritive, numerosi prodotti della grande tradizione alimentare europea: dalla Nutella al tradizionale pane nero tedesco che supera la soglia consentita di sale.

Il vicepresidente del gruppo Ferrero, tuttavia, «non intende considerare il voto di oggi come una sconfitta, ma semplicemente una battuta d'arresto nella battaglia per la difesa della libertà del consumatore di alimentarsi come meglio crede». Il testo passa ora all'esame del Consiglio dei ministri dell'Ue e dovrà poi tornare al Parlamento europeo per una seconda lettura e un nuovo voto. «La prossima volta - conclude Fulci - saremo ben certi che nessuno di quelli che la pensano come noi manchi alla votazione».

Dalla Nutella al vino senza uva, dal formaggio senza latte fino all'entrata in vigore il primo giugno del regolamento mediterraneo che colpisce telline, cannolicchi e altri pesci della tradizione gastronomica nazionale sono alcune delle recenti prese di posizione dell'Unione europea che stanno cambiando le tavole degli italiani.

Prima di telline e cannolicchi, a subire gli effetti delle normative comunitarie era stato lo scorso anno un altro importante prodotto della dieta mediterranea come il vino per il quale a causa della riforma europea di mercato del settore vitivinicolo è stata autorizzata la possibilità di zuccheraggio per i paesi del nord Europa ma anche la produzione e la commercializzazione di vini ottenuti dalla fermentazione di frutti diversi dall'uva come lamponi e ribes, dopo che l'Unione europea aveva già dato il via libera all'invecchiamento artificiale del vino attraverso l'utilizzazione di pezzi di legno al posto della tradizionale maturazione in botti di legno. Un inganno che si aggiunge alla possibilità di vendita nell'Unione europea nei negozi, o attraverso internet, di kit per la preparazione casalinga in meno di un mese di vini come il Chianti, il Barolo o il Valpolicella, per effetto di una curiosa interpretazione della legislazione.
 
In realtà nonostante l'impegno dell'Unione nel tutelare le denominazione dei prodotti alimentari tipici continuano a proliferare anche all'interno dell'Europa. è il caso dei formaggi tipici dove, dopo il Parmesan, è stato scoperto in Romania il Parmezan, ma anche la Fontina svedese, il Parmi olandese, la polenta che diventa 'palenta” in Montenegro, il barbera bianco venduto un supermercato rumeno, il Cambozola in Germania o la pasta Milaneza venduta in Portogallo.

è invece di poco più di un mese fa la decisione della Commissione europea di non accogliere la proposta italiana di decreto ministeriale che obbliga a indicare l'origine del latte impiegato nel latte a lunga conservazione e in tutti i prodotti lattiero caseari ma vieta anche l'impiego di polveri di caseina e caseinati nella produzione di formaggi. Con la norma si stabiliva chiaramente che il formaggio si fa con il latte e non con le polveri mentre già dallo scorso anno l'Unione europea consente che possa essere incorporato fino al 10% di polvere di caseina e caseinati nel formaggio, al posto del latte.

La possibilità di vendere sul mercato bibite di fantasia al gusto e con il colore dall'arancia senza contenere tuttavia neanche una minima percentuale del prezioso agrume è stata invece scongiurata in Italia dopo il tentativo di inserirla in passato tra le norme di recepimento della legislazione comunitaria. Le contraddizioni delle scelte politiche europee sono evidenti nelle norme che riguardano l'indicazione in etichetta l'origine dei prodotti agricoli impiegati che è obbligatoria per la carne bovina ma non per quella di maiale, per la frutta fresca ma non per quella trasformata, per il latte fresco ma non per quello a lunga conservazione o per i formaggi.

Non mancano però le buone notizie come la recente decisione dell'Unione europea di rendere obbligatoria l'indicazione dell'origine dell'extravergine di oliva a partire dal mese di luglio 2009, favorita dal pressing della Coldiretti che ha avviato una campagna per l'etichettatura obbligatoria di tutti gli alimenti.


Come l'Europa cambia le tavole degli italiani


STOP A TELLINE E CANNOLICCHI - A partire dal primo giugno 2010 entrano in vigore le nuove norme sulla pesca che di fatto faranno sparire dalle tavole degli italiani telline, cannolicchi e altri pesci della tradizione gastronomica regionale.

VIA LIBERA AL FORMAGGIO SENZA LATTE
- A partire dal primo gennaio 2009 può essere incorporato fino al 10% di caseina e caseinati nel formaggio, al posto del latte, secondo quanto previsto dal regolamento (Ce) n. 760/2008 del 31 luglio 2008.

LO ZUCCHERO NEL VINO
- è una pratica, utilizzata nei paesi del nord Europa, che permette di aumentare la gradazione del vino attraverso l'aggiunta di zucchero. Lo zuccheraggio è sempre stato vietato nei paesi del Mediterraneo e in Italia, che ha combattuto una battaglia per impedire un "trucco di cantina" e per affermare definitivamente la definizione di vino quale prodotto interamente ottenuto dall'uva.
 
è ARRIVATO IL VINO SENZA UVA - è arrivato il vino ottenuto senza uva per effetto della riforma europea di mercato del settore vitivinicolo del 29 aprile 2008 (Reg. 479/08) che ha autorizzato la produzione e la commercializzazioni di vini ottenuti dalla fermentazione di frutti diversi dall'uva come lamponi e ribes.
 
IL VINO SI INVECCHIA CON LA SEGATURA - L'Unione europea ha dato il via libera all'invecchiamento artificiale del vino attraverso l'utilizzazione di pezzi di legno al posto della tradizionale maturazione in botti di legno, secondo quanto previsto dal Reg. (Ce) 11 ottobre 2006, n. 1507/2006.

L'ARANCIATA SENZA ARANCIA
- La possibilità di vendere sul mercato bibite di fantasia al gusto e con il colore dall'arancia senza contenere tuttavia neanche una minima percentuale del prezioso agrume è stata scongiurata in Italia dopo il tentativo di inserirla in passato tra le norme di recepimento della legislazione comunitaria.
 
LE IMITAZIONI
- Nonostante l'impegno dell'Unione nel tutelare le denominazione dei prodotti alimentari tipici continuano a proliferare anche all'interno dell'Europa. è il caso dei formaggi tipici dove, dopo il Parmesan, è stato scoperto in Romania il Parmezan, ma anche la Fontina svedese, il Parmi olandese, la polenta che diventa 'palenta” in Montenegro, il barbera bianco venduto un supermercato rumeno, il Cambozola in Germania o la pasta Milaneza venduta in Portogallo.
 
LA METà DELLA SPESA è ANONIMA
- Negli ultimi anni con la mobilitazione a favore della trasparenza dell'informazione, la Coldiretti è riuscita a ottenere l'obbligo di indicare la provenienza per carne bovina, ortofrutta fresca, uova, miele latte fresco, pollo, passata di pomodoro, extravergine di oliva ma ancora molto resta da fare e l'etichetta resta anonima per circa il 50% della spesa dai formaggi ai salumi, dalla pasta ai succhi di frutta.

Fonte: Coldiretti



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