BRUXELLES - L'azienda che ha prodotto la "mozzarella blu" finisce nel mirino della Commissione europea. Bruxelles ha infatti deciso «di inviare una lettera all'Autorità sanitaria tedesca, e alla Rappresentanza permanente tedesca presso l'Ue, affinché garantisca che nessun alimento lattiero-caseario dell'azienda "Milck Wercjager", che ha prodotto le mozzarelle contaminate dal batterio Pseudomonas fluorescens, sia messo sul mercato». Lo ha detto all'Ansa, Frederic Vincent, portavoce del commissario europeo alla sanità John Dalli, precisando: il blocco delle vendite deve continuare «fino a quando non avremo informazioni ufficiali che la causa della contaminazione è stata eliminata».
La lettera che Bruxelles ha deciso di inviare alle autorità tedesche è il risultato della missione in Baviera, giovedì e venerdì scorso, degli ispettori europei inviati dall'Ufficio alimentare e veterinario della Commissione Ue, che ha sede in Irlanda. Il loro obiettivo: ricercare le cause della contaminazione presso la sede della società tedesca Milck Wercjager che ha prodotto la mozzarella sotto indagine. Sulla base dei risultati delle verifiche realizzate dagli ispettori europei, fonti comunitarie a Bruxelles non nascondono che avrebbero voluto essere messe a conoscenza anticipatamente dalla autorità competenti dei problemi incontrati dall'azienda bavarese, in modo anche da evitare la caduta dei consumi di mozzarella di qualità sul mercato europeo, come è avvenuto in Italia.
Insomma, la Commissione europea segue la situazione molto da vicino, grazie anche alla stretta collaborazione fornita dalle autorità sanitarie italiane e tedesche. La mozzarella blu è stata ormai rintracciata in 14 paesi: oltre all'Italia, anche in Slovenia, Francia, Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca, Ungheria, Polonia, Romania, Slovacchia, Svezia, Bielorussia, Russia ed in Germania dove era stata prodotta.
Della questione si occuperà anche, il primo luglio prossimo, il Comitato permanente Ue per la catena alimentare. Altre fonti della Commissione hanno deplorato il comportamento «un pò disinvolto» dei tedeschi in questa vicenda, osservando che la presenza del batterio contaminante doveva essere comunicata prima. «Avremmo preferito - hanno detto le fonti - più trasparenza e più tempestività nella trasmissione delle informazioni, si sarebbe evitato un impatto sul mercato delle proporzioni che abbiamo visto», con la caduta delle vendite delle mozzarelle che viene valutata ad almeno il 20%.
«Esprimo tutto il mio apprezzamento per la decisione della Commissione di imporre uno stop all'azienda che ha prodotto l'ormai famigerata mozzarella blu. - ha detto il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Giancarlo Galan - Comunque, per garantire ai consumatori quella sicurezza cui hanno diritto, i controlli predisposti dal Ministero proseguiranno. In particolare, il programma straordinario su tutto il territorio nazionale, avviato dall'Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi, che prevede per le mozzarelle di latte vaccino commercializzate in Italia controlli a tappeto presso la grande distribuzione per la verifica della qualità merceologica del prodotto "mozzarella", soprattutto se offerto a basso costo, allo scopo di elevare le garanzie sulla regolarità della composizione e dell'etichettatura di tali prodotti offerti a prezzi concorrenziali, nonché verificare la rintracciabilità».
Soddisfatta la Coldiretti: «è certamente positivo lo stop alle vendite imposto allo stabilimento tedesco di produzione delle cosiddette 'mozzarelle blu” imposto dall'Unione Europea che però chiude le stalla quando i buoi sono già scappati mentre occorre intervenire con misure strutturali a partire dall'obbligo di indicare l'origine in etichetta».
L'allarme provocato dalla mozzarella blu prodotte in Germania, vendute anche con marchi italiani, ha provocato un calo dei consumi in Italia nei giorni immediatamente successivi con effetti anche sui mercati esteri dove sono stati esportati quasi 50 milioni di chili nel 2009 per un valore di 208 milioni di euro.
Una situazione che conferma la necessità di accelerare sull'obbligo di indicare in etichetta la provenienza del latte utilizzato per difendere consumatori e produttori italiani ed evitare effetti generalizzati provocati da specifici allarmi sanitari provenienti. La riduzione degli acquisti che infatti colpito indistintamente quelle con latte o cagliate importate dall'estero e 'spacciate” come Made in Italy ma anche quelle con latte italiano di qualità per la mancanza di trasparenza nell'etichetta che consente di distinguerle.
Un segnale incoraggiante è appena arrivato dal Parlamento europeo che, sotto il pressing della Coldiretti, ha votato finalmente a favore dell'obbligo di indicare il luogo di origine/provenienza per carne, ortofrutticoli freschi e appunto prodotti lattiero caseari
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