Oltre mille agricoltori si stanno muovendo da tutta la Lombardia verso il Brennero per protestare domani 6 luglio dalle ore 8 contro l'importazione di prodotti stranieri nel nostro Paese, contro i ritardi dell'Unione europea nel rendere obbligatoria l'indicazione di origine degli alimenti e a sostegno delle iniziative di legge nazionali. La spedizione si unirà a quelle che stanno partendo dalle altre regioni.
Oltre alla task force al Brennero, i lombardi stanno mobilitando squadre di sentinelle del Made in Italy che seguiranno i carichi stranieri dal Brennero fino alla loro destinazione in Lombardia, organizzando 'comitati di accoglienza” di fronte agli stabilimento di arrivo. Monitorati in modo particolare i colossi Lactalis-Galbani a Corteolona (Pv) e Sterilgarda a Castiglione delle Stiviere (Mn), che sono fra i più grandi importatori di latte straniero in Italia.
Lo scandalo delle mozzarelle blu è la goccia che ha fatto traboccare un vaso pieno di prodotti alimentari stranieri di scarsa qualità spacciati come Made in Italy a danno dei consumatori e dei coltivatori che chiedono di fare chiarezza una volta per tutte.
«Scandali come quello delle mozzarelle blu – ha detto il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Giancarlo Galan - non devono mai più verificarsi. Sono d'accordo con gli allevatori che domani manifesteranno al Brennero contro le contraffazioni alimentari. Ma penso anche che da un male possa nascere un bene. L'iniziativa di domani deve farci riflettere sull'urgenza dell'etichettatura nel settore lattiero-caseario, io stesso mi farò interprete in sede di dibattito parlamentare del diritto dei produttori di vedere riconosciuto il proprio lavoro e della necessità dei consumatori di conoscere la provenienza di ciò che acquistano. A causa del deficit produttivo che con questi prezzi rischia di peggiorare ulteriormente, la difesa dei produttori italiani passa necessariamente attraverso una norma chiara sull'etichettatura».
«Per quanto ci riguarda - ha concluso il Ministro - noi rispetteremo sempre le norme stabilite dall'Unione europea, ma pretendiamo che il latte che importiamo sia latte di qualità. è necessario quindi che anche gli altri Stati comincino a pensare a una norma sulle etichettature, a garanzia di tutti i consumatori».
E per quanto riguarda il prezzo non si scende sotto i 40 centesimi al litro. è questa la linea del Piave decisa dalla Coldiretti nel vertice di questa mattina, 05 luglio 2010, a Milano, nella sede del Consorzio agrario, insieme ai rappresentanti di cooperative e produttori.
«Si tratta di una media di buonsenso che tiene conto sia dell'andamento del mercato del grana padano sia dei valori del latte spot (quello non ancorato a contratti predeterminati, ndr.) che oscillano fra i 39 e i 41 centesimi al litro» spiega Nino Andena, presidente della Coldiretti Lombardia.
Intanto è scattato il monitoraggio, con il coordinamento di Coldiretti, di tutti i carichi di latte non legati a particolari accordi di vendita in modo da gestirne il posizionamento sul mercato.
»Arrivati a questo punto – afferma Andena – diciamo ai soci di non sottoscrivere nessun contratto sotto i 40 centesimi al litro, che per noi rappresenta un valore in linea con l'attuale situazione di mercato, e per la fatturazione del latte di mese di luglio li invitiamo a recarsi presso gli uffici della Coldiretti per una verifica della situazione».
Intanto le trattative con gli industriali continuano a essere interrotte dopo quanto avvenuto il 30 giugno scorso, quando Assolatte ha offerto 'un adeguamento ridicolo” rispetto ai 33,156 al litro stabiliti nell'ultimo accordo ormai scaduto.
«In Italia e in Lombardia c'è troppo latte straniero e manca ancora una chiara indicazione di origine per tutti i prodotti agroalimentari- conclude Andena – per questo stiamo andando al Brennero, insieme ad agricoltori e allevatori delle altre regioni, per protestare contro i ritardi della Ue e contro questo fiume di prodotti dall'estero che poi vengono messi in commercio come se fossero italiani».
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