MILANO - I formaggi hanno il vento in poppa, le esportazioni tirano con balzo del 6% nei primi mesi di quest'anno mentre l'industria ha superato il 2009 con un fatturato di 14 miliardi di euro. è da questi numeri (diffusi proprio da Assolatte) che domani, mercoledì 16 giugno 2010, a Milano, nella sede di Unioncamere in via Oldofredi, alle ore 10 partono le trattative fra le aziende di trasformazione e gli allevatori lombardi per la definizione del nuovo prezzo del latte. Una quotazione che diventa anche un riferimento a livello nazionale visto che proprio in questa regione si producono oltre 4 milioni di tonnellate, circa il 40% del totale italiano.
«Tutti i prodotti lattiero caseari stanno volando, il mercato ha recuperato le posizioni perse nella crisi del 2009 e adesso ci ritroviamo in zona positiva come nel 2007, abbiamo tutte le condizioni per garantire dei miglioramenti alle aziende agricole senza aggravi per i consumatori», spiega Nino Andena, presidente regionale di Coldiretti.
«E se andiamo a vedere i valori ai quali le cooperative nel 2009 hanno pagato il latte agli allevatori notiamo che la maggior parte è rimasta sopra i 35 centesimi al litro, con punte ben oltre i 40 centesimi - commenta Ettore Prandini, vice presidente della Coldiretti Lombardia - considerata poi l'attuale situazione di mercato e il contesto maturato in questi ultimi mesi, con il Grana Padano e il Parmigiano che stanno registrando aumenti percentuali a due cifre sui prezzi all'origine, non possiamo non aspettarci miglioramenti sostanziali alle condizioni applicate l'anno scorso ai nostri allevatori».
Il grana padano, infatti, assorbe più di 22 milioni di quintali di latte ed è un naturale punto di riferimento per le quotazioni riconosciute per il prodotto munto nelle stalle della regione. «Dopo la traversata nel deserto che è costata, nel solo 2009, la chiusura di 180 aziende da latte – commenta Andena – adesso è arrivato il momento di agguantare la ripresa con un accordo quadro che riconosca il diritto degli allevatori lombardi a lavorare con tranquillità e non certo con il cappio al collo di un prezzo troppo basso che ormai non ha più giustificazioni di sorta».
Intanto le cooperative di ritiro e trasformazione del latte attive in Lombardia hanno tutte chiuso i bilanci 2009 con una situazione a macchia di leopardo per il prezzo riconosciuto l'anno scorso agli allevatori, che comunque non è mai andato sotto quello stabilito dall'accordo che scade il 30 giugno prossimo.
Fra Milano e Lodi, ad esempio, quella che ha pagato meglio è stata l'Abbiatense con 37,572 centesimi al litro, mentre un gigante come la Santangiolina di San Colombano si è fermata a 36,434 centesimi.
Nel Cremonese la Latteria di Pizzighettone ha sfondato il tetto dei 42 centesimi mentre quella più grande la Latteria Soresina (218 soci) ha superato i 38 centesimi.
In provincia di Bergamo una piccola cooperativa di trasformazione come la Latteria Valtorta (15 soci in zona montana) ha raggiunto il picco di 47 centesimi al litro.
Nel Bresciano, dove in media la liquidazione delle coop è stata superiore del 16% rispetto a quella delle industrie, la Gardalatte di Lonato ha pagato 40,04 centesimi, la Coprolama di Mazzano ha raggiunto i 40,48 centesimi, con alcune realtà di nicchia come la Cisva con 47,48 centesimi o la coop L'Alpe del Garda che ha sfondato i 50 centesimi al litro.