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Finanziamenti e chiarimenti sul Codice, il ministero del Turismo tace

di Alberto Lupini
direttore
 
09 agosto 2011 | 14:04

Finanziamenti e chiarimenti sul Codice, il ministero del Turismo tace

di Alberto Lupini
direttore
09 agosto 2011 | 14:04
 

Lo avevamo segnalato per tempo sperando in qualche soprassalto di efficienza ministeriale. E invece nulla. Il pur importante stanziamento di oltre 3,6 miliardi di euro a sostegno delle imprese turistiche, annunciato come al solito in pompa magna dal ministro del Turismo, a oggi resta una sorta di miraggio che nelle banche che dovrebbero partecipare all'operazione non si è mai trasformata in concreti strumenti di finanziamento (con tanto di modelli, procedure, tassi, ecc.). E intanto il settore, complice la crisi che ha ridotto giorni di vacanza e presenze ai ristoranti, sta macinando disagi su disagi.

Al Ministro compete giustamente di dare la linea e mettere in atto tutta una serie di strumenti capaci di fare sviluppare e consolidare un sistema cardine per l'economia italiana. Non le si chiede certo di verificare nel dettaglio come si muovono i suoi uffici. Ma almeno una piccola occhiata non guasterebbe. Anche perché di sciocchezze nei suoi uffici ne sono state fatte molte. Basterebbe ricordare l'elaborazione del Codice del turismo, mai passato nemmeno all'esame della Commissione ministeriale per il turismo enogastronomico (ormai ridotta ad una sorta di foglia di fico del Ministro) e licenziato col solo beneplacito della Federalberghi, a cui ha garantito di svolgere attività da esercizi pubblici (ristoranti) senza averne le licenze o il rispetto delle norme.

E proprio il Codice del turismo continua a rappresentare una cartina di tornasole degli equivoci con cui ci si muove nel settore. Contraria a molti dei contenuti - che di fatto metteranno in crisi la ristorazione tradizionale, già sottoposta a troppa concorrenza sleale - la Fipe aveva minacciato di chiedere le dimissioni del Ministro se non ci fosse stata qualche correzione. Salvo poi, vista la malparata, accontentarsi di una Circolare interpretativa che avrebbe dovuto limitare i danni e mettere in una posizione un po' più tutelata la ristorazione. Ma ad oggi non si è ancora vista alcuna Circolare, e ai piani alti del Ministero giurano di non aver visto mai nessuno all'opera su questo testo. Ma allora, ci chiediamo, hanno ragione i tanti ristoratori che ci inviano mail di contestazione verso la Brambilla o forse abbiamo sbagliato tutti a fidarci di un impegno verbale? E ancora, se la Circolare non si vede in fretta, cosa pensa di fare la Fipe? Davvero è il caso di continuare a 'proteggere” il Ministro e non prendere finalmente una posizione decisa e forte anche a costo di scontrarsi con altri interessi in casa Confcommercio (leggi Federalberghi)?

Se Gualtiero Marchesi ha deciso di iscriversi a Confindustria è proprio perché non si sentiva rappresentato fino in fondo (almeno sulle grandi scelte strategiche) dalla Fipe-Confcommercio. E se ora su una questione centrale come il Codice del turismo il sindacato pensa di poter fare finta di nulla contando sulla dimenticanza degli operatori, non tiene conto che la crisi economica preoccupa e fa innervosire i ristoratori che vedono magari calare i loro clienti a vantaggio di altri operatori concorrenti che sono rappresentati magari dalla stessa Fipe o dalla Confcommercio, ma che non avrebbero, secondo la legislazione corrente, le carte in regolare per somministrare alimenti al pubblico.

Alberto Lupini
alberto.lupini@italiaatavola.net




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18/08/2011 09:32:00
3) Il Governo che “promuove” solo gli amici!
Caro Alberto, il tuo editoriale è davvero acuto e arguto, realisticamente disarmante. Effettivamente questo governo ha dimostrato con le "privatizzazioni fittizie" di voler promuovere prevalentemente amici che dovevano essere ricompensati. Purtroppo mi risulta che la stessa linea di condotta sia stata tenuta in passato anche da governi di contrapposta estrazione. Fino a quando questa classe politica non sarà stata sostituita da una nuova che sappia dimostrarsi lungimirante e votata al servizio temo che la questione rimarrà irrisolta. Però la Sardegna è anche una regione che sovente non riesce a spendere i cospicui fondi europei spalmati su differenti capitoli e credo che gli amministratori sardi abbiano spazi di manovra per riappropriarsi della propria regione e per decidere di percorrere senza se e senza ma la strada del servizio virtuoso volto all'interesse della regione dei propri cittadini.


11/08/2011 17:57:00
2) Purtroppo, chi ci ascolta?!
Caro Alberto, seguitare a chiedere è un nostro diritto e mi auguro che continui e continuiamo a farlo senza farci demoralizzare dalle mancate risposte (uso comune per chi non ha risposte). Persone come chef Scibilia o chef Esposito (per fare nomi che si espongono tramite la tua rivista) farebbero solo del bene alla nostra categoria perché conoscono, come tanti altri bravi operatori del settore, le reali problematiche e avrebbero la competenza e l'esperienza per intervenire e proporre soluzioni concrete. Il problema è "chi ci ascolta?" (questo tuo editoriale ne è la prova!). "A ogni ofelee ul so meste" è un detto delle nostre parti che in pratica significa che ognuno deve fare ciò che gli compete e in cui eccelle, e non ci si inventa né Chef né Capo Mastro senza l'esperienza accumulata negli anni! Raccogliere i pareri, punti di vista ed eventuali soluzioni degli operatori, questo dovremmo fare per dimostrare che siamo stanchi e che vogliamo cambiare questa situazione che ha del paradossale.


10/08/2011 09:55:00
1) La Brambilla non pensa ai veri problemi!
Caro direttore, nonostante tutto la nostra "Ministra " si da fare, ogni giorno ne inventa una, oggi anche il Comitato dell'accoglienza, i componenti i soliti nomi, con tante belle intenzioni, come se i problemi si risolvessero con tante commissioni e comitati, fatte con nomi altisonanti, che in realtà non fanno nulla, o almeno sino ad ora è stato così. Ma i veri problemi non li affronta nessuno, in Germania con provocazione qualcuno ha detto giorni fa che forse è arrivato il momento di non pagare le ferie dei dipendenti, ma da noi che hanno già 15 mensilità e oltre un mese di ferie cosa si dovrebbe fare? Facendo finta che tutto va bene, quando in realtà non è vero si rischia molto, anche da noi ci vuole l'effetto Cina che dice al potente Usa che è arrivato il momento di cambiare rotta?




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