TripAdvisor continua la sua “scalata controversa” per conservare il primato delle recensioni online. L'ultima trovata è una promozione, esclusivamente dedicata ai ristoratori (presentata attraverso una mail), che prevede l'acquisto, scontato del 40%, di prodotti firmati dal Gufo che, posti nel proprio locale, inciterebbero i clienti a lasciare una recensione una volta tornati a casa. Biglietti da visita, carte magnetiche, adesivi per mobili o per macchine, appositi contenitori per il take away, addirittura timbri da apportare alle fatture, tutto con il "Gufo" ben chiaro in vista, che domanda al cliente «How was your stay? We'd like to know» (Com'è stato il tuo soggiorno? Vorremmo saperlo).
Il cliente, quindi, può essere stimolato da questa pubblicità "aggressiva" e correre a casa a scrivere una recensione (o farlo direttamente nel locale, magari da smartphone); ecco allora che il ristoratore si ritrova sul proprio profilo TripAdvisor numerosi commenti in più. E di recente abbiamo avuto modo di approfondire l'importanza della web reputation per i gestori di locali (a fine novembre a Milano è stato presentato il primo portale di recensioni verificate, All you can rate).
Potrebbe anche essere considerata una strategia pubblicitaria originale ed efficace, ma... spingendosi un po' oltre, ci chiediamo: cosa accade ai ristoratori che non comprano i gadget propinati dal Gufo? Dietro un'apparente generosità atta a far risparmiare il 40% su prodotti TripAdvisor, si cela ancora una volta un aggressivo ricatto da parte del portale americano, che lascia intendere: “se non compri i nostri prodotti, avrai meno recensioni e perderai posizioni in classifica”.
Con ancora grande visibilità delle proprie recensioni online, TripAdvisor mette così il ristoratore in una posizione delicata, costretto ad adeguarsi alle leggi di mercato scelte dal colosso statunitense, per paura di perdere punti da parte dei clienti.
Oltre a questo fatto, non va nemmeno sottaciuto l'inopportuno monopolio che TripAdvisor continua a detenere: il potere sui locali affidato ad un unico censore, che scoraggia la concorrenza e piega la ristorazione di fronte alle proprie leggi, per di più, nemmeno tanto valide, considerando gli episodi “poco opportuni” che in passato, spesso e volentieri, hanno coinvolto il Gufo.
Dal conclamato ormai fenomeno delle false recensioni a profili di ristoranti chiusi o mai esistiti non rimossi dal proprio sito; dalle proteste dei ristoratori quando gli viene riferita l'impossibilità di sottrarsi alle richerche sul portale fino ai pacchetti di recensioni positive venduti “sotto banco”.
Sembra forse che TripAdvisor abbia fatto dei passi avanti, promuovendosi questa volta “alla luce del sole”: in realtà il ricatto c'è. Il ristoratore che fa a meno di questi gadget, fa a meno delle posizioni sul portale, rinunciando quindi a visibilità e popolarità, che il Gufo, pur di mantenere il primato e screditare ogni possibile forma di concorrenza o protesta, vende gratuitamente! 100 semplici biglietti da visita, infatti, che fino a ieri erano aquistabili per 24 $, ora sono l'unico prodotto (ma anche uno dei più efficaci e diretti) ad essere completamente regalati, a disposizione del ristoratore in forma gratuita.
Italia a Tavola, con coerenza, porta avanti la protesta ad un sistema che svilisce e piega la ristorazione con sotterfugi e false recensioni, al contrario di altre associazioni che si sono anch'esse piegate al suo strapotere. Ecco allora che, diametralmente opposta alla campagna del Gufo, Italia a Tavola continua la sua iniziativa #NoTripAdvisor, che sta ottenendo successo e consensi non solo tra i ristoratori in Italia, ma anche tra quelli in tutto il mondo.