Più di un italiano su tre non perde l'occasione per partecipare alle sagre gastronomiche che si moltiplicano durante l'estate lungo tutta la Penisola. Anche per questo, come da tempo sta facendo Italia a Tavola con Fipe-Confcommercio (Federazione italiana pubblici esercizi), è importante portare avanti con più decisione la lotta contro le sagre tarocche che minacciano gravemente il Made in Italy. Per farlo si dovrebbe prendere a modello i passi avanti compiuti in Toscana nella battaglia contro le feste di piazza fasulle: d'intesa con la Fipe e la Confcommercio toscane, il comune di Borgo San Lorenzo (Fi) si è dato ad esempio, primo in Italia, nuove regole per sagre e feste che dovranno essere 'di qualità” ed 'ecologiche”. E il punto centrale, come andiamo sostenendo da tempo in piena sintonia con la Fipe Toscana, è che il termine 'sagra” deve essere riservato a manifestazioni in cui si intenda promuovere un prodotto o un piatto tipico del territorio, in quel caso del Mugello. Un esempio seguito anche dal comune di Grosseto, che ha approvato un regolamento che disciplinerà la somministrazione di bevande e cibi sul territorio. Modalità, queste, che tutelano i consumatori dai troppi imbrogli e che permettono ai produttori onesti e ai ristoratori di essere finalmente attori e protagonisti di queste manifestazioni, grazie anche al dietrofront della Commissione di Montecitorio che ha ripristinato i requisiti morali per chi organizza sagre, feste religiose, di partito e altro con somministrazione di alimenti e bevande.
Partecipare a una sagra, riferisce la Coldiretti, è comunque uno degli svaghi preferiti dai turisti, con un volume d'affari di 350 milioni di euro, scaturito da 17-18mila eventi sul territorio nazionale, pari a una media di 250 appuntamenti al giorno, cifra che sale a quasi mille nel periodo estivo secondo un documento realizzato da Confesercenti.
Una vera e propria riscoperta che è il frutto dell'esigenza di ristabilire un rapporto più diretto con il cibo, la cultura e le tradizioni territoriali, soprattutto nel momento delle vacanze estive quando si moltiplicano le iniziative di valorizzazione dei prodotti locali con feste organizzate in tutta Italia, nei piccoli e grandi centri. Una tendenza che va accompagnata da una maggiore qualificazione che può essere sostenuta da una più forte presenza delle realtà economiche espressione del territorio come ad esempio la vendita diretta dei prodotti agricoli e alimentari delle aziende agricole locali, che garantiscono identità e qualità al giusto prezzo.
Si tratta di una opportunità che contribuisce ad alimentare il motore della vacanza enogastronomica che, con 5 miliardi di fatturato stimato, è l'unico segmento in costante e continua crescita nel panorama dell'offerta turistica nazionale. Un primato nazionale dovuto al fatto che l'Italia è l'unico Paese al mondo che può contare sulla leadership europea nell'offerta di prodotti tipici, con ben 241 Denominazioni di origine riconosciute a livello comunitario e 4.606 Specialità tradizionali censite dalle regioni, mentre sono 517 i vini a Denominazione di origine controllata (Doc), controllata e garantita (Docg) e a Indicazione geografica tipica (Igt).
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