GROSSETO - Dopo la mobilitazione di alcuni esercenti del Mugello, nel Fiorentino, che alcuni mesi fa hanno fatto ricorso al Tar contro i sindaci che non attuano la normativa regionale in materia di sagre e feste di piazza, ora è la volta della Maremma. Infatti sta per essere approvato un regolamento che disciplinerà la somministrazione di bevande e cibi sul territorio grossetano. Il risultato del periodo di studio legato al tavolo di concertazione con le parti sociali è in dirittura d'arrivo. A breve il testo approderà in quarta commissione consiliare per poi essere adottato in sede di consiglio.
Sono 29, fanno sapere dall'Amministrazione comunale, gli eventi vari che prevedono la somministrazione di pietanze e bevande nel solo comune di Grosseto. Sommando il periodo di apertura di queste feste si sfiorano le 464 giornate annue: una cifra enorme. è proprio la durata massima di ogni sagra - spiega il quotidiano Il Tirreno - che dovrebbe essere, una volta approvato il regolamento, fortemente ridotta nel corso dei prossimi tre anni. «La linea d'indirizzo della Provincia - precisa l'assessore al Commercio, Emanuel Cerciello (nella foto a destra) - fissa a 9 giorni il percorso temporale ideale per queste manifestazioni. Noi stiamo pensando di introdurre un tetto massimo di 15 giorni, in modo da arrivare a dimezzare il conteggio delle giornate totali».
Inoltre è prevista l'introduzione del principio della tipicità del prodotto venduto. Una peculiarità che sembra non sarà semplicemente prevalente, ma esclusiva: «Non possiamo più tollerare - prosegue Cerciello - una mancata esaltazione dei prodotti locali, superati da quelli provenienti da altri Paesi, come nel caso della salsa di pomodoro del Taiwan, il cinghiale o la frutta esteri. Su questo punto devo dire che ho trovato grande comprensione anche da parte di molti organizzatori di sagre, persone con cui ho aperto un confronto costruttivo e realistico».
Pare che il regolamento preveda anche lo stop all'utilizzo di stoviglie di plastica in favore di quelle biodegradabili o in coccio. Un ordinamento, dunque, che strizza l'occhio ai commercianti e alle associazioni di categoria che, per lungo tempo, hanno auspicato un contenimento di quelli che sono divenuti, a tutti gli effetti, dei concorrenti. Una necessità che viene soddisfatta in un momento che vede numerosi esercenti stremati da una profonda e lunga crisi.
Tutto il lavoro messo in cantiere, però, potrebbe non bastare: «Apprezziamo lo sforzo che viene fatto verso l'impiego esclusivo dei prodotti nostrani - precisa il direttore della Confcommercio Grosseto, Paolo Regina (nella foto a sinistra) - e riconosciamo la bontà del lavoro svolto dal Comune che, per primo in provincia, si è mosso su questo tema. Ma qualcosa in più può essere fatto, specie per quel che riguarda la durata degli eventi: l'introduzione di un tetto massimo di tre giornate, un fine settimana pieno insomma, crediamo sia più che ragionevole».
Intanto, però, arrivano le dichiarazioni di piena soddisfazione da parte della Federazione italiana pubblici esercizi. «Lo scontro a volte anche aspro portato avanti da Fipe Toscana e Italia a Tavola - ha dichiarato Aldo Cursano (nella foto a destra), presidente di Fipe Toscana e vicepresidente vicario nazionale - sta raccogliendo i primi frutti importanti in vista della stagione estiva, che sicuramente sono stati la conseguenza anche della minaccia concreta del ricorso alla giustizia amministrativa a cui Fipe, insieme a molti ristoratori, era formalmente pronta a ricorrere contro quei sindaci che di fatto consentivano questa forma di concorrenza sleale banalizzando invece quell'insieme di sagre autentiche che sono un patrimonio da salvaguardare per i nostri territori».
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