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Grandi vini per un grande evento Percorso del gusto firmato Ais Toscana

Aperitivo, cena di gala e premiazioni: tre momenti clou della grande festa dell’enogastronomia che si è conclusa a Firenze. A accompagnarli vini di prestigiose aziende italiane.

 
27 febbraio 2012 | 18:58

Grandi vini per un grande evento Percorso del gusto firmato Ais Toscana

Aperitivo, cena di gala e premiazioni: tre momenti clou della grande festa dell’enogastronomia che si è conclusa a Firenze. A accompagnarli vini di prestigiose aziende italiane.

27 febbraio 2012 | 18:58
 

Per la riuscita di una cena si sa che il vino giusto è indispensabile. Per questo durante la grande festa dell'enogastronomia organizzata da Italia a Tavola, Confcommercio Toscana e Fipe Toscana, in cui sono stati premiati i Personaggi dell'anno 2011 e consegnati gli speciali Award 2011, sono stati serviti vini di prestigiose aziende italiane.

Il percorso gustativo è iniziato dall'aperitivo con le bollicine dell'Oltrepò Pavese Docg Metodo Classico Millesimato Cuvèe 59 Brut, spumante di punta di Travaglino di Calvignano (Pv). Al brindisi finale della cena invece è stato protagonista il Franciacorta Brut di Monte Rossa di Bornato di Cazzago S. Martino (Bs), abbinato in modo sublime al dessert (un papillon di millefoglie artigianale farcito con crema chantilly aromatizzata con granella di amaretti) e utilizzato inoltre per sfumare il risottino Carnaroli con punte di asparagi servito come primo piatto. Questo eccellente Franciacorta è stato degustato anche dopo il talk show pomeridiano a Palazzo Medici Riccardi dal titolo 'Il Ristorante fra recessione e qualità di vita. Traino o rimorchio di cultura e territorio?”.

Ottimi gli abbinamenti anche per le altre portate della cena di gala. I due primi (oltre al risottino, le pennette di farro con grosso di coniglio al profumo di timo), sono stati accompagnati dall'eccellente Tuscanio bianco 2010 Vermentino Val di Cornia Doc di Bulichella di Suvereto (Li).

Mentre per il secondo (gran pezzo di manzo di razza Chianina al forno con spuma di patate, pomodoro di Pachino a grappolo gratinato con erbe fini) è stato scelto il Piastraia Bolgheri rosso Doc 2006 di Michele Satta.

A guidare in questo viaggio nel mondo del vino gli esperi sommelier dell'Ais Toscana, che durante la cena di gala (in tutto erano 22, uno per ogni tavolo) hanno svolto un lavoro impeccabile. E a rendere possibile l'evento è stato anche l'appoggio e il pieno sostegno di uno dei simboli della Toscana enoica d'eccellenza: il Consorzio del Vino Chianti.

Foto: Giulio Ziletti


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02/03/2012 18:12:00
3) Problemi veri da affrontare subito
Questa volta, e vi assicuro capita di rado con Lupini,ho avuto l'impressione,leggendo il suo editoriale, che il Direttore non avesse più niente da dire,o forse più probabilmente che fosse stanco di trattare il tema per l'inutilità di spingere all'ascolto istituzioni ai diversi livelli decisionali e anche operatori del settore. Non chiedo e non voglio che questa voce on line diventi uno dei tanti "grilli parlanti" o "saputelli" dei media, ma se non ci cominciamo a porci domande ed organizzarci per il dopo la fine di questa legislatura, i problemi del Paese si ripresenteranno tutti in modo più grave.


02/03/2012 11:38:00
2) Il ruolo nuovo del ristoratore moderno
Le scrivo perché leggo sempre con particolare interesse i suoi editoriali che condivido. In particolare l'ultimo "Verità, qualità e salute nel piatto. La ristorazione può avere un futuro". Ho la fortuna di lavorare al progetto Conosci il tuo pasto (www.conosciiltuopasto.it), una certificazione (accreditata) progettata dall'Istituto mediterraneo di Certificazione (Imc) di Senigallia (An) dedicata alla ristorazione che mira a ripristinare il legame tra agricolture locali di qualità e ristorazione e contemporanemante coinvolgendo i consumatori a livello di trasparenza e garanzia.

Anche perché se vent'anni fa veniva servita la bistecca con l'insalata oggigiorno nel menu non basta scrivere tagliata di manzo su letto di rucola o proposte "fuoco d'artificio". I metodi di coltivazione e di allevamento (inclusa l'acquacoltura) si sono diversificati negli ultimi decenni, le qualità sono diventate molteplici e in molti casi regolamentate a livello comunitario come l'agricoltura biologica, le Indicazioni geografiche protette e le Denominazioni di origine protetta. Ci sono le agricolture a basso impatto ambientale, disciplinari regionali e comunali per prodotti locali, disciplinari privati per produzioni artigianali… E poi ci sono agricolture e allevamenti (inclusa l'acquacoltura) intensivi, le colture idroponiche, gli organismi geneticamente modificati...

Ecco che in questo panorama il ristoratore moderno può assumere un ruolo nuovo, diventando un vero punto di riferimento per i clienti. Fornire informazioni sui prodotti offerti assume infatti un valore sociale che si aggiunge al rapporto di trasparenza con il consumatore. Comunicare il cibo e la sua origine contribuisce alla consapevolezza di ciò che si mangia, risveglia il gusto, "crea emozioni" e nel contempo diventa cultura. Come dice lei qualità e sicurezza alimentare e io aggiungerei accompagnate da identità, come storia del prodotto, di chi lo ha fatto e di come è stato fatto. Un cordiale saluto


01/03/2012 14:40:00
1) La ristorazione un volano della cultura dell’alimentazione
Spero molto che la categoria della ristorazione sia un volano della cultura dell'alimentazione, auspico che dopo la recisione ritorna a splendere il sole economico? I dubbi rimangono il fatto che dobbiamo dare conto alla famigerata globalizzazione dove i prodotti di bassa qualità, che tutt'oggi arrivano nel nostro paese con costi inferiori, grazie alla comunità europea, e alla liberalizzazione fatta da giungla. Ci troviamo con materie prime senza valore de gustativo, ma solo visivo, faccio due esempi il nostro paese importa persino limoni dal Argentina, Aaglio dalla Cina, ecc.. Quanto abbiamo i limoni sorrentini, l'aglio Calabrese, solo perche i nostri prodotti hanno un costo superiore, quindi quanto finiscono a tavola il costo e maggiore. Capisco che la Calabria non e la Toscana, per fare ristorazione in Calabria dando un valore numerico da 0 a 10 alla fine rimane uno, se lo si applica nella tassazione rimane un bel 2 meno meno. Quindi giusto fare squadra ma credo che sia giusto rivedere la nostra posizione.




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