Essere affascinati da Alessandro Scorsone non è difficile, e questo non vale solo per le donne, ma un po' per tutti. Sorriso, personalità, umanità, stile ed un modo di fare molto 'british”. Romano, sommelier, appartenente ai ruoli della Presidenza del Consiglio dei ministri, personaggio televisivo, giornalista e consulente, insignito del Premio internazionale del vino 2008 come Miglior sommelier italiano. In lui convivono la discrezione di un maestro di cerimonie e la professionalità di un grande conoscitore della cultura dell'accoglienza.
Sei stato scelto come uno dei Personaggi dell'anno dal sondaggio della rivista 'Italia a Tavola”, come ti trovi in questo ruolo?
Ho vissuto questa esperienza con piacevolezza, ma con grande serenità, sono stato commosso da tutti i messaggi che ho ricevuto sia via mail che sulla mia pagina Facebook, oltre mille, ed ho risposto a tutti. La prima persona che si è congratulata con me è stato Romeo Caraccio, grande maestro e sommelier del ristorante Agata e Romeo, e poi tanti altri.
Come sei arrivato a questa professione?
Una passione innata, poi l'incontro con l'Ais e la folgorazione! Ho frequentato il corso da sommelier e con tanto entusiasmo ho iniziato l'attività lavorativa.
Un consiglio su come coccolare il cliente?
Il cliente va ricevuto con il sorriso, accompagnato al tavolo e poi entra in gioco il servizio di sala, che fa la differenza, perché la cucina in un ristorante non si vede. E poi bisogna sapere raccontare: un piatto va raccontato con garbo e nei minimi particolari, magari ponendo l'accento su un sale o un pepe diverso e così conquisti il cliente. Occorre essere in grado di coniugare semplicità, rispetto, sorriso e attenzione alle singole esigenze.
Come abbini il vino ad un cibo?
L'abbinamento perfetto non esiste, è l'emozione che fa la differenza. Credo sia arrivato il momento di smettere di raccontare dogmi: sto bevendo un gran vino, forse l'abbinamento con il cibo non è quello ottimale, ma sto vivendo un momento indimenticabile, quello che bevo mi piace e mi rende felice.
Il tuo vino preferito?
Sono un grande appassionato di bollicine, italiane sicuramente, sto pensando a La Scolca, al Franciacorta, al Trento brut e quel metodo Classico Rosé di Baracchi, un Sangiovese.
Hai parlato di Sangiovese...
Sì, un vero cavallo di razza, difficile da domare, ma un vitigno elegante.
E le bollicine francesi?
Lo Champagne mi piace, certo, ho curato di recente con altri tre amici la Guida allo Champagne 2012.
Il tuo piatto preferito?
Un piatto di pasta pomodoro e basilico. Una grande pasta con olio extravergine d'oliva e una spolverata di Grana Padano, 27 mesi di stagionatura.
E il tuo chef?
Ogni cuoco esprime grande sapienza e passione. Sicuramente Gianfranco Vissani, una grande persona, un amico anche nella vita. Se penso invece ad un grande esperto, un gran palato, con grande preparazione, allora Luigi Cremona.
Il tuo primo vino?
Lo acquistai presso l'enoteca Trimani di Roma, un Lugana riserva di Zenato. E poi ho legato ad un ricordo particolare il Franciacorta Cabochon Monte Rossa.
La tua cantina di adesso?
Circa 1.500 etichette.
Ti occupi di consulenze per numerose realtà vitivinicole, ma cosa occorre per valutare un vino e come fai a consigliare?
Umiltà, tranquillità senza disprezzare il valore del lavoro fatto, portando i tecnici a ragionare sul loro prodotto. Sono loro che ti devono raccontare la terra, il territorio e non bisogna dimenticare che proprio loro ci stanno mettendo il cuore.
Donna e uomo: ci sono differenze nella scelta del vino?
Le donne sempre di più pongono particolare attenzione nella scelta del vino e bevono in modo più elegante. Per conquistare una donna non si sbaglia mai scegliendo una grande bollicina, magari un Satèn con le sue note cremose oppure un Verdicchio, non così modaiolo ma di grande potenzialità.
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