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Cuochi italiani che lavorano all'estero. Unione o lontananza (reale e non)? La divisione interna alla categoria è un tema che sta facendo sempre più discutere e che già abbiamo avuto modo di affrontare nei mesi scorsi. E come in molte altre occasioni il network 'Italia a Tavola” si pone ancora come arena di dibattito annullando qualsiasi distanza geografica con l'obiettivo di creare il tavolo di confronto lanciato dal cuoco Emanuele Esposito (nella foto al centro).
Questa volta lo facciamo con uno strumento in più, ovvero il Sondaggio per il "Personaggio dell'anno", che è un'occasione di confronto e di dibattito e che diventa palcoscenico di importanti temi per il settore. L'ultimo invito di Esposito (anch'egli candidato a Personaggio dell'anno 2011), che andiamo a pubblicare, è particolarmemte rivolto alle due importanti associazioni di cuochi italiani all'estero, Cim e Gvci, ma si estende a tutti (cuochi, associazioni di categoria, istituzioni…) con l'obiettivo unico, e comune, di salvaguardare l'agroalimentare, la cucina, la cultura, le tradizioni e il turismo italiano in Italia e nel mondo.
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Non entro nelle polemiche, ma dopo aver letto qualche messaggio mi sento in obbligo di dire la mia sulla questione Cim-Gvci... mi scuso con tutti i colleghi per usare questo mezzo. Ho già scritto in precedenza che questo sondaggio è un gioco e ci dà modo di confrontarci e migliorare, è evidente che ogni personaggio attraverso ogni mezzo cerca di portare voti al suo mulino. Ho letto, per esempio, che l'Associazione professionale cuochi sostiene il suo candidato, lo stesso vale per la Fic e altre sigle, la stessa cosa vale per il Cim e per la Gvci. Qui non si tratta di essere uno contro l'altro, è evidente che tra i due gruppi c'è una sorta di dualismo, ma questo sondaggio non ha nulla a che vedere con queste vicende.
Anzi io credo che questo sondaggio serva sia al Cim che alla Gvci per un confronto di idee e, perchè no, trovare il modo per unire le forze per migliorare e migliorarci per il bene delle Cucina italiana nel Mondo. Alla fine tutti noi che lavoriamo all'estero abbiamo lo stesso scopo.
Voglio rivolgermi a Marco Medaglia (nella foto a destra) e a Mario Caramella (nella foto a sinistra): cerchiamo di costruire e non distruggere, entrambi lavorate per i cuochi italiani nel mondo, tante cose belle avete fatto, e partiamo da questo... cerchiamo di trovare un punto in comune e cerchiamo di costruire la più grande famiglia dei cuochi, insieme a tutte le associazioni. Una sola sigla, un solo scopo, non servono le divisioni: aprirsi al futuro e non restare arroccati nel castello dorato.
La cucina italiana nel mondo ha bisogno di persone serie e solo con l'unione possiamo ottenere di più, quindi invito i colleghi di questi gruppi a dare una mano e non a creare odio che non serve a nessuno. Caro Mario Caramella, dacci un segnale di apertura, quello che hai fatto è sotto gli occhi di tutti, ma ora è giunto il momento di aprirsi e a costruire il grande gruppo dei cuochi e ristoratori italiani nel mondo.
Come sempre io ci sto e credo anche gli altri, in quanto al voto la strada è ancora lunga da percorrere. Voglio strappare una promessa a tutti, insieme a "Italia a tavola": alla fine di questa maratona perchè non incontrarci e parlare dei problemi delle categorie e mettere le basi per un solo e unico gruppo di lavoro? Prendiamoci questo impegno e il vincitore sarà il portavoce di questo gruppo... che ne pensate?
Buone feste a tutti e scusatemi... che vinca il migliore. Comunque abbiamo già vinto tutti...
Emanuele Esposito
General manger de Il Villaggio di Jeddah (Arabia Saudita)
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