La pesante crisi economica che sta investendo anche il settore dei pubblici esercizi, da un lato, e la difficoltà con cui i sindacati riescono a volte a tenere il passo con le nuove e crecenti esigenze degli associati, anche in termini di rappresentatività vera, stanno investendo realtà un tempo ritenute solide e inossidabili, vere e proprie istituzioni, imponendo dei cambiamenti.
è quanto sta avvenendo all'Epam di Milano (la più importante organizzazione territoriale della Fipe-Confcommercio), che dopo la crisi attraversata per gli scandali che hanno coinvolto alcuni suoi dirigenti legati al mondo dei locali notturni e della movida, ora cerca di trovare una nuova identità e autonomia che vada oltre il tradizionale collateralismo politico degli ultimi anni (col centro destra). Da tempo si è aperto un fermento e un dibattito fra gli associati che ora diventa "pubblico" con una netta presa di posizione del ristoratore Matteo Scibilia. Prendendo carta e penna dopo il confronto fra il direttore di Italia a Tavola ed il vicepresidente dell'Epam, Alfredo Zini, il noto ristoratore brianzolo contesta una consuetudine troppo politica e da casta della dirigenza del suo sindacato e - con modalità forse inconsuete per il sindacato, per già solo per questo innovative - invita gli iscritti a scendere in campo per un cambiamento in vista del prossimo rinnovo del consiglio direttivo dell'Epam, a cui intende candidarsi rispondendo così alle sollecitazioni di molti iscritti. La sua decisione è contenuta in una lettera che di seguito pubblichiamo e che indica come obiettivo strategico una riqualificazione dei pubblici esercizi in vista dell'Expo 2015.
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Caro Alberto, caro direttore
è veramente incredibile come la situazione si stia evolvendo, il vicepresidente di Fipe ed Epam, Alfredo Zini (con la risposta al tuo editoriale) e i vertici del mio sindaco, Epam/Fipe, si stanno comportando come una vera casta, a cui non si può rivolgere una critica, a cui non si può rivolgere una richiesta, a cui non si può chiedere un incontro. Solo se appartieni alla cerchia di quelli che sono considerati amici ('che non disturbano”) ecco che allora, forse, esisti. Non disturbare il guidatore, sembra questa la regola.
Ieri sono stato dal mio commercialista, che tra l'altro è il segretario dell'associazione Le Soste, e quindi di ristoranti se ne intende. Mi ha confermato che la situazione fiscale del settore è ormai disperata. Mi piacerebbe sapere dagli uffici di Epam che fanno i nostri esperti e consulenti? Cosa dicono dell'ultima dichiarazione dei redditi 2010 del nostro settore? Ma su questo non posso avere risposte perché il "vertice" non mi risponde, nè mi riceve. Del resto sembra che invece di affrontare, anche, questi problemi urgenti, ci si occupi con impegno di festival e convegni col ministro del Turismo, quasi che questi possano fare ombra ai veri problemi. Eppure per il settore ci sono solo norme, norme e norme da rispettare, pena la chiusura. Oltre al rischio di essere accusati di evasione fiscale
Non posso, caro Direttore, non segnalare pubblicamente che ho chiesto invano un incontro urgente sia a Lino Stoppani, presidente Fipe ed Epam, sia a Carlo Sangalli, presidente Unione del Commercio, proprio per sollecitare un salto di qualità nei confronti del settore della ristorazione e in generale dei pubblici esercizi. La risposta a oggi è il silenzio e l'indifferenza. Quasi un comportamento da politici. E ancor più antipatico perché è proprio tipico della casta usare il silenzio e l'indifferenza. Eppure, anche su pressante sollecitazione di tanti amici ristoratori e baristi che forse in modo esagerato mi sentono loro vicino e collega autentico, ho offerto la mia disponibilità di servizio per dare una mano a rafforzare il nostro sindacato. Ho offerto e messo a disposizione la mia competenza e professionalità a chi oggi lo dirige. La risposta è stata solo il silenzio.
Forse ha ragione chi ha commentato il tuo editoriale su Zini e la Brambilla ricordando che è arrivato il momento di fare sul serio. Di cambiare la nostra associazione e di farlo dall'interno assumendoci direttamente delle responsabilità. Non è possibile che io riceva oggi dal mio mandamento di Vimercate, dove pure sono un componente del direttivo e responsabile dei pubblici esercizi, una comunicazione che Epam /Fipe partecipano alla Festa della ristorazione organizzata dal Ministro Brambilla e che la stessa partecipa come ospite a un convegno a Milano della Fipe stessa. Perchè non siamo stati coinvolti prima? E i premi ai ristoratori che erano stati annunciati? Con quali criteri si premia qualcuno? Visto che la Fipe ne sarebbe coinvolta (la risposta che ti ha dato Zini non è affatto chiara) vorrei sapere quali sono le motivazioni? Chi ha scelto chi e come? Non mi va bene che il "pallino" venga ribalzato tra lo staff del Ministro e lo staff della Fipe.
Mi sono chiesto se, in un momento in cui il malumore è abbastanza alto in tutta la categoria, non sarebbe stato giusto e corretto coinvolgere un po' di più gli associati e i territori? Alfredo Zini tenta in extremis di valorizzare la ristorazione e difende l'operato del Ministro anche con una motivazione politica: il recupero elettorale del centrodestra in una città dove molti commercianti hanno voltato le spalle allo stesso. Peccato che tutto questo avvenga nel buio più totale, nel silenzio totale, e Zini stesso, tra l'altro, giorni fa ammetteva che questa operazione era gestita direttamente dal direttore di Fipe, Edi Sommariva, con lo staff del Ministro, nei confronti del quale c'è un ampio contenzioso aperto (per dichiarazioni della Fipe, non mie). E oggi ci comunicano che saranno tutti insieme con la Brambilla a Milano.
Inutile aggiungerti che sono davvero deluso e scontento di come la Fipe e l'Epam perdano occasioni importanti per riqualificare la loro attività. Ma poiché di fondo resto ottimista e, soprattutto, penso alle difficoltà di molti colleghi e alla responsabilità di cui alcuni mi hanno caricato, voglio lanciare un appello a tutti i colleghi di Milano, Monza e Lodi perché, dopo la fase di lamentela e irritazione, facciano uno sforzo in più e scendano in campo. A breve ci sarà il rinnovo del consiglio direttivo dell'Epam ed è importante che professionisti e imprenditori seri di tutto il mondo dei pubblici esercizi escano dai loro bar o ristoranti e facciano squadra. Con la forza di tutti possiamo riuscire là dove vecchie liturgie e troppa contiguità con la politica (di destra o di sinistra che sia non importa) non hanno portato a grandi risultati. Serve aria nuova, senza buttare a mare tutto quanto di buono e di efficiente è stato fatto dall'Epam finora. L'Italia sta cambiando profondamente ed il nostro sindacato non può restare a rimorchio della politica e usare ancora atteggiamenti da casta che hanno fatto il loro tempo. è tempo di gramdi cambiamenti e di assunzioni di resposanbilità perchè è in gioco il futuro delle nostre imprese ... e non possiamo solo lamentarci con chi pensa dei fare politica invece che sindacato. Non vogliamo barricate o scontri, ma neanche genuflessioni improprie.
Anche perché, per restare in Lombardia, abbiamo davanti una sfida fondamentale come quella dell'Expo 2015 in cui tutti i pubblici esercizi devono trovare quella marcia in più, in termini di qualità ed efficienza, per essere davvero il front line dell'evento.
Per quanto mi riguarda, dopo le molte critiche e le proposte avanzate in questi anni, non posso certo tirarmi indietro e ti comunico che intendo partecipare a questa sfida del rinnovamento candidandomi ufficialmente per il nuovo consiglio direttivo dell'Epam. Spero di trovare tanti colleghi ugualmente disponibili.
Matteo Scibilia
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