NAPOLI - Idee poche ma ben confuse, così potremmo definire l'esito dell'incontro di lunedì 21 febbraio a Napoli, allorquando l'Avpn (Associazione verace pizza napoletana) ha presentato in una cornice di autoreferenzialità denominata 'Internazionalizzazione ed innovazione al servizio della tradizione” i tre punti cardine della sua imminente attività:
a) Albo dei fornitori ufficiali;
b) Albo dei pizzaioli;
c) Road show in Europa, America e Asia.
Si tace su tre cose fondamentali e ciò somiglia tanto alle pulizie che si ottengono nascondendo la polvere sotto il tappeto.
Si tace sul fatto che non da ora, ma da almeno un decennio, nella percezione di consumatori a livello mondiale, la pizza ha cessato di essere identificata con territorio specifico, ovvero con Napoli, per divenire una pietanza assimilabile a sorta di fast food, ciò soprattutto nelle aree emergenti e tra i giovani. Praticamente si stanno chiudendo le stalle dopo che i buoi sono scappati.
Si tace sul fatto che, a dodici mesi (era il febbraio 2010) dalla registrazione (Guce L34 del 05.02.2010) della Pizza napoletana Stg, si contano sulle dita di due mani le pizzerie che hanno iniziato l'iter per certificare la loro pizza come prodotto Stg. Come mai così poche? Può essere vero che tutte, ma proprio tutte, pensino che il disciplinare Stg è inadeguato perché loro già stanno 'molto avanti”?
A che serve un Albo fornitori quando già il disciplinare Stg, de facto e non mediante atti forzosi e anacronistici come attualmente è un Albo (qualsiasi Albo), stabilisce i requisiti degli ingredienti e quindi, de facto, seleziona i potenziali fornitori?
Si tace sul fatto che Napoli sta perdendo il suo appeal turistico perché è città che convive stabilmente con i cumuli di immondizia che stazionano a mo' di arredo urbano anche davanti alle pizzerie.
Ecco, su queste cose si tace e, ahinoi va detto: non è un bel tacere. E duole constatare che il governo locale, rappresentato dall'assessore assessore all'Agricoltura della Regione Campania, Vito Amendolara, neanche sappia, allorquando si parla di 'chef stellati” e ci si rammarica che non ci siano 'pizzaioli stellati”, che invece un pizzaiolo stellato, uno solo al mondo, c'è, ed è napoletano e ha la sua pizzeria (anzi due) a Napoli in via Caravaggio. è Enzo Coccia della pizzaria La Notizia: famosa a New York ma ignota a Palazzo Santa Lucia (sede della Regione Campania).
Vorremmo avere l'ottimismo della volontà. Purtroppo, ma ne abbiamo ben donde, ci pervade amaramente il pessimismo dell'intelligenza.
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