Da circa un anno il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali sta lavorando con l'Associazione pizzaiuoli napoletani presieduta da Sergio Miccù, così da consentire all'Italia di poter presentare la candidatura dell'Arte della pizza napoletana nella Lista del Patrimonio culturale immateriale dell'Umanità dell'Unesco.
«Trattandosi di valorizzare un'eccellenza culinaria della città di Napoli - ha detto il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Giancarlo Galan - il Ministero ha contattato il Comune di Napoli, prima telefonicamente, poi per mail, infine con una lettera ufficiale datata 1 dicembre 2010, con cui si chiedeva la collaborazione ed il supporto dell'assessorato al Turismo del Comune di Napoli. E il Comune di Napoli che ha fatto? Come ha reagito? In nessun modo, nessuna risposta, totale disinteresse, generando in tal modo non poco sconcerto nei funzionari del mio Ministero preposti ai progetti che riguardano i rapporti con l'Unesco. Lo stesso dicasi per la Provincia di Napoli e per la Regione Campania».
«La pizza napoletana è l'epifania di un'antica arte che si tramanda di generazione in generazione secondo regole precise, che vanno dall'impasto alla doppia lievitazione, e poi ci sono il 'cornicione” oppure tutto ciò che fa del pizzaiolo napoletano un artista educato a una creatività che affonda le proprie radici nella storia più fantastica e, in un certo senso, più nobile di quello che può essere definito 'il saper vivere” di Napoli”».
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