ROMA - La Federazione italiana cuochi (Fic) condivide il divieto di utilizzo di additivi chimici disposto con l'ordinanza del Ministero recante "Misure urgenti in merito alla tutela della salute del consumatore con riguardo al settore della ristorazione". Lo si legge in una lettera inviata al ministero dal presidente Paolo Caldana (nella foto, a sinistra).
Il sottosegretario alla Salute Francesca Martini (nella foto, a destra) commenta: «Sono lieta di apprendere che la Federazione italiana cuochi, organismo con riconoscimento giuridico, ha compreso e condivide l'intento della mia ordinanza e ringrazio il presidente Paolo Caldana per aver reso pubblica la lettera inviata a questo Ministero, in cui si afferma che "l'utilizzo di interventi chimici o di alcune sostanze per alterare l'aspetto, l'estetica ed il sapore dei cibi, non giova alla reale natura della nostra vera e sana cucina". Le dichiarazioni rese dal presidente Caldana, a nome di tutti i cuochi, testimoniano la serietà e la professionalità della Federazione, già ampiamente dimostrata nel corso della partecipazione alla manifestazione "La tre giorni della salute", organizzata da questo Ministero per sensibilizzare la popolazione sull'importanza di una sana e corretta alimentazione».
Pubblichiamo di seguito il testo integrale della lettera.
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Oggetto: Ordinanza Ministeriale del 29 gennaio 2010
Gentile dottor Silvio Borrello,
le scrivo in merito all'approvazione dell'ordinanza ministeriale di cui in oggetto, che vieta l'utilizzo di additivi che noi condividiamo. Sono ad esprimerle il pensiero della Federazione italiana cuochi, unico organismo con riconoscimento giuridico che ho l'onore di rappresentare da oltre 8 anni; la nostra federazione è presente in tutte le 20 regioni attraverso le 125 associazioni provinciali, a cui si aggiungono le varie delegazioni estere per un totale di 19.800 iscritti.
Da sempre, ma oggi più che mai, la Fic sta portando avanti con serietà e professionalità la cucina del territorio, della tradizione italiana, l'espressione della cultura dei sapori, dei colori e della genuinità dei nostri prodotti; il tutto basato sulla ricerca di prodotti di qualità, naturali e soprattutto freschi. Qualità che tutto il mondo ci invidia e che prova a copiarci in continuazione, ma con scarsi risultati a dir poco deleteri.
Oggi il modo di proporre la cucina e di cucinare è cambiato notevolmente. è indispensabile essere sempre aggiornati per poter far uso delle nuove tecnologie, essere preparati scientificamente, avere una buona conoscenza merceologica dei prodotti, e sapere cosa avviene nella trasformazione dei cibi. Questi sono tutti elementi che un buon cuoco deve avere per poter essere pronto a soddisfare le esigenze di mercato e quindi per esaudire la richiesta del cliente finale.
L'utilizzo di interventi chimici o di alcune sostanze per alterare l'aspetto, l'estetica ed il sapore dei cibi, non giova alla reale natura della nostra vera e sana cucina.
Noi crediamo che chi si avvicina oggi alla ristorazione, sia consapevole di ciò che vuole il consumatore, quindi siamo tutti obbligati nel vero senso della parola, essere corretti nell' informare il cliente su ciò che compone il piatto offerto, tanto più se ci sono delle componenti 'aggiunte”. è un questione di etica morale, ma soprattutto professionale.
In altre parole, applicare le tecniche professionali dell'alta cucina, su un piatto regionale, non significa stravolgerne la tradizione e la cultura che vi è dietro, ma bensì significa sottolinearne il vero sapore.
L'innovazione, la creatività, e la complicità sono sinonimi di una crescente cultura e professionalità; semplicità, naturalezza e freschezza sono sinonimi di salute. Condividiamo e appoggiamo quindi l'ordinanza voluta del sottosegretario alla Salute on. Francesca Martini.
Con osservanza
Roma, 2 aprile 2010
Il presidente Fic, Paolo Caldana
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